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Come un sacerdote salvò Cristo dal fuoco durante la II Guerra Mondiale

Civiles refugiados en una iglesia en Varsovia – it

© German Federal Archives

Gerardo Rodríguez - pubblicato il 27/10/14

Durante l'incendio della cattedrale, un presbitero riscattò il Cristo Miracoloso dalla cappella Bariczków

Il 17 settembre 1944, vari proiettili colpiscono contemporaneamente il tetto del presbiterio e la cappella dell’Arciconfraternita Letteraria. Nell’aria si propaga lo sgradevole odore di benzene. Le fiamme si impadroniscono rapidamente delle travi lignee del tetto e penetrano all’interno della cappella. Qualcuno porta a padre Waclaw Karlowicz, che si trova nell’ospedale degli insorti al numero 7 della via Dluga, la notizia che la cattedrale e il suo alloggio sono in fiamme.

Il sacerdote si precipita verso la cattedrale. Le fiamme hanno raggiunto il presbiterio, dove sono custoditi i pezzi più preziosi del Museo Arcidiocesano. Da qualche giorno il sacerdote li aveva spostati con la speranza di trovare un rifugio sicuro.

Le fiamme entrano da entrambi i lati del presbiterio, mandando in frantumi le belle sedie dell’epoca del re Giovanni Sobieski, capolavoro dell’arte lignea polacca. Le statue dei re polacchi di legno e di marmo diventano tizzoni ardenti, e le fiamme salgono sulle colonne dell’altare. Le sculture lignee ardono come torce. Il calore è talmente intenso che la porta di ferro lavorato che conduce alla sacrestia è di un color rosso vivo e si fonde come se fosse di cera.

L’aria è così soffocante e calda che sembra di stare in un forno. È sempre più difficile respirare. Il fumo invade i polmoni e dà fastidio agli occhi. La cupola sopra la cappella Bariczków sta ardendo. Nuvole di fumo nero e denso riempiono le navate gotiche della cattedrale, le vetrate scoppiano.

Padre Karlowicz entra nella cappella Bariczków da una porta laterale. Lì regna il silenzio, e non c’è nemmeno molto fumo. Il sacerdote riflette:

Tirare fuori il crocifisso dalla cappella o lasciarlo lì? Se lo lascia lì arderà con tutta la cattedrale. Togliere Cristo dall’altare e portarlo fuori dalla cattedrale nella quale è rimasto per tanti secoli? Che fare? In qualsiasi momento il fuoco potrebbe entrare dalla finestra che dà sul presbiterio. La cupola crolla.

Arriva il sacrestano Boleslaw. Decidono. Padre Karlowicz si avvicina all’altare e cerca invano di tirar giù la grande croce. Alla fine riesce a staccare la figura di Cristo, e nel momento in cui la consegna al sacrestano gran parte di un lucernario in fiamme cade accanto al sacerdote.

Il presbitero porta Cristo attraverso la via Kanonia dalle rovine del Castello Reale alle porte del monastero dei padri gesuiti, dove hanno trovato rifugio molti abitanti della città. Di fronte alla vista della miracolosa figura di Cristo cadono in ginocchio e scoppiano in singhiozzi che vengono loro dal cuore:

– Cristo, Cristo… Salvaci!

I sacerdoti smontano la figura. Le tolgono le braccia. La gente le bacia, poi prende Cristo sulle spalle e lo porta attraversando il cortile, un sotterraneo, passaggi e cunicoli. Il piccolo gruppo aumenta ad ogni passo. Alla guida c’è padre Karlowicz. Qualcuno intona un inno. Nella piazza del mercato, per quanto si può vedere, sono sparsi proiettili inesplosi, schegge e cadaveri. Il nemico spara costantemente in direzione della piazza del Castello Reale.

La gente si mette in fila in silenzio attraverso i cunicoli aperti nelle pareti delle case della piazza del mercato. Poi esce nella via Krzywe Kolo e da lì arriva alla via Staromiejska. La folla che porta Cristo arriva alla fine alla via Stara, alla cappella della Suore della Carità. Colloca sull’altar maggior il Cristo Miracoloso. Sarà al sicuro qui?

Nel frattempo, la cattedrale arde come una torcia. Qualsiasi tentativo di salvarla è inutile.

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

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testimonianze di vita e di fede
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