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Il Vaccino? Serve al bene di tutti

Vaccino

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 15/10/15

Intervista con il dottor Alberto Villani, responsabile di pediatria generale e malattie infettive all'Ospedale Bambin Gesù di Roma sui rischi dell'assenza di vaccinazioni

I recenti casi di neonati o bambini morti a causa dell’assenza di vaccinazione preventiva, o il dato sconcertante del calo in tutto il territorio nazionale delle vaccinazioni. A dirlo è uno studio della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti) e dal Ministero della Salute che riporta come:

il tasso di copertura per polio e difterite è sceso su scala nazionale al 94,7%, quello per il tetano al 94,8%, epatite B e pertosse al 94,6% mentre l’hemophilus influentiae al 94,2%. Per morbillo, rosolia e parotite il livello è ancora più basso, fermo all’86,6%. Ultima in classifica la percentuale per il meningococco C 74,9% .

Sono dati preoccupanti e a dirlo sono i medici: Aleteia ha intervistato il dottor Alberto Villani, responsabile di pediatria generale e malattie infettive all’Ospedale Bambin Gesù di Roma.

Cos’è un vaccino e perché è importante vaccinare i bambini in tenera età

Villani: il vaccino è costituito da alcune sostanza che sono essenzialmente quelle che consentono all’organismo di produrre gli anticorpi specificamente destinati contro un germe. È un prodotto tecnologico molto specializzato. I vaccini si somministrano a partire dal 61esimo giorno di vita del bambino. Nel corpo umano esistono due tipi di immunità, quella innata e quella acquisita. La prima non è altamente specifica, consente un certo grado di difesa ma non è “specifica”, solo grazie ai vaccini è possibile dare al corpo la possibilità di produrre difese ad hoc.

Quali sono i rischi del vaccino e quelli della non vaccinazione

Villani: i rischio per il bambino è praticamente nullo, al massimo c’è la possibilità di qualche linea di febbre o qualche arrossamento. Intendiamoci poi come ogni farmaco esiste la possibilità di una risposta straordinaria con febbri alte o reazioni inaspettate, ma ragionevolmente non ci sono rischi concreti perché parliamo di un caso su 100 mila. L’alternativa però è la certezza di essere esposti a malattie anche mortali, perché si muore anche di morbillo o pertosse.

Sempre di più i genitori – in quote significative attorno al 5% – non vaccina i figli: è mancanza di informazione? Una “negligenza” dei pediatri?

Villani: Da un lato c’è sicuramente una mancanza di informazioni corretta, dall’altra c’è una mancanza di comprensione delle malattie infettive. Un medico o è in malafede oppure non è sufficientemente formato nell’ambito immunologico e vaccinologico. Scopo della società scientifica è quella di colmare queste lacune. Con l’Ordine dei medici si va in quella direzione per i colleghi che non fanno le vaccinazioni. Oppure vanno espulsi, non è possibile mettere a rischio la collettività.

Il Ministero della Salute spinge – e le Regioni si sono dimostrate recettive – per vietare l’inserimento scolastico a quei bambini che non hanno fatto tutti i vaccini. E’ l’atteggiamento giusto? E’ un attacco alla libertà di scelta?

Villani: Sono tra i promotori del provvedimento. Se da un lato è vero che i bambini hanno diritto all’istruzione, il diritto alla salute viene prima. Non c’è vera tutela della libertà in un comportamento che fa danno all’individuo e contemporaneamente alla società in cui è inserito. Una persona non vaccinata è un rischio per se stesso e per gli altri.

La principale obiezione che viene da chi non vaccina i figli è “ma se funziona così bene, che pericolo dovrebbe correre o rappresentare mio figlio per i vostri?” cosa risponderebbe?

Villani: Che non è vero. Se noi lasciamo aperta la porta ai germi si rischia un deficit immunitario che coinvolge tutti. Una volta ci si vaccinava contro il Vaiolo. Oggi il Vaiolo è sparito, debellato e abbiamo smesso di vaccinarci, se continuiamo a vaccinarci per altre malattie è perché queste – e non altre – sono presenti nell’ambiente in cui viviamo. Nel 1991 l’arrivo in massa degli albanesi sarebbe potuto essere un pericolo perché in Albania la poliomelite era ancora presente. L’Italia invece era perfettamente immunizzata e non ci sono state epidemie. Quest’anno in Toscana a causa della meningite da meningococco c sono morte delle persone, nessuno sotto i 10 anni. Come mai? Perché dal 2005 c’è l’obbligo di vaccinazione. Per quanto riguarda l’idea che ognuno può fare come vuole basta pensare che ci sono persone immunosoppresse come i malati di cancro che non possono vaccinarsi, oppure alcuni soggetti in cui il vaccino non crea le necessarie difese, non siamo tutti uguali e non rispondiamo alle sostanze nello stesso modo, per lo stesso motivo per cui alcuni sono allergici in modo diverso – per esempio – alle noccioline. Se noi introduciamo persone non immunizzate questi soggetti più deboli saranno le prime vittime.

Qualcuno replicherebbe che è una questione di soldi per “Big Pharma”

Villani: Con questo criterio qualunque farmaco, da quelli antitumorali agli antidolorifici, fanno fare soldi alle aziende farmaceutiche. Ricordiamoci che fare un farmaco sicuro costa soldi, tempo, risorse, e le aziende traggono un profitto perché non fanno beneficenza. Come non fa beneficenza il panettiere sotto casa. A chi fa parte di associazioni o movimenti antivaccinatori chiederei cosa pensano di queste morti, bambini, anziani, che perdono la vita perché non vaccinati. Personalmente li ritengo moralmente corresponsabili…

Per informazioni sui vaccini:

VaccinarSì

Ministero della Salute

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