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Si può essere “dipendenti” dalla coppia?

Loving couple lying in bed

© Richard foster

Loving couple lying in bed gazing into each others eyes as they lie back on the pillows

Aleteia - pubblicato il 17/10/15

Modi per controllare un'eccessiva dipendenza

La dipendenza emotiva si verifica quando una persona ha bisogno del proprio partner in modo esagerato ed estremo, aggrappandosi a lui/lei intensamente e stabilendo un rapporto di sottomissione. Questa persona idealizza il partner, non sopporta la solitudine e prova una paura costante dell’abbandono. Si verifica quindi un comportamento dipendente.

In generale, in casi estremi si tratta di persone che hanno un’autostima molto bassa e una concezione negativa di sé, e la cui vita ruota intorno al partner. Tendono a comportarsi così in tutti i rapporti di coppia che stabiliscono, dall’adolescenza all’età adulta. Quando un rapporto si rompe, non sopportano di rimanere senza partner perché provano una grande solitudine e un senso di vuoto e cercano subito qualcuno a cui aggrapparsi nuovamente e da idealizzare come modo per compensare la porpria scarsa autostima.

Si verificano un desiderio molto intenso di stare con il partner e un senso di vuoto e di dolore emotivo se il partner non c’è. Si investono tempo e sforzi per stare con il partner, e si desidera questa vicinanza al di sopra di ogni altra cosa. A volte si può finire per sviluppare un disturbo ossessivo. Non è raro che, vista la necessità estrema di stare con qualcuno, si finisca con persone dominanti, egoiste o sfruttatrici, potendo anche diventare vittime di maltrattamenti. Si stabiliscono quindi rapporti squilibrati.

La dipendenza che si prova nei confronti del partner può portare a rinunciare o a trascurare le proprie necessità e i propri desideri per adattare la vita alle necessità e ai desideri dell’altro fino ad annullare se stessi. Vivendo così dipendenti dall’altra persona è probabile che non si sappia chiaramente ciò che si desidera davvero.

Quando il partner abusa o sfrutta, si tende alla negazione e all’autoinganno, perché il bisogno che si ha di quella persona è troppo grande per pensare a rompere la relazione anche se è distruttiva e dolorosa.

Al di là di questi casi estremi, la dipendenza emotiva, in gradi diversi, si può verificare in qualsiasi coppia. Qualunque persona stabilisca un rapporto di coppia prova una certa dipendenza affettiva nei confronti dell’altro, ne sente la mancanza quando non c’è e non vuole perderlo.

Questo è ritenuto normale e non rappresenta alcun problema. I problemi sorgono quando il bisogno dell’altra persona è così intenso che tutta la vita gira intorno a lei e ci si vede controllati dalla necessità che se ne ha. La paura di essere abbandonati e di perdere l’altro sono continuamente presenti. È necessario che il partner dimostri continuamente che non se ne andrà, e anche così la paura persiste e crea problemi nella relazione.

Come identificare la dipendenza?

Chi la sperimenta perde interesse per se stesso, e l’autostima diminuisce. Trascura il proprio aspetto personale e l’appetito aumenta o diminuisce in modo drastico.

Queste persone, pensando di non ricevere un’attenzione adeguata, minacciano di farsi male e in casi estremi tentano il suicidio. Parallelamente, pensano che nessuno le ami, ma in realtà il problema risiede nella mancanza di coraggio e di amore per se stesse.

Le frasi che si sentono più frequentemente sono:

Quando lui/lei mi chiama non riesco a dirgli/le di no. Poi, come sempre, scompare e provo molta rabbia per non aver detto di no”.

Penso a lui/lei tutto il tempo. Non riesco a concentrarmi su nient’altro”.

Ogni volta che penso di porre fine alla relazione entro nel panico”.

Quando lui/lei non mi telefona ho crisi di pianto, angoscia, insonnia, mancanza di appetito (o eccesso), depressione e sono incapace di concentrarmi”.

Cosa fare di fronte alla dipendenza affettiva?

Il primo passo, e il più importante, è riconoscere che si sta vivendo una dipendenza affettiva dal partner. Bisogna ammettere che quell’amore idealizzato non esiste e che amare non significa soffrire.

In questo senso, bisogna prendere coscienza del fatto che il partner non è perfetto, che sbaglia, e capire che con il passare dei giorni, dei mesi e degli anni l’amore si trasforma, deteriorandosi se non viene alimentato in modo adeguato.

Un secondo passo è rafforzare la fiducia in se stessi. Man mano che questo si verifica, si dà libertà all’altra persona.

È così che si costruisce una relazione basata sul rispetto per sé e per l’altro, senza cadere in pressioni o ricatti.

Io sono io. Tu sei tu. Io non sto in questo mondo per realizzare le tue aspettative. Tu non sei in questo mondo per realizzare le mie. Tu sei tu. Io sono io. Se in qualche momento o in qualche punto ci incontriamo sarà meraviglioso. Altrimenti, non si può rimediare. Manco di amore per me quando nel tentativo di compiacerti mi tradisco. Manco di amore per te quando cerco di far sì che tu sia come voglio io anziché accettarti come sei realmente. Tu sei tu e io sono io” – Fritz Perls.

Dubbi e consulenze

Non esiste una coppia che non abbia problemi o che in un momento della sua vita non affronti una crisi. Molte coppie si chiedono se le loro differenze meritino la consulenza di un terapeuta o meno, e alla fine mettono da parte il problema perché minimizzano la situazione o hanno dei pregiudizi.

Per aiutare queste coppie, già da qualche anno Eva Melgarejo offre in Paraguay un laboratorio per coppie sposate e fidanzati dedicato a riflettere e a consolidare il rapporto di coppia. Il laboratorio si chiama Gran Desafío para Matrimonios y Novios (Grande Sfida per Coppie e Fidanzati) e si svolge ad Asunción, e per avere laboratori di questo tipo – alla fine dei quali viene rilasciato un attestato – in altre città o in altri Paesi si può contattare questo indirizzo: alefrias07@hotmail.com

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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