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Gli irriducibili “Millennials” cattolici

The Hardcore Catholic Millennials Jeffrey Bruno – it

Jeffrey Bruno

Aleteia - pubblicato il 11/02/14

Come l'ultima generazione sta cambiando il volto pubblico del cattolicesimo – in meglio

di Tom Hoopes

Si è scritto molto sui Millennials, la generazione nata negli anni Novanta – o negli anni Ottanta fino al nuovo millennio, che dà loro il nome. Si possono trovare articoli sui loro punti di vista politici, le loro abitudini lavorative e le loro tendenze di consumo. Si possono anche trovare lamentele di Millennials per i quali queste discussioni non si applicano a loro.

La Generazione del Millennio non è molto religiosa, e anche quando lo sono i Millennials non sono molto ortodossi, ma in luoghi come il Benedictine College, dove lavoro, se ne incontra una versione ibrida: “Gli irriducibili Millennials cattolici”.

Sono realmente dei cattolici irriducibili. Sono anche veri Millennials. La loro religione non cancella la cultura della loro generazione più di quanto la loro cultura non cancelli le loro convinzioni religiose.

Come sono?

Si potrebbe condurre uno studio più formale, ma osservarli da vicino nel campus del college e interrogarli sul loro futuro avvalora una teoria che difendo: i loro tratti da Millennials trasformano il loro cattolicesimo e viceversa in modo tale che possono probabilmente fare grandi cose per la Chiesa.

Qualche osservazione…

IMillennials si ritengono speciali; ciò significa che gli irriducibili Millennials cattolici considerano speciale la loro identità cattolica.

Forse i Millennials vedono abbracci dove non ce ne sono perché sono stati abbracciati molto. Fin dall’infanzia è stato insegnato loro che sono speciali. Le loro buone qualità sono state apprezzate e celebrate, le cattive qualità scusate e accantonate. I social media sovralimentano questo essere speciale, permettendo a ciascuno di loro di costruire un universo online con se stessi al centro. È narcisismo virtuale che diventa facilmente narcisismo reale.

Ma gli irriducibili Millennials cattolici hanno qualcos’altro: una fiducia nella loro fede che i miei coetanei non hanno mai avuto. Non ci siamo mai sentiti a nostro agio quando eravamo diversi dalla cultura vigente. I Millennials sono speciali, per cui hanno il permesso di essere diversi.

Non si limitano ad accettare la loro identità cattolica: la gestiscono. Creano Tumblrs e bacheche Pinterest piene di arte cattolica e citazioni cattoliche. I loro account Instagram condividono fotografie di chiese e statue accanto a quelle di amici e tramonti.

Ho visto questo solido atteggiamento nei confronti dell’identità cattolica quando stavamo realizzando un video per il Benedictine College in un salone. In modo inaspettato, un gruppo di studenti si è riunito nella sala e ha iniziato a recitare il Rosario. Quando frequentavo un college cattolico “irriducibile” negli anni Ottanta, anche noi recitavamo il Rosario… nelle nostre stanze. Penso che sarei stato troppo timido per recitarlo “allo scoperto”. Non sapevamo che la nostra identità cattolica era speciale.

I Millennials sono protetti; ciò vuol dire che i Millennials cattolici irriducibili cercano rifugio in Dio.

Molti Millennials hanno vissuto tutta la propria vita sotto una supervisione. Al college erano ben consapevoli del grande coinvolgimento che molti dei loro genitori avevano nella loro vita. La definizione “genitori elicottero” non rende più giustizia: si tratta di “genitori bulldozer”, che spianano ogni ostacolo sul cammino dei propri figli.

Ciò può “congelare” un Millennial quando i genitori abbandonano inevitabilmente la scena. I Millennials cattolici irriducibili non sono diversi.

Il blogger cattolico John Lim ha scritto della tendenza della sua generazione a definire la passività “discernimento”.

