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Rinunciare a un vizio per 40 giorni? Fantastico! Ora aggiungete anche questa virtù

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Shutterstock / Astrostar

Caryn Rivadeneira - For Her - pubblicato il 02/03/17

Ogni settimana di marzo chiederemo a un esperto del campo spirituale di offrirci un po' di saggezza quaresimale, insieme a consigli pratici per trovare un significato più profondo per la vita

La maggior parte di noi è esperta nel rinunciare a qualcosa per la Quaresima. Trascorriamo il tempo prima del Mercoledì delle Ceneri considerando le cose che hanno un ruolo troppo importante nella nostra vita: cibo, bevande, attività o atteggiamenti che ostacolano una vita spirituale sana.

Anche se la Quaresima è una tradizione molto antica, potremmo aver bisogno di questa pratica più che mai ai giorni nostri, suggerisce la direttrice spirituale, autrice e ospite di podcast Anita Lustrea, perché rinunciare a qualcosa su cui contiamo o che ci piace un po’ troppo riporta nella nostra vita un “disagio” di cui abbiamo grande bisogno.

“Viviamo in una cultura del consumo”, ha affermato la Lustrea. “Diciamo raramente di no ai nostri desideri, che spesso guidano le nostre azioni. La Quaresima ci offre l’opportunità di dire di no al consumo irragionevole e all’indulgenza avventata”.

A suo avviso, non è sempre facile identificare le tendenze consumistiche: “Ci muoviamo così rapidamente che spesso non riusciamo a sentire i nostri pensieri, se non quelli relativi alla lista di cose da fare”.

Per questo, suggerisce l’idea di “aggiungere” qualcosa durante la Quaresima anziché limitarsi a “rinunciare” a qualcosa.

Ma cosa si può aggiungere alle proprie giornate già superimpegnate che ci possa aiutare in questo periodo di riflessione interiore? La Lustrea suggerisce di aggiungere qualcuno anziché qualcosa: una persona con cui si possa parlare regolarmente, che possa aiutarci ad “ascoltare la nostra vita” e a guadagnare una prospettiva spirituale.

“In quanto direttrice spirituale sono un po’ di parte”, ha riconosciuto la Lustrea, “ma considero la Quaresima un periodo particolarmente positivo per ricorrere all’aiuto di un direttore spirituale. Il fatto che qualcuno ascolti la nostra vita è essenziale. Un direttore spirituale è esperto nell’arte dell’ascolto profondo. Un direttore ascolta per sentire dove lo Spirito Santo è all’opera nella nostra vita e ci aiuta a rispondere agli inviti di Dio ad avere un rapporto più profondo con Lui” (ma se non avete accesso a un direttore spirituale potete considerare di fare affidamento su un amico di fiducia, o anche su un pastore, per iniziare questo tipo di conversazioni).

Se impegnarsi a far sì che qualcuno “ascolti la nostra vita” può sembrare imbarazzante, la Lustrea dice che questo processo aiuta a calmarsi. Si inizierà a vedere cos’è davvero importante e si otterrà una prospettiva sugli eventi della vita che sembrano delle crisi, o solo al di fuori della nostra routine quotidiana abituale. “Quando una persona si rivolge a un direttore spirituale, porta con sé tutto ciò che è insieme agli aspetti quotidiani della vita, alti e bassi, ansie e lotte”.

Il punto generale di una sessione di questo tipo è aiutare a vedere Dio all’opera in tutti i settori della vita e ad ascoltare ciò che Dio potrebbe dirci. La Lustrea ha ricordato che c’è un esercizio che alcuni direttori spirituali raccomandano di fare in questo processo e che consiste nell’incoraggiare le persone che dirigono a leggere “una specifica storia biblica e a inserirsi nella storia usando l’immaginazione”.

La Lustrea ha visto anche a livello personale la differenza che può fare questo tipo di esercizio: “Il mio direttore spirituale mi ha aiutata a dare un nome a quello che mi teneva bloccata in un luogo di dolore, incapace di incamminarmi verso la guarigione. Non appena è stato dato un nome a questa cosa, ho visto che ero stata seduta al margine della strada come il cieco in Marco 10. È come se Gesù fosse passato e mi avesse guarita. E tutto perché qualcuno ha ascoltato gli aspetti più profondi della mia vita”.

E i benefici, anche se spesso personali e sottili, non finiscono qui. La Lustrea dice che trovare una direzione parlando e riflettendo può essere d’aiuto:

Approfondisci il tuo rapporto con Dio
Smorza l’intensità di certi “vizi”
Libera l’ansia attraverso la preghiera
Trascorri meno tempo senza essere deciso o motivato, o essendo frustrato
Muoviti verso Cristo

Ma come con qualsiasi cosa che assumiamo o a cui rinunciamo in Quaresima, decidere di parlare con un direttore spirituale o di cercarlo richiede uno sforzo.

In primo luogo, lo sforzo di trovarne uno. La Lustrea suggerisce di contattare la propria parrocchia o la propria diocesi, o ovviamente di chiedere in giro. Molte persone si avvalgono di un direttore spirituale e sarebbero liete di indirizzarvi al loro.

In secondo luogo, richiede lo sforzo di trovare il tempo per inserire questo tipo di attività nel proprio programma già fitto.

Ad ogni modo, dice la Lustrea, vale sempre la pena di compiere lo sforzo. “In 1 Corinzi 9, 24-27 leggiamo dell’importanza di allenare il nostro corpo per la corsa. Scegliere la disciplina che richiede il fatto di allenarsi e di partecipare a una gara è importante. Non c’è possibilità di vincerla senza allenamento. Se non scegliamo le pratiche spirituali perdiamo la ricompensa che ne possiamo trarre”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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