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Se il prete è indegno non mi accosto alla Comunione. Faccio bene?

Catholic priest giving beliver a Holy Communion

© Antoine Mekary / ALETEIA

VATICAN CITY, October 16: Pope Francis attends a Holy Mass and canonization of blessed Salomon Leclercq, José Sanchez del Río, Manuel González García, Lodovico Pavoni, Alfonso Maria Fusco, José Gabrie

don Antonio Rizzolo - Credere - pubblicato il 16/12/16

Gentile direttore,

[…] quanti sacerdoti pedofili o dalla doppia vita più o meno nascosta celebrano tranquillamente i sacri riti! Io credo che li profanino e per me è un grande dolore per il rispetto che merita il Signore Gesù e per il dannoso scandalo alla mia fede Per questo, quando mi imbatto in qualche Messa celebrata da qualcuno su cui esistono voci fondate di questo genere, io non mi accosto alla Comunione.

Angela Guarnieri

Cara Angela, il problema che esponi è molto serio e purtroppo non è nuovo. La Chiesa si è espressa in proposito fin dal Medioevo e in maniera formale nel Concilio di Trento. In quell’occasione, in contrasto con le idee di Lutero, i padri tridentini affermarono che i sacramenti “conferiscono la grazia per propria e intima efficacia”. L’espressione latina originaria è “ex opere operato” e significa che i sacramenti sono efficaci anche se il ministro è indegno perché in stato di peccato. Peraltro non ci sono solo i peccati legati alla sfera sessuale, per quanto abominevoli come la pedofilia, ma anche quelli contro Dio, contro la giustizia e l’amore per il prossimo. L’efficacia dei sacramenti non dipende dal sacerdote perché egli è solo un ministro, un servitore, mentre è Cristo stesso che agisce. Come si legge nel Catechismo, “è lui che battezza, è lui che opera nei suoi sacramenti per comunicare la grazia che il sacramento significa. Il Padre esaudisce sempre la preghiera della Chiesa di suo Figlio”.

In altre parole, i sacramenti, dunque anche l’Eucaristia, agiscono “in virtù dell’opera salvifica di Cristo, compiuta una volta per tutte. Ne consegue che ‘il cristianesimo non è realizzato dalla giustizia dell’uomo che lo conferisce o lo riceve, ma dalla potenza di Dio’ (San Tommaso d’Aquino)”.

E’ vero, tuttavia che alcuni effetti dei sacramenti dipendono “ex opere operantis”, cioè da come agisce chi li amministra o li riceve. Un sacerdote santo, anche solo nel modo in cui celebra la Messa, porta molti più buoni frutti e aiuta tanti ad avvicinarsi al Signore. Molto dipende anche dalle disposizioni di chi riceve i sacramenti, da ciascuno di noi: il Signore infatti dona se stesso gratuitamente ed efficacemente, ma ci lascia liberi, ci chiede di fare la nostra parte per portare frutti di bene. In conclusione, cara Angela, accostati alla Comunione, al di là della santità del ministro, accogli con amore e retta intenzione il Signore che si dona a te. E prega perché tutti i sacerdoti siano davvero santi.

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