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Adinolfi: “Le parole di Augias su Fortuna? Ennesimo attacco alla famiglia”

WEB CORRADO AUGIAS FORTUNA LOFFREDO

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 05/05/16

Il direttore de "La Croce" commenta le parole di Corrado Augias circa la morte della piccola Fortuna Loffredo che hanno fatto scalpore sui social

Martedì 3 maggio, nella trasmissione su La7diMartedì” a cura di Giovanni Floris, Corrado Augias è stato chiamato a commentare il tragico omicidio della piccola Fortuna Loffredo, di sei anni, ad opera di un orco che prima di ucciderla le ha anche usato violenza, compagno di una donna il cui figlio è morto l’anno scorso nelle medesime circostanze. Di seguito un breve passaggio della lunga intervista al noto giornalista e saggista che tanto scandalo ha provocato sui social network:

 Ma è una lettura accettabile quella di Augias? Lo abbiamo chiesto a Mario Adinolfi, blogger e direttore de “La Croce” che sull’argomento aveva usato parole dure.

E’ il mondo al contrario: il giornalismo di sinistra à la page che descrive una bimba uccisa come una adescatrice è qualcosa di folle” ci spiega, “Mia moglie ha pubblicato la foto della piccola Fortuna proprio sottolineando come non ci sia nulla di perverso in quella bimba che si fa ritrarre sorridente, per nulla ammiccante, con i colori sgargianti dell’infanzia, non certo della femme fatale”.

“Mia figlia ha 6 anni – riprende il giornalista – e ha il gusto della femminilità, non vorrei che Augias la pensasse come una adescatrice. Siamo in un mondo dove i bambini sono oggetti che vengono usati e messi in posa per le fantasie e le ideologie degli adulti. Dai bambini transgender messi in posa per fare propaganda, fino al lolitismo: la vera battaglia che facciamo è quella contro la violenza degli adulti sull’infanzia che ormai è quotidiana”.


LEGGI ANCHE:Disposti a piangerlo da morto. Ignorandolo da vivo


Paola Tavella, invece, sull’Huffington Post usa argomenti simili proprio per difendere Augias:

Noi femministe abbiamo combattuto le inserzioni pubblicitarie in cui le bambine sono costrette a atteggiarsi come donne sexy, emaciate, imbronciate, truccate. Abbiamo denunciato l’orrore dei concorsi di bellezza per bambine, che sembrano sfilate per pedofili, cataloghi di Barbie in miniatura. E vi ricordate che gli italiani sono i primi nel mondo per turismo sessuale, che vanno in Thailandia, in Brasile, in Vietnam a farsi una minorenne dopo l’altra per pochi soldi? Allora riconosciamo che Augias ha ragione. Anzi, ha detto qualcosa che viene subito in mente guardando la foto di Fortuna, perché Fortuna, povero amore, in quella foto ha l’atteggiamento di una soubrette.

Ma Adinolfi non ci sta e spiega: “io non ho visto altro che una bambina normalissima in un contesto di degrado, di omertà mafiosa. È una bimba di 6 anni che sperimenta la sua identità, quella che Augias e altri danno è una lettura sbagliata che tende a costruire una giustificazione di quella violenza, quasi un ‘se l’è cercata’ che diventa naturalmente un ‘è colpa della madre’. Il sottotesto di questa argomentazione è che la colpa sia dell’istituzione familiare in se stessa. Contro la famiglia c’è sempre una occasione per sparare a zero, mentre per i casi come il ricco PR romano omosessuale che ricattava una trentina di 14enni con foto delle loro performance sessuali, sappiamo tutto dopo due mesi dall’arresto ed è ancora tutto un fiorire di condizionali sui giornali. Solo sulla colpevolezza della famiglia c’è sempre accordo immediato...”

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