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La carità politicamente scorretta

Kuwaiti NGO Helps Reduce Malnutrition in Darfur – Sudan – it

© UN Photo/Albert González Farran CC

https://www.flickr.com/photos/un_photo/10539324463/in/set-72157625944805493

Manuel Bru - pubblicato il 04/06/15

Da non confondere con assistenzialismo e paternalismo

Nel giorno della carità per eccellenza, quello del Corpus Domini, mi piacerebbe condividere con voi una riflessione che mi preoccupa da tempo: di quale amore per il prossimo stiamo parlando quando parliamo di carità? Abbiamo la tentazione – non credo propriamente caritatevole – di selezionare sia il linguaggio che gli atteggiamenti e perfino le azioni caritatevoli in base al fatto che siano politicamente corretti?

Mi spiego: se proponiamo e sviluppiamo nella Chiesa gesti e azioni solidali volti ad alleviare carenze materiali, educative o sanitarie nel Terzo Mondo – gesti e azioni non solo necessari e urgenti, ma nei quali la Chiesa è e dovrà sempre essere all'avanguardia –, in teoria non ci faranno arrossire gli sguardi indagatori dei censori della cultura dominante.

Se, però, al momento di approfondire questi gesti e queste azioni diciamo che tra queste necessità ci sono le opere di misericordia di nutrire gli affamati o di dar da bere agli assetati, perché non segue automaticamente che il “pane quotidiano” sia la “fame per il domani”, allora siamo perduti.

Perché non c'è nulla di più politicamente scorretto che parlare di carità e di misericordia volendo intenzionalmente confonderle con assistenzialismo e paternalismo.

Non dico nulla se al momento di parlare degli aiuti alla donna dimentichiamo, perché ideologico ed eufemistico, il sacrosanto concetto di “uguaglianza di genere” e parliamo invece di aiuto alla maternità, parola proibita. O se al momento di “combattere le malattie” promuoviamo trattamenti realmente preventivi e terapeutici e non procedure che promuovono la promiscuità, l'infertilità o l'eugenetica.

Passeranno allora dalla censura alla pressione psicologica, mediatica, legislativa e punitiva. E se ad esempio diciamo che il grande dramma dell'emarginazione e dell'esclusione sociale di quel quarto mondo che convive con il primo nelle nostre città ha la sua causa principale da un lato nell'insuccesso scolastico di un'educazione relativista e dall'altro nella destrutturazione familiare favorita da una cultura e da una legislazione anti-famiglia, passeremo direttamente ad essere pericolosi esponendi del neoconservatorismo più recalcitrante.

Se vogliamo però risparmiarci questo processo inquisitoriale dall'inizio alla fine ed esporci direttamete alla fucilazione mediatica, la cosa migliore è dire che la fonte e l'ispirazione della vera carità è Gesù-Eucaristia, che ha dato la sua vita per il perdono dei nostri peccati. Egli è la base della Caritas e di tutta l'azione sociale della Chiesa.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
carità cristiana
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