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Corita Kent: suora, insegnante, artista pop e messaggera di amore

Corita Kent

Corita Kent, 1965 – Su gentile concessione del Corita Art Center, Comunità del Cuore Immacolato di Maria, Los Angeles

Cerith Gardiner - For Her - pubblicato il 14/10/16

La sua passione per la giustizia sociale, la sua lungimiranza e i suoi metodi all'avanguardia l'hanno resa una figura di spicco nel mondo dell'insegnamento e dell'arte, continuando ad essere di ispirazione ancora oggi

Quando parliamo della pop art, normalmente ci viene subito in mente il “Barattolo di zuppa Campbell” o il “Dittico di Marilyn Monroe” ad opera di Andy Warhol. Diventata famosa verso la fine degli anni ’50, la pop art è stata una corrente artistica contemporanea che ha riprodotto oggetti universalmente riconoscibili attraverso rappresentazioni artistiche audaci e sorprendenti. Non esattamente l’espressione artistica che noi assoceremmo ad una suora. Eppure quest’anno ricorre il 30esimo anniversario della morte di Corita Kent (1918–1986) – ex suora Mary Corita Kent del Cuore immacolato di Maria di Los Angeles – un’artista umile e meno nota, ma con un grande messaggio d’amore e di speranza che ha provato a condividere con le sue opere.

Potreste non aver mai sentito parlare di Corita Kent, che ha lavorato principalmente con la stampa serigrafica, ma potreste aver già visto alcuni dei suoi lavori principali. Come ad esempio i francobolli “Love” del 1985, commissionati dallo United States Postal Service, che hanno superato i 700 milioni di vendite. E chi vive a Boston probabilmente è stato abbastanza fortunato da vedere l’originale “Rainbow Swash” su un serbatoio di gas naturale alto 43 metri (la più grande opera registrata al mondo) prima della sua demolizione nel 1992. Le due opere hanno qualcosa in comune: sono entrambe allegre, esteticamente belle e trasmettono un messaggio positivo. E queste caratteristiche sono state un leitmotiv di tutte le opere realizzate da Corita, che mostrano il suo interesse in tematiche quali “la povertà, il razzismo e la guerra” e che rivelano “il suo messaggio di pace e giustizia sociale, che continua a ispirare il pubblico ancora oggi”.

Corita è stata professoressa di educazione artistica presso l’Immaculate Heart College, dove ha insegnato per 30 anni. Ad ispirare gli alunni non furono soltanto i metodi innovativi della religiosa, ma anche il messaggio che ha diffuso, incuriosita da tutto ciò che la circondava: le Scritture, i cartelli pubblicitari, i supermercati, persino gli autolavaggi. Incoraggiava i suoi alunni a guardare con occhi nuovi il mondo attorno a loro. Uno dei suoi “compiti di osservazione” spingeva i ragazzi a guardare ogni cosa come unica, perché non esistono due cose perfettamente identiche. “Il genio è guardare cose ordinarie in modo straordinario”, soleva ripetere.

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Corita Kent, is standing in the middle pointing out a student at Immaculate Heart College Art Department c. 1955. Photo by Fred Swartz and courtesy of the Corita Art Center, Immaculate Heart Community, Los Angeles
Corita Kent, al centro, indica qualcosa a uno degli studenti dell'Immaculate Heart College Art Department c. 1955. Foto di Fred Swartz, su gentile concessione del Corita Art Center, Comunità del Cuore Immacolato di Maria , Los Angeles
La portentosa suora organizzò per i suoi studenti gite didattiche per conoscere altri designer – come ad esempio la famosa coppia Ray e Charles Eames – e per prendere ispirazione dalle cose più comuni. I suoi metodi didattici “diventarono leggendari” (alle sue lezioni presero parte anche membri del clero), così come lo diventò anche la lista di regole che aveva appeso in classe:

Regola numero uno: Trova un posto di cui poterti fidare, e prova a fidartene per un po’ di tempo.

Regola numero due: Doveri generali dello studente: assorbi il più possibile dal tuo insegnante, assorbi il più possibile dagli altri studenti.

Regola numero tre: Doveri generali dell’insegnante: assorbi il più possibile dai tuoi studenti.