“Prima di fare qualsiasi cosa, dobbiamo discernere”, ha affermato. “Non è un’idea falsa, ma l’abbiamo assunta al punto che discerniamo sul discernere. Sta tormentando la nostra generazione e sta evitando che seguiamo davvero la volontà di Dio per la nostra vita”.

Un altro Millennial me l’ha riassunta così: “Per noi, l’adorazione e la Messa sono scuse legittime da usare per non fare delle cose”.

Vedo come questo possa essere un problema: pensare troppo a ciò che Dio vuole, andare a Messa e fare adorazione troppo spesso. Ma lo ritengo un problema positivo.

Alla mia generazione è sempre stato detto di pensare alle conseguenze delle sue azioni; queste persone lo stanno facendo realmente.

Un docente del Benedictine College mi ha riferito di un incontro che ha avuto in una sala conferenze del college. Al termine dell’incontro ha trovato 85 studenti stipati nel corridoio in attesa. Avevano organizzato un gruppo di discussione informale sulla castità… ed erano comparse dozzine di studenti.

Sono chiaramente ragazzi e ragazze che vogliono compiere scelte positive. Buon per loro.

Collegati.

Essere supervisionati costantemente non rende sicuramente consapevoli, rende orientati.

La mia è stata una generazione di bambini abbandonati a se stessi. Tornavano da scuola e ci riunivamo con altri bambini se eravamo a casa quando chiamavano o bussavano alla porta.

I Millennials sono cresciuti insieme negli incontri di gioco, condividendo le attività dopo la scuola e lo sport. Il paradigma del social media – incontrarsi e chattare in un forum semi-pubblico – non è un fenomeno nuovo per loro, ma solo un modo diverso di fare ciò che stavano già facendo. I Millennials cattolici irriducibili stanno usando queste tecnologie per collegarsi con Dio… e presentargli altre persone.

“Sono su ipads e iPhones prima, durante e dopo la Messa… pregando con la liturgia delle ore e le letture”, mi ha detto un Millennial. “Le discussioni di apologetica sono ovunque, sempre online”.

Se si chiede a una generazione precedente di cattolici irriducibili cosa significhi essere cattolico, potrebbero citare la politica o pratiche religiose personali. Ho posto questa domanda a sette diversi Millennials cattolici irriducibili, e ciascuno di loro mi ha risposto: “Evangelizzazione”. Mi sembra una risposta migliore.

I Millennials devono sentirsi apprezzati. E anche i Millennials cattolici irriducibili…

Un tweet da Piazza San Pietro mi ha colpito perché catturava lo spirito dei Millennials cattolici irriducibili: “Il lungo giro della papamobile sembra un abbraccio di Benedetto XVI a tutti noi presenti qui nella piazza”.

Ovviamente era toccante vedere il gesto di apprezzamento del papa… ma perché deve essere un abbraccio?

Il bisogno di essere notati, apprezzati e contattati a livello personale è un tratto fondamentale dei Millennials.

A volte sono chiamati Trophy Kids – per i trofei che ricevono indipendentemente dal fatto che vincano o meno e perché i loro genitori li considerano dei trofei.

Il desiderio di essere riconosciuti può essere problematico quando si cerca l’approvazione di un mondo sempre più oscuro. Troppi giovani hanno voluto sentirsi abbracciati dalle persone sbagliate. Quando, però, si cerca di sentirsi abbracciati dal papa… beh, forse non è tanto male.

Ad ogni modo, come i Millennials possono spaventarmi per alcune loro caratteristiche, i Millennials cattolici irriducibili mi riempiono di speranza per il futuro della Chiesa. So che non sono perfetti. Possono essere superficiali e la loro etica lavorativa ha bisogno di miglioramento, ma oltre ai difetti ci sono delle virtù a controbilanciare il tutto: insistono sull’autenticità, sulla trasparenza e sulla sincerità; sono compassionevoli, curiosi e hanno la mente aperta.

Ci sorprenderanno per ciò che saranno in grado di fare.

Fonte: The Gregorian Institute at Benedictine College

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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