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App pro gender per bambini: dal parrucchiere al robot, niente più sessi

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Public Domain

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 25/02/16

Toca Boca e Tinybop inventano giochi virtuali dove la differenza di genere non esiste più

La confusione di genere si nasconde e prolifera nelle App per bambini. Che siano destinati alle bambine o ai bambini, i giochi sono proposti in spazi comuni, senza soluzione di continuità.

Gli sviluppatori di applicazioni, denuncia Agensir (24 febbraio), stanno procedendo in questa direzione. Ci sono dei casi, in particolare, in cui la logica gender è palesata senza giri di parole: stiamo parlando delle App per smartphone “Toca Hair Salon” e “Tinybop”.

IL PARRUCCHIERE VIRTUALE

“Toca Hair Salon” è una delle applicazioni più popolari di Toca Boca, uno sviluppatore di applicazioni per bambini con sede a Stoccolma, New York e San Francisco. Le attività si svolgono in un parrucchiere virtuale disegnato con un uso abbondante di colori caramellosi. I capelli, con poche ditate sullo schermo, possono essere tagliati, fatti ricrescere, arricciati, colorati e ricomposti all’infinito in mille assurde geometrie tricologiche.

GENERE SESSUALE AMBIGUO

Fra i clienti virtuali di questa applicazione, spiega Agensir, ci sono personaggi caratterizzati come ragazze o come ragazzi; ci sono però anche un paio di tipologie di personaggi virtuali il cui genere sessuale è decisamente ambiguo. Mathilda Engman, responsabile del marketing di Toca Boca, dice chiaramente che l’obiettivo della società è quello «di non conformarsi ai tradizionali target di genere». Come se l’opzione maschile/femminile fosse ormai un optional superato. «I nostri personaggi sono eccentrici per essere accattivanti con tutti i nostri piccoli clienti».

“MISCHIARE” PEZZI DI ROBOT

Insomma tutto è lecito di fronte all’esigenza di fatturato. Non esiste scala di valori che regga. La pensano allo stesso modo a Tinybop, altra società di riferimento per la distribuzione di App per bambini. Tra le 8 principali, “Tinybop” ha messo in vendita una applicazione per costruire “robot” virtuali, “Robot factory” . I bambini, di entrambi i sessi, possono assemblare i pezzi come vogliono e i risultati sono spesso molto fantasiosi.

MA LA DIFFERENZA DI GENERE RESISTE

In questo modo si possono creare molto semplicemente robot “misti”, formati da parti maschili e femminili. Nei focus group seguiti dagli psicologi, però, hanno scoperto che i bambini si riferiscono alle loro creazioni attribuendo una differenza di genere: sono sempre “lei” o “lui”. Una bambina più cresciuta aveva costruito addirittura il suo fidanzatino.

«Nonostante le forzate strategie di marketing dei grandi gruppi, i bambini, per il momento – evidenzia ancora l’agenzia dei vescovi – sembrano sapere ancora cosa sia una differenza di genere. Per il momento».

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