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Il futuro santo che rifiutò di giurare fedeltà a Hitler

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Larry Peterson - pubblicato il 19/09/16

Josef Mayr-Nusser obbedì il primo comandamento fino alla fine: "...non avrai altro dio all'infuori di me"

Mi piace tantissimo leggere la vita di chi è in quella che chiamo la “Hall of Fame” cattolica (cioè i santi canonizzati e coloro che sono sulla via della canonizzazione). Un giorno mi sono imbattuto in un tale di nome Josef Mayr-Nusser. Mi ha colpito perché, come me, era membro della Società San Vincenzo de Paoli (il cui fondatore – che non è Vincenzo de Paoli, come si potrebbe invece intuire – è un altro dei personaggi che apprezzo tanto, come ho scritto qui).

Josef era parte della Società, e questo comporta che io e lui abbiamo qualcosa in comune, oltre al semplice fatto di essere cattolici. Seppur separati dal tempo, ci siamo trovati ad operare con lo stesso ministero.

Le nostre vite hanno, però, una differenza macroscopica: lui è morto per mano dei nazisti nel 1945 ed è stato dichiarato martire. La sua beatificazione è prevista per il prossimo anno. Non posso permettermi quindi di avanzare paragoni azzardati. Eppure c’è una forte connessione tra di noi. Posso identificarmi in alcuni aspetti della sua vita precedenti all’avvento del nazismo.


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Josef Mayr-Nusser nacque nel 1910 a Bolzano. I suoi genitori, cattolici devoti, crebbero Josef e suo fratello maggiore Jakob nell’amore per Cristo e per la Sua Chiesa. Jakob diventò un sacerdote, mentre Josef rimase un cattolico laico fedele alla sua devozione.

Da giovane rimase affascinato dalla vita di Federico Ozanam (il fondatore della Società) e di San Vincenzo de Paoli. A 22 anni si unì alla conferenza della Società a Bolzano. Dopo cinque anni ne divenne il presidente. E qui la connessione con me si fa più forte, sono stato presidente di una conferenza per sette anni.

La Società opera sotto una “Regola” approvata da Roma che si applica a tutti i vincenziani nel mondo. La stessa regola era in effetto già nel 1937. Non sono le persone a rivolgersi ai vincenziani per chiedere assistenza, sono loro ad andare dalla persona che ha bisogno di aiuto. Questo è il cosiddetto principio della “visita domestica”. È stata questa la prassi da quando Federico Ozanam ha avviato la Società.

È straziante non avere le risorse per assistere le persone che vertono in situazioni difficili, come può essere uno sfratto. Non c’è nulla di più atroce del non essere in grado di fornire l’aiuto necessario, lasciando che famiglie intere vengano messe per strada proprio davanti ai propri occhi. Sono certo che queste esperienze abbiano lasciato un impatto forte in Josef Mayr-Nusser, perché divenne molto determinato nella lotta contro la povertà a Bolzano.

Da presidente di una conferenza, posso capire ciò che Josef dovette affrontare. Questo ha cementato la mia connessione con lui, che però arriva soltanto fino ad un certo punto. Non potrei mai immaginare cosa voglia dire vivere sotto il dominio nazista.

Josef sposò Hildegard Straub nel 1942, e nel 1943 ebbero un figlio a cui misero nome Alberto. Ma le circostanze della Seconda Guerra Mondiale divisero rapidamente la famiglia. I nazisti presero Bolzano e Josef fu arruolato e spedito in Prussia per un addestramento militare. Josef disprezzò Hitler e i suoi nazisti, diventando addirittura membro di un gruppo antinazista chiamato “Andrea Hofer Bund”. Quando fu chiamato per giurare fedeltà ad Adolf Hitler, il suo destino fu segnato.


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Gli venne chiesto di fare il giuramento il 4 ottobre 1944. Fece un passo avanti e disse: “Non posso giurare fedeltà a Hitler in nome di Dio. Non posso, perché la mia fede e la mia coscienza non lo permettono”.

I suoi amici provarono subito a farlo tornare sui suoi passi, ma lui rifiutò. Lo strattonarono, gli gridarono contro e lo scossero. Ma lui continuò a rifiutarsi. Sosteneva che il nazismo non si potesse conciliare in alcun modo con il cristianesimo. Era un’ideologia che contrastava la legge divina di Cristo. Fu tirato fuori dai ranghi e portato a Danzica, dove venne processato.

Nel febbraio 1945 Josef fu condannato a morte per tradimento, e venne portato a Dachau per essere fucilato. Durante il viaggio fu colpito da un attacco di dissenteria, e morì sul treno. Quando il suo corpo fu trovato, aveva una bibbia e un rosario con sé. Aveva 34 anni.

Il Primo Comandamento, dato da Dio a Mosè, è: “Io sono il Signore, tuo Dio, non avrai altro dio all’infuori di me”. Josef Mayr-Nusser rifiutò di sostituire il suo Dio con Adolf Hitler. Questo atto gli costò la vita. Oggi è conosciuto come il “Martire del Primo Comandamento”.

Dopo alcuni ritardi imprevisti, la beatificazione di Josef Mayr-Nusser è stata approvata ed avrà luogo a Bolzano il 18 marzo 2017.

Chiedo al mio fratello vincenziano, Beato Josef Mayr-Nusser, di pregare per noi.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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