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Concepito durante un abuso sessuale, separato dal gemello e candidato al premio per il goal più bello del mondo

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Aleteia Brasil - pubblicato il 10/01/17

La storia di Marlone e Marlon, fratelli gemelli e amici che si sono conosciuti solo a 12 anni ma sono già nati sconfiggendo l'impossibile

I gemelli Marlone e Marlos sono nati nell’aprile 1992, quando la madre Deusa aveva appena 13 anni, nella remota regione del nord dello Stato brasiliano del Tocantins la cui forma sulla cartina le è valsa il soprannome di “Becco del Pappagallo”.

Marlos, che oggi preferisce essere chiamato Marlon, ha raccontato come Deusa, ancora nel reparto maternità della piccola città di Augustinópolis, abbia deciso di dare in adozione i due bambini.

“Una persona di 13 anni non capisce bene le cose, ancor di più all’interno del Paese, per come vanno purtroppo le cose. La gravidanza è stata il risultato dell’abuso sessuale da parte del mio padre biologico. Al momento del parto siamo quasi morti tutti e tre. Mia madre ha avuto un’emorragia, è stata una gravidanza molto difficile. Abbiamo sofferto un po’, ma grazie a Dio oggi siamo qui a raccontare questa storia”.

Suo fratello Marlone ha aggiunto altre informazioni durante un’intervista rilasciata nel 2015 alla rete ESPN.

“Non sentiva il desiderio di essere madre, anche per come lo era diventata”, ha spiegato. “Ancora oggi è traumatizzata. Non le piace vedere me o Marlon. Mantiene sempre le distanze”.

Marlone è stato presto adottato dalla famiglia di Jaldo e Eunice. È ancora Marlon a raccontarlo:

“Alla nascita pesava 2,3 kg, io 1,7. Hanno visto il bimbo più paffuto e hanno scelto lui”.

Mentre Marlone veniva portato nella sua nuova casa, sempre ad Augustinópolis, Marlon è rimasto con la famiglia biologica per essere allevato dai nonni, e si è trasferito con loro nella zona interna dello Stato di Piauí. Col passare del tempo, i gemelli hanno saputo dell’esistenza l’uno dell’altro, ma hanno trascorso tutta l’infanzia senza vedersi.


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Lo stipendio del padre adottivo, impiegato pubblico, ha permesso a Marlone di iscriversi a una scuola di calcio, mentre Marlon doveva accontentarsi di giocare nelle pianure del Piauí, e anni dopo ha osservato: “Nessuno della famiglia gioca a calcio, né il nostro padre biologico né nostro nonno, che io chiamo papà. Sembra che ce l’abbiamo nel sangue solo io e Marlone”.

Il percorso accidentato dei fratelli ha iniziato a virare verso un nuovo incontro solo nel 2004, durante una breve visita che Marlon ha fatto a una zia ad Augustinópolis (la zia era la sorella di Deusa e si era sposata nientemeno che con il padre biologico dei gemelli, quello che aveva abusato di Deusa).

Nel 2004 un amico di Marlone ha visto a una fermata d’autobus di Augustinópolis un ragazzino biondo e dalla pelle chiara che aspettava. È rimasto a bocca aperta: Marlone parlava sempre del gemello che abitava lontano, ma nessuno aveva mai visto questo fratello “immaginario”, e la storia era già diventata motivo di derisione. Ed è stato proprio là, a quella fermata d’autobus, che Marlon e Marlone si sono abbracciati piangendo e ridendo per la prima volta da quando la vita li aveva separati al reparto maternità, ben 12 anni prima.

Era un giorno festivo della Settimana Santa. Marlon ha rinunciato a far visita alla zia, e ha trascorso quei giorni in casa dei genitori adottivi del fratello. Voleva rimanere definitivamente, con il consenso delle due famiglie, ma in un discorso prima del pranzo del giorno di Pasqua la madre adottiva di Marlone ha menzionato la famiglia di Marlon.

Quando hanno citato il nome di mia nonna nel discorso del pranzo di Pasqua sono scoppiato a piangere e ho detto che volevo tornare nel Piauí. Avrei potuto restare, ma non potevo lasciare mia nonna”, ha ricordato Marlon.

Le strade dei due fratelli si sono separate ancora una volta.

Il ragazzino del Piauí avrebbe avuto notizie del fratello solo quattro anni dopo, quando il ragazzino del Tocantins era già a Rio de Janeiro ed era diventato giocatore del Vasco. La notizia sorprendente si è trasformata subito in una decisione di vita anche per Marlon, che ha di nuovo preso la strada di Augustinópolis.

“Ho trascorso un anno intero ad allenarmi perché non avevo le stesse basi di mio fratello, e a 18 anni sono andato a Rio a vivere con lui”.

Come ha scoperto uno studio dell’Università del Minnesota che ha dimostrato che i gemelli identici hanno lo stesso potenziale e la stessa intelligenza, Marlon gioca molto bene, nonostante il suo percorso sia stato più accidentato.

Marlone ha giocato nel Vasco, nel Cruzeiro, nel Fluminense, nello Sport e nei Corinthians ed è diventato uno dei dieci giocatori candidati a ricevere il Premio Puskás, della FIFA, che sceglie il goal più bello dell’anno, per un goal segnato nella partita Corinthians vs Cobresal per la Coppa Libertadores da América del 2016, mentre Marlone ha concorso con atleti che si disputano nientemeno che il titolo di miglior giocatore di calcio del mondo, Neymar e Messi.

Alla fine il premio è andato al malese Mohd Faiz Subri, che gioca nel Penang FA, ma Marlone e Marlon sono già pronti per la prossima conquista, stavolta uniti.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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