Regola numero quattro: Considera ogni cosa come un esperimento.

Regola numero cinque: Sii auto-disciplinato: questo significa trovare qualcuno che sia saggio o intelligente e decidere di seguirlo. Essere disciplinato vuol dire seguirlo bene. Essere autodisciplinato vuol dire seguirlo meglio.

Regola numero sei: Non esistono errori. Non esiste vittoria o sconfitta. Esistono soltanto azioni.

Regola numero sette: L’unica regola è il lavoro. Se ti dai da fare arriverai da qualche parte. Le persone che fanno tutto il lavoro, per tutto il tempo, ad un certo punto hanno successo.

Regola numero otto: Non cercare di creare e analizzare contemporaneamente. Sono processi differenti.

Regola numero nove: Sii felice ogni volta che ci riesci. Divertiti. È più facile di quello che pensi.

Regola numero dieci: “Rompiamo tutte le regole, anche quelle che ci siamo dati da soli. E come lo facciamo? Lasciando abbastanza spazio per mille altre cose” (John Cage)

Suggerimenti: Sii sempre presente. Partecipa a ogni evento. Vai sempre a lezione. Leggi tutto quello su cui puoi mettere le mani. Guarda i film con attenzione, e spesso. Metti tutto da parte, potrebbe tornare utile nel futuro.


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Oltre ad essere di grande ispirazione per i suoi alunni, Kent era anche un’attivista, non immune da polemiche a causa dei suoi metodi all’avanguardia. Determinata a condividere il suo messaggio di amore e speranza, Kent viaggiò in tutto il paese, affrontando sempre più tematiche politiche (tra cui la Guerra del Vietnam ed altre crisi umanitarie). Il paese era attraversato da molti focolai di tensione, e anche la Chiesa maturò dei cambiamenti interni. Dopo il Secondo Concilio Vaticano degli anni ’60 (che assunse il ruolo di guida su come la Chiesa dovesse relazionarsi al mondo moderno), Kent volle introdurre alcuni cambiamenti con impazienza e con più rapidità dei responsabili della sua chiesa locale. Contraddistinta da uno spirito pionieristico ed innovativo, e frustrata per le reazioni ricevute, Kent tornò alla vita laica nel 1968. Circa il 90% della sua comunità religiosa la seguì.

Per Corita non fu facile lasciare la Chiesa, considerando che si fece suora esattamente dopo il liceo. La sua forte fede fu la forza motrice del messaggio che voleva diffondere con la sua arte. A Boston continuò a lavorare nel settore fino a 67 anni, quando un cancro la portò via con sé. Nel 1982 venne chiuso l’Immaculate Heart College ma l’aula in cui Kent dedicò tanti anni della sua vita all’insegnamento venne intitolata “The Corita Art Center”, in memoria di un’individuo così pieno di passione e capace di ispirare il prossimo. Il centro non soltanto preserva le opere di Corita, ma promuove la sua “passione per la giustizia sociale”.

Corita Kent nel suo appartamento, c. 1970. Su gentile concessione del Corita Art Center, Comunità del Cuore Immacolato di Maria , Los Angeles
Corita Kent in her apartment c. 1970. Courtesy of the Corita Art Center, Immaculate Heart Community, Los Angeles

Quello che ha realizzato quest’artista dinamica, suora, attivista e insegnante va ben oltre le opere d’arte che ci ha lasciato. Ha ottenuto qualcosa di impensabile; da donna e da suora ha lasciato il segno nel mondo dell’arte contemporanea, all’epoca estremamente maschilista. Le sue idee erano troppo avanti per la sua epoca, e il suo messaggio di amore e di speranza continua ad avere grande importanza ancora oggi. Quando affrontiamo le conseguenze di Madre Natura – come è ad esempio la terribile distruzione di Haiti – o le agitazioni politiche e sociali in giro per il mondo, ricordiamoci delle parole di Corita: “I fiori nascono dai momenti più bui”.


Il Corita Art Center è aperto dal lunedì al venerdì (dalle 10 alle 16). È possibile visionare gli archivi o acquistare alcuni dipinti di Corita. Gradito appuntamento telefonico.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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