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Pedofilia: La deriva pederastica dell’Occidente

L’amore un’attenuante per i pedofili?

@Shuttershock

Notizie ProVita - pubblicato il 29/09/14

La Rivoluzione sessuale ha ideato una sessualità istintuale priva di regole e di limiti

di Alessandro Fiore

Abbiamo mostrato più volte su questo sito come si stiano manifestando in Occidente i segni della promozione di una ulteriore, e ripugnante, perversione sessuale: la pedofilia . Dal riconoscimento (temporaneo) di essa come “orientamento” alla stregua di altri da parte degli illuminati psicologi dell’APA, alla legittimazione dell’associazione pederastica Martijn nei Paesi Bassi; dalla sentenza della Cassazione che riconosce un attenuante nella relazione amorosa di un pedofilo, ai finanziamenti dell’Unione Europea in favore dell’ILGA e dell’Istituto Kinsey: tanti segni che ci indicano come si vuole procedere a normalizzare la pedofilia , con metodi simili a quelli utilizzati per l’omosessualità e la transessualità.

D’altra parte anche la diffusione sociale di questa perversione è purtroppo in crescita. Basta riportarsi a fatti recenti di cronaca, come il caso della città di Rotherham in Gran Bretagna, dove un rapporto ha rivelato abusi e violenze sessuali su almeno 1400 minori perpetrati dal 1997 al 2013, o al fatto che, negli ultimi dieci anni, sono apparsi sulla rete oltre 100.000 siti pedofili e pedopornografici.

E’ importante conoscere le cause di questo fenomeno per meglio combatterlo. Le cause sociologiche sono molteplici. Una prima causa è il consumo di pornografia che induce a cercare sempre nuove perversioni sessuali: abituarsi a immagini di un certo tipo fa sì che la soglia di eccitazione diventi sempre più difficilmente raggiungibile. Una “abitudine” simile può essere indotta anche attraverso pubblicità, film e giochi che non sono presentati espressamente come pornografici. Causa ancora più “prossima” è la precoce sessualizzazione dei bambini, bombardati da immagini sexy di adulti e ormai non di rado vittime di una educazione alle perversioni sessuali in quelle scuole che seguono le direttive di istituzioni che marciano sotto l’insegna del gender theory (come quelle famose dell’OMS).

Ancora più profonde sono le cause ideologiche. La Rivoluzione sessuale ha ideato una sessualità istintuale, libera da leggi “oppressive”, la prima delle quali è la legge naturale. La civiltà cristiana aveva subordinato l’istinto sessuale alla ragione e alla sua finalità intrinseca: le finalità procreativa e unitiva  risultante dalla conformazione ontologica della natura umana. Più il comportamento si allontana da questa finalità, cioè al “bene” verso il quale la sessualità dovrebbe tendere, più cresce la sua immoralità: contraccezione, omosessualità, zoofilia, sono alcuni dei gradi di una sessualità deviata. Il bambino, non essendo né fisicamente né psicologicamente maturo per realizzare la finalità naturale intrinseca della sessualità (procreazione), non può moralmente essere coinvolto nell’atto sessuale.

Tuttavia, con la Rivoluzione sessuale la legge naturale sembra essere caduta nell’oblio e la finalità della sessualità ha assunto una dimensione puramente edonistica: il piacere sessuale sarebbe l’unico fine, o almeno quello principale. Stando così le cose, l’atto sessuale potrebbe essere considerato “normale” anche con un bambino. Le “tendenze” sessuali dell’adulto potranno avere oscure radici psicologiche ma, “moralmente”, atti del genere, una volta rimossa la finalità naturale della sessualità, possono divenire accettabili: basta che soddisfino la logica del piacere.

La teoria del gender conduce a risultati simili. Il nucleo essenziale di essa è la tesi per la quale l’identità e i comportamenti sociali e privati non devono essere conseguenti al fatto biologico, cioè alle determinazioni della corporeità. Così, posso essere caratterizzato dai geni XY e avere genitali maschili, ma posso, secondo questa teoria, tranquillamente dichiararmi femmina e comportarmi (anche sessualmente) come tale. Ora, logicamente, una volta eliminata la rilevanza delle determinazioni naturali del corpo, rispetto alla propria identità e ai comportamenti sessuali, cosa impedisce di considerare il bambino come partner sessuale? La immaturità fisica e psicologica del bambino non è più (né meno) naturale o “biologica” che il sesso genetico e gli altri caratteri sessuali primari e secondari, irrilevanti per la teoria del gender.

Se arriveremo dove purtroppo sembra che arriveremo, non ci dobbiamo sorprendere.

Qui l’originale

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