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“Se avessi abortito mio figlio credo che non mi sarei ancora ripresa”

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Aleteia Spagnolo - pubblicato il 09/12/16

Samantha Vallejo-Nágera e Sara Carbonero parlano di bambini con la sindrome di Down e aborto

Al giorno d’oggi è difficile trovare donne famose che parlano di aborto e di diagnosi prenatale dei bambini affetti da sindrome di Down. Samantha Vallejo-Nágera, cuoca, imprenditrice, membro della giuria del famoso programma MasterChef e madre di quattro figli, parla nel blog della giornalista e madre di due figli Sara Carbonero della maternità e della sua esperienza come mamma di Roscón, un bambino con la sindrome di Down.

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“Penso che la gente che abortisce sia tremendamente disinformata”, ha spiegato la Vallejo-Nájera interpellata sull’aborto.

“Questi bambini sono bambini felici, un’inesauribile fonte d’amore. Credo che se avessi abortito Roscón non mi sarei ancora ripresa. Conosco alcune madri che si sono pentite di averlo fatto”.

Nella conversazione, ha ricordato come ha saputo la notizia: “Tutte le persone che si trovavano nella mia stanza hanno iniziato a gridare: ‘Che orrore, che orrore!’ Mia madre era scandalizzata, ma io già lo sapevo perché appena nato l’ho visto fare un gesto strano con la lingua. Come dicono sempre, quello è l’unico dispiacere che ti danno nella vita i bambini Down”.

All’inizio, ad ogni modo, non è facile: “I primi giorni di vita di Roscón volevo solo che scomparisse. È molto duro ma è la verità”; “è una cosa che mi piace condividere perché le madri che hanno pensieri simili non si puniscano e non si sentano colpevoli, perché tutte lo abbiamo pensato”.

Samantha Vallejo-Nágera ha spiegato che dopo molti incontri con madri che aspettano bambini con la sindrome di Down è giunta alla conclusione che “è meglio saperlo dopo la nascita, perché altrimenti vivi malissimo la gravidanza. Diventa lunghissima, sogni questa cosa, non sai se il bambino nascerà cieco o con qualsiasi altro problema…”.

“Vivo un momento d’oro. Dico sempre che Roscón è stato il punto di partenza di questo periodo, di tutto ciò che c’è di buono. È stato un ‘click’ che mi ha dato la vita, e tutta la forza che ci ha dato Roscón l’ho riscontrata in ogni aspetto della mia esistenza”, ha concluso Samantha.

Sul blog di Sara Carbonero si può leggere tutta la conversazione.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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