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Perché festeggiare o commemorare la Riforma?

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Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia - pubblicato il 28/10/16

Risponde il cardinale Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani

La voce del popolo (Vox populi), frammentata e discordante nelle sue varianti, può gridare disordinatamente le questioni (qui generalizzate) “Perché commemorare i 500 anni della Riforma?”, “Perché festeggiare, se noi cattolici e luterani siamo divisi?”

Al riguardo, per affrontare la polemica connotazione tra festeggiare e commemorare, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha precisato che c’è differenza tra i due termini, ma in mezzo alla discrepanza linguistica c’è l’atto della penitenza per la divisione attuale.

Alla fine, tra [1] gratitudine e [2] speranza c’è l’atto di festeggiare (celebrare) il volere e il mobilitarsi di entrambe le Chiese per perseguire l’anelito dell’unità, e poi c’è la commemorazione (ricordare solennemente) della realtà storica e della sfida presente della divisione [3], per la quale tutti (cattolici e luterani) in atto di penitenza dovrebbero chiedere perdono a Dio.

Kurt Koch lo ha spiegato questo mercoledì 27 ottobre nella Sala Stampa della Santa Sede in tre punti concreti tratti dal documento ufficiale Dal conflitto alla comunione (2013), sulla commemorazione congiunta luterano-cattolico romana della Riforma che si compirà nel 2017 e che presenta i temi del ringraziamento, del pentimento e dell’impegno nella testimonianza comune.

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1. Gratitudine per tutto ciò che si è potuto riscoprire che esiste in comune tra luterani (protestanti) e cattolici, una gratitudine per quello che si può costruire e si può quindi festeggiare come manifestazione di gioia.
2. Lutero non ha voluto compiere una divisione e creare nuove Chiese. Voleva rinnovare la Chiesa cattolica, ma all’epoca non era possibile ed è arrivata la divisione della Chiesa. Oltre alle orribili guerre confessionali durante il XVI e il XVII secolo (soprattutto la Guerra dei Trent’Anni, che ha trasformato l’Europa di allora in un mare rosso di sangue e di fango), cosa vogliamo festeggiare al riguardo?
3. Speranza che da questa commemorazione comune possano derivare buoni frutti per il futuro, riferendosi al buono stato d’animo di festeggiare con piacere il cammino ecumenico percorso sperando che arrivino risultati positivi.

Il cardinale Koch ha spiegato che sul primo e sul terzo punto si può festeggiare “senza problemi”, mentre sul secondo bisogna fare penitenza. Bisogna insomma capire quale punto di festeggia.

Il porporato ha precisato che il termine “festeggiare” in tedesco e in lingue come l’italiano o lo spagnolo non è la stessa cosa. In italiano o in spagnolo si può festeggiare tutto, è un termine che si usa molto nel linguaggio popolare, mentre in tedesco non è così.

Si evidenzia quindi la differenza tra festeggiare e il termine ufficiale di commemorazione, ovvero ricordo solenne di quanto accaduto nella Riforma.

In questo contesto, papa Francesco parteciperà a una preghiera congiunta tra la Chiesa cattolica e la Federazione Luterana Mondiale per commemorare i 500 anni della Riforma. La celebrazione avrà luogo nella cattedrale luterana di Lund, in Svezia, lunedì 31 ottobre. In seguito il papa prenderà parte a un evento ecumenico presso la Malmö Arena.

L’evento serve anche per commemorare i 50 anni del dialogo tra la Federazione e la Santa Sede, ha ricordato questo mercoledì Greg Burke, portavoce vaticano, in occasione della presentazione alla stampa del programma del viaggio papale.

Tre punti ancora irriconciliabili

Luterani e cattolici non trovano ancora un accordo su tre questioni principali: il ministero, la Chiesa e l’Eucaristia. Secondo il cardinale Koch, il dialogo procede bene nel cammino che porterà a risolvere questi punti.

Fino a pochi decenni fa, ad ogni modo, nessuno avrebbe pensato che le due Chiese sarebbero state in grado di raggiungere un accordo sulla questione della giustificazione, come è avvenuto nel 1999, e men che meno di realizzare una commemorazione comune dei 500 anni della Riforma di Lutero.

Come dimostrazione di buona disposizione e collaborazione, il pastore Martin Junge, Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale, è stato invitato dalla Sala Stampa vaticana a partecipare alla presentazione del viaggio del papa in Svezia.

La scomunica contro Martin Lutero finirà?

I giornalisti hanno chiesto quando avrà fine la scomunica nei confronti di Martin Lutero. Il cardinale Koch ha spiegato che la scomunica si conclude con la morte di una persona.

Allo stesso modo, ha indicato che ci sono alcune cose che si possono imparare da Lutero. Nel bel discorso pronunciato da Giovanni Paolo II a Magonza o in quello di Benedetto XVI a Erfurt, ad esempio, è stato sottolineato che la preoccupazione principale di Lutero era la centralità di Dio e di Cristo. Anche papa Francesco, tornando dall’Armenia, ha sottolineato che Lutero aveva “buone intenzioni”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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