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1942: inizia una Settimana Santa molto speciale… a Dachau

Campo de concentración en Dachau – it

Public Domain

Gerardo Rodríguez - Aleteia - pubblicato il 31/03/15

Quest'anno il 29 marzo ha coinciso con un giorno tragico per un gruppo di sacerdoti polacchi

Il pomeriggio del sabato precedente la Domenica delle Palme, quasi tutti i sacerdoti polacchi si trovavano nelle loro baracche. All'improvviso arrivò un ordine: dovevano uscire dalle baracche e mettersi in fila. Si chiedevano cosa sarebbe successo questa volta, anche se ormai erano abituati a simili sorprese giorno e notte. C'erano gli uomini delle SS, i kapò del blocco, i kapò della baracca e anche altri funzionari del campo.

Vennero informati che sarebbe stata eseguita un'ispezione, e venne ordinato loro di spogliarsi totalmente. La commissione di revisione si gettò sui vestiti e la biancheria con la massima minuziosità, analizzando ogni indumento, esaminando in particolare ogni piega. Analizzarono anche le bocche.

Cosa cercavano con tanta attenzione? La storia inizia quando uno dei sacerdoti, al momento dell'arresto, aveva con sei dei dollari dell'istituzione perché era l'economo. Non volendo che cadessero nelle mani dei nazisti, li nascose abilmente in un libro che aveva con sé.

Arrivato di recente al campo di concentramento, dovette lasciare tutto nella sezione dei cosiddetti effetti personali, ovvero nel deposito. Attraverso qualcuno che lavorava lì, riuscì a prendere quel libro con il suo contenuto e lo teneva con sé nella baracca.

L'informazione giunse al comandante del campo, e da lì si arrivò all'ispezione, che non diede alcun risultato, perché tranne quel sacerdote economo nessuno dei presbiteri possedeva nulla, dovendo consegnare tutto il giorno di arrivo al campo.

Il comandante, però, decise di approfittare di quel fatto e lo ritenne un crimine grave, per cui sotto l'idea di responsabilità collettiva tutti i sacerdoti dovevano essere puniti severamente. Circa l'entità del castigo, non si dovette aspettare molto tempo.

Il giorno dopo, Domenica delle Palme, dopo l'appello mattutino, quando dalle altre baracche gli internati si recavano al lavoro o tornavano ai propri giacigli, gli ecclesiastici dovettero iniziare degli esercizi di punizione, dai quali vennero esentati i sacerdoti che lavoravano nei vari laboratori del campo e gli invalidi (quelli che non erano in condizioni di lavorare), ma a questi ultimi non era permesso di rimanere seduti nelle proprie baracche, dovendo stare fermi in gruppi davanti a queste senza tener conto del clima.

In cosa consistevano questi esercizi di punizione? I fischi degli aguzzini e le grida disumane delle guardie davano il ritmo. Per chi cadeva sfinito non c'era aiuto – non veniva nemmeno accettato nell'infermeria. Dovevano saltare, sedersi e di nuovo correre, fare giri in cerchio.

La piazza dell'appello si riempì di moribondi, che presto sarebbero diventati cadaveri, ma i sacerdoti polacchi proseguivano gli esercizi di punizione, senza fermarsi neanche per la pioggia torrenziale, la neve e il vento gelato… Tutto continuò fino all'ora di pranzo.

Durante gli esercizi, un kommando speciale formato da un gruppo di “verdi” e uno di “neri” – delinquenti e zingari – scoperchiò i letti, tolse i materassi, sparse a terra tutto il contenuto degli armadi e sicuramente rubò il pane, se ce n'era qualche pezzo.

Nell'ora di riposo per il pranzo bisognava rimettere tutto in ordine. Solo allora si poteva pensare a rifocillarsi. Come risultato, la stragrande maggioranza saltò il pasto e tornò alla piazza per continuare gli esercizi di punizione fino alla sera. E visto che il kommando aveva agito per un seconda volta, dopo si dovette rimettere tutto in ordine di nuovo…

Accadde il 29 marzo 1942, Domenica delle Palme, e ogni giorno della Settimana Santa, nonché la domenica di Pasqua. Il lunedì successivo, quando i sacerdoti tornarono dagli esercizi di punizione non dovettero più rimettere tutto in ordine e si sedettero direttamente a pranzare.

Il sacerdote Stanislaw Wierzbowski, al quale venne trovato il denaro, venne picchiato brutalmente e torturato senza alcuna compassione. In modo diretto o indiretto, in questi esercizi di punizione, o più appropriatamente in questa Via Crucis, persero la vita circa 60 sacerdoti.

Accadde nella Settimana Santa, ovvero nel periodo in cui i cristiani si associano alle sofferenze del Salvatore. In questo modo i sacerdoti cercavano di accompagnare fedelmente Gesù nelle sue sofferenze. L'opera di Dio nella loro anima è stata il sostegno più efficace, la forza e la consolazione.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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