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Cyberbullismo: minaccia virtuale o sfida reale?

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Anna Pelleri - Aleteia - pubblicato il 03/03/14

Il mondo digitale non è solo violenza ma una sfida educativa. Leggi il dossier di Aleteia.

Per il 69% dei ragazzi il cyberbullismo "è la principale minaccia alla loro vita". I social network sono la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo (61%). Le conseguenze indicate dai ragazzi sono l'isolamento e perdita della voglia di uscire e frequentare gli amici (69%); il rifiuto di andare a scuola (62%); la depressione (53%); il rifiuto di confidarsi (45%). (Studio Cyberbullismo. Save The Children). 1 studente italiano su 4 compie o subisce atti di prevaricazione via web (Open Eyes). 

Presso l’ospedale Gemelli di Roma hanno anche aperto un ambulatorio dedicato alla cura del cyberbullismo (Avvenire, 25 febbraio).

Dati allarmanti. Ragazzi sconnessi dalla vita reale e ossessivamente connessi in un mondo pieno di insidie e impossibile da controllare.  L’illusione che quello schermo, grande o piccolo, sia protezione dall’altro. E invece ciò che avviene in quell’”ambiente” – come viene oggi chiamato lo spazio virtuale dei social network – “contamina” profondamente e penetra le vite, i pensieri e le azioni. Fino ad essere usato per sminuire, offendere, estraniare, deridere. In una parola: fare violenza. “Cyberviolenza” con effetti tutt’altro che virtuali, come dimostrano gli studi e gli ormai quotidiani fatti di cronaca.

Paura, diffidenza e rifiuto possono essere reazioni comprensibili nei confronti di questo mondo. Ma se è un pezzo di realtà che incide così tanto sulle vite di tutti e in particolare dei ragazzi, è possibile fermarsi a tali reazioni? Sono “ambienti” e dunque è possibile incontrare migliaia di persone che lì cercano, chiedono, propongono relazioni.

“Come allora la comunicazione può essere a servizio di un’autentica cultura dell’incontro?” si chiede Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata sulle Comunicazioni Sociali.  "La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane (…). Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale”.

L' incontro è quindi la sfida educativa che il mondo digitale lancia. Incontri nella città globale del web, certo, ma anche incontri tra genitori, insegnanti, educatori e ragazzi, per costruire quella relazione (viva e vera) che permette ai giovani di “non cadere nella rete”, ma di pescare il buono del mondo che vi passa, e buttarci il bello che essi stessi vivono e vedono.

Vedi il contributo di Chiara Giaccardi, esperta di socialogia e antopologia dei nuovi media. 

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