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Perché giudichiamo e critichiamo e come smettere di farlo

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Shutterstock / Rawpixel.com

padre Carlos Padilla - pubblicato il 10/10/16

L'abbraccio di Dio ti guarisce

Cos’è che mi rende impuro? Penso alle mie critiche, ai miei giudizi, alle mie condanne, alle mie paure. A tutto ciò che nasce dal cuore e mi rende impuro.
Mi isola. Mi incatena.

Penso al mio sguardo, che non è puro. La mia impurità mi rende schivo, egoista, centrato su me stesso, schiavo.

Da dove viene la mia critica? Spesso critico quando non mi piace come agiscono gli altri e voglio che si comportino come voglio io. Condanno i loro modi, li giudico, li critico.

Altre volte lo faccio perché il mio cuore non è in pace. È malato, ferito, e non è contento della sua vita. Tutto gli sembra andare male e lo condanna. L’anima è ferita d’amore. E quella ferita mi rende malato. Nella mia malattia non sopporto la salute altrui. Non sopporto i loro successi.

Nella mia malattia mi ribello contro l’ingiustizia di questo mondo, contro Dio che resta immobile davanti al mio dolore. Nel fondo dell’anima voglio essere puro.

Di cosa sono malato?

Voglio guardare con gli occhi dei bambini. Voglio confidare nel potere di Dio. Ho bisogno di più fede per credere alle sue parole.

Voglio fidarmi. Fidarmi delle persone che nel mio cammino mi chiedono di confidare in Dio e di avvicinarmi. Di non rimanere distante.

La sfiducia mi mantiene lontano da Dio quando mi sento impuro. Gesù mi invita ad avvicinarmi. Con la mia impurità, senza paura. La sua misericordia mi aspetta. Il suo abbraccio. La sua guarigione. Voglio confidare di più nel suo potere.

All’improvviso sana, cura, salva. Voglio confidare nel suo abbraccio e nel suo sguardo comprensivo.

Avvicinarmi oggi con la mia malattia. Con quella impurità dell’anima che non ho neanche il coraggio di riconoscere.

Gliela offro. Gesù mi rende puro. Rende possibile l’impossibile.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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