Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 19 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Le 5 lezioni della conversione di San Paolo

la_conversion_de_saint_paul_giordano_nancy_3018

Dominio Pubblico

Jaime Septién - Aleteia - pubblicato il 26/09/16

Dio lo ha aspettato e lo ha fatto cadere dall'alto

“Tutti abbiamo letto la storia della conversione di Saulo – da acerrimo nemico dei seguaci di Cristo a leggendario evangelista per Dio”, ha scritto Gabriel Garnica in un articolo pubblicato di recente sul Catholic Stand.

Garnica segnala che Paolo “non si è convertito appena caduto da cavallo; lì è iniziato il processo che lo ha portato a giocare il ruolo meraviglioso che ha avuto nella storia della nostra fede”.

Mettendo da parte il processo in generale – dice l’autore –, possiamo scoprire almeno cinque lezioni dirette della caduta in sé:


LEGGI ANCHE: I 7 passi della conversione secondo il Salmo 50


1. La misericordia divina arriva in genere quando abbiamo raggiunto il nostro punto più basso. Saulo era un incubo per i primi cristiani, e la sua persecuzione sembrava non avere limiti. Ricordiamo che ha assistito alla lapidazione di Stefano e l’ha approvata. Dio lo ha aspettato e lo ha fatto cadere dall’alto, sia dal suo cavallo che dalla posizione che aveva assunto contro i seguaci di Suo Figlio. In modo simile, Cristo ci offrirà pazientemente la sua divina misericordia quando sembrerà che la meritiamo di meno, e anche quando crediamo meno di meritarla. Ricordiamo in che modo il padre ha accolto il figliol prodigo.

2. L’intervento di Dio nella nostra vita sarà sempre inaspettato. Il modo di misurare il tempo di Dio non ha nulla a che vedere con il nostro. Il suo intervento nella nostra vita non riflette le nostre aspettative. Saulo era l’ultima persona che i primi cristiani credevano potesse diventare il loro più appassionato difensore, ma è proprio questo che Dio ha fatto con lui. La fede non è aspettare di comprendere la bontà di Dio nella sua totalità; la pazienza è avere fede per attenderla.

3. La presenza di Dio nella nostra vita si rinviene spesso fuori da una chiesa. Se è necessario andare a Messa per rinfrancare l’anima ascoltando la Parola di Dio e per nutrirci con il Corpo e il Sangue di Cristo, gran parte delle applicazioni dell’insegnamento della Chiesa avviene nel mondo. Saulo è caduto da cavallo sulla via che lo portava a Damasco, non una volta giunto a destinazione, né in una casa o in qualche luogo di adorazione. La casa del Signore è la stazione di servizio in cui riempiamo di carburante la nostra fede, ma la nostra missione nel servizio a Dio è sulla via, dove applichiamo la fede per aiutare gli altri.

4. Abbiamo tutti un cavallo sulla via di Damasco. Saulo montava il suo cavallo mentre andava a lottare contro Dio. Avrebbe potuto usare lo stesso cavallo per aiutare Dio, ma ha deciso di usarlo per fare il contrario. In questo modo, ha fatto sì che Dio lo buttasse giù, per umiliarlo in preparazione alla grande missione di servire il suo progetto. Tutti abbiamo un cavallo che ci può portare lontano da Dio: può essere l’orgoglio, l’arroganza, il denaro, il potere… Scenderemo per nostra iniziativa o aspetteremo che Dio ci butti giù?

5. Fede e umiltà superano i cinque sensi. Paolo non ha mai camminato al fianco di Cristo. Non era uno di quelli scelti originariamente, ma la sua fede e la sua umiltà lo hanno reso grande come coloro che hanno camminato con il Signore. Dio viene nella nostra vita, e noi Gli permettiamo di entrare, senza seguire la proporzione di quello che crediamo, vediamo, ascoltiamo, tocchiamo o gustiamo. I cinque sensi e tutte le sensazioni che li seguono sono polvere sul cammino dell’umiltà e della fede. Dopo essere stato buttato giù da cavallo da Dio, Paolo è rimasto temporaneamente cieco. Nel viaggio verso la nostra Damasco, noi siamo spesso ciechi per un periodo molto superiore.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
san paolotestimonianze di vita e di fede
Top 10
See More