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Perché penso che San Giovanni di Dio dovrebbe essere un nuovo patrono di chi è affetto da malattie mentali

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San Giovanni di Dio tiene a sè un ammalato

Mike Eisenbath - pubblicato il 11/05/17

Noi che soffriamo di depressione, ansia e altre malattie del genere abbiamo bisogno di qualcuno a cui rapportarci

La Chiesa può avvalersi di un altro santo patrono delle malattie mentali. Il mese di maggio è il Mese per la Consapevolezza della Salute Mentale, e non c’è quindi momento migliore per pensare a partner di preghiera idonei per quelli di noi che combattono contro una grave depressione o l’ansia grave, il disordine bipