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“Tiratevi i piatti, ma poi fate pace”: il primo anno del Papa-farmacista

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ANDREAS SOLARO

Popoli - pubblicato il 10/03/14

Una imperdibile riflessione del comico Giacomo Poretti su Papa Francesco

Anticipiamo l’intervento che Giacomo Poretti, comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo e scrittore, terrà mercoledì prossimo, 12 marzo, nell’ambito dell’iniziativa "Un anno con Francesco", a Milano. Le firme di Popoli rileggono le "parole chiave" del primo anno del Papa gesuita. Appuntamento all’Auditorium San Fedele alle 20.45. Maggiori info

Per una persona che si occupa di comicità e ironia, Papa Francesco non può passare inosservato anche perché nel sorriso e negli atteggiamenti ricorda due grandissimi comici: Stan Lauren e Don Camillo.
Inoltre l’ironia è uno degli elementi più significativi di questo primo anno di pontificato: non si era mai visto un Papa che facesse sorridere i fedeli a raccolta per sentire i suoi discorsi: diciamo la verità spesso quando parla un Papa ci si atteggia con il corpo in una posa tutta contorta , braccia incrociate ed una mano a sostenere il mento pesante, con il volto che guarda a terra o in cielo, occhi chiusi e fronte corrugata, ed il pensiero dopo 45 secondi che il Pontefice parla si dirige verso i risultati della nostra squadra del cuore, il paraurti dell’auto ammaccata, le prossime vacanze estive; la concentrazione la si recupera poi, con manifesto sollievo, quando il Papa si accinge ad impartire la benedizione.
Papa Francesco è diverso. Una volta stava parlando della decrescita dei matrimoni, dei figli che, oltrepassati i trent’anni e pur anche fidanzati,  se ne stanno in casa e non si decidono a mettere su famiglia; ad un signora che gli chiedeva consiglio, Papa Francesco ha detto : «Smetta di stirarle le camicie» e giù  a ridere come se avesse parlato Woody Allen o Beppe Grillo.
Un’altra volta si è presentato alla solita finestra di domenica mattina ed alla fine dell’Angelus ha solennemente dichiarato «Voglio farvi un regalo», ha tirato fuori dalla tasca una scatolina di un farmaco e ha aggiunto «questa è una medicina che dovete prendere tre volte al giorno». Tutti hanno pensato al nuovo vaccino antinfluenzale, qualche prete con tutti i suoi assilli della parrocchia ha sperato in un rimedio per il riflusso gastro esofageo, le suore hanno creduto in un psicotonico che le facesse sentire meno marginali; i malati  si attendevano l’antibiotico contro ogni morbo, i vanitosi la crema per ritrovare la giovinezza in volto, i media in una pausa di sospensione attesero l’elisir dell’immortalità.
Insomma tutti noi abbiamo atteso la pillola che una volta inghiottita ci avrebbe guarito da i nostri malanni fisicie mentali. Invece il Pontefice farmacista, quella volta fece uno scherzo: dentro alla scatola c’era un rosario.
Poi è strano, ti telefona alle sette del mattino « Buongiorno sono il Papa». Chissà quanti l’hanno mandato a quel paese. Si perché lui è fatto così: quando si annoia, li negli infiniti corridoi del Vaticano, si fa dare le pagine gialle, apre a caso sceglie un numero e comincia a telefonare. Si vede proprio che gli piace la gente, che gli piace stare in compagnia: guardate le foto, mica si sottrae alla moda del selfie, anzi si è fatto fare più foto lui con i suoi fedeli che I Rolling Stones e Lady Gaga con tutti i loro fans.
Ma vorrei soffermarmi su una frase che il Papa ha pronunciato una volta mentre stava parlando dell’importanza del matrimonio con dei giovani sposi, ad un certo punto a detto così, testuali parole: «Litigate quanto volete. Se volano i piatti, lasciateli volare. Ma mai finire la giornata senza fare la pace! Mai!».

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