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Donna in coma dal sesto mese di gravidanza si risveglia e conosce suo figlio

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Foto: arquivo pessoal

Sempre Família - pubblicato il 21/06/16

Neanche il virus H1N1 è riuscito a sconfiggere l'amore di questa madre

Una donna che era in coma dal sesto mese di gravidanza si è finalmente svegliata e ha conosciuto suo figlio. È rimasta incosciente per 45 giorni, e in quel periodo è avvenuto il parto. La vicenda è avvenuta a Niterói (Brasile) ed è stata raccontata dal giornale di Rio de Janeiro Extra.

Andreia Vasconcelos, di 29 anni, ancora ricoverata nel Complesso Ospedaliero di Niterói, è stata contagiata dal virus dell’influenza H1N1 e ha dovuto essere sedata e intubata dopo che un polmone aveva quasi smesso di funzionare. La sfida dei medici è stata quella di salvare la vita sia della donna che del bambino che portava in grembo.

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Il dramma è iniziato il 20 aprile, quando Andreia ha detto al marito, l’elettricista Aldenir da Silva Souza, di 37 anni, che era raffreddata. Due giorni dopo, quando già aveva grandi difficoltà a respirare, è stata portata in ospedale.

“Le dita delle mani e dei piedi stavano diventando scarlatte per la tanta forza che impiegava per respirare”, ha riferito il marito a Extra. “I medici hanno allora identificato il suo stato con l’influenza suina e hanno deciso di sedarla. Sono rimasto scioccato, pensavo alla vita di mia moglie e di mio figlio”.

Due giorni dopo, l’équipe medica ha deciso di effettuare un parto cesareo per far nascere il bambino. “Il nostro Jonatam, che ha 53 giorni di vita, è una vera forza”, ha commentato il papà. “Ha resistito a tre arresti cardiaci ed è nato che pesava solo 1,2 kg. Oggi ne pesa più di 2,6 ed è ogni giorno più forte. Per noi ogni piccolo passo nella sua evoluzione è una grande conquista”.

Il risveglio

“Il giorno in cui mi sono svegliata sono rimasta confusa e ho dovuto prendere dei tranquillanti”, ha affermato Andreia. “Ricordavo solo che ero raffreddata e quando mi sono svegliata non avevo più mio figlio nella pancia. Mi sono calmata solo quando l’ho visto. È la cosa più bella. Non vedo l’ora di andare a casa con lui”.

Prima di vedere il figlio, tuttavia, Andreia ha dovuto essere sottoposta a una serie di procedure mediche, compreso l’aiuto di un polmone artificiale, per via di un’insufficienza respiratoria.

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“Dopo un periodo di ricovero, abbiamo capito che anche con l’aiuto dell’ossigeno non aveva la forza per respirare”, ha spiegato il medico Moyzes Damasceno, uno dei responsabili della ripresa di Andreia.

“Per questo, abbiamo dovuto sottoporla alla cosiddetta ossigenazione per membrana extracorporea (ECMO, dalle iniziali in inglese), che sostituisce la funzione dei polmoni e permette che l’organo riposi per recuperare. Oggi la signora sta bene e la nostra équipe crede che già la settimana prossima possa uscire. Anche il bambino è in piena fase di recupero, ma nel suo caso ci vorrà qualche altro giorno perché possa andare a casa”.

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Secondo il Ministero della Salute brasiliano, le donne incinte sono quattro volte più inclini rispetto alla popolazione generale ad avere gravi complicazioni provocate dal virus H1N1, com’è accaduto nel caso di Andreia.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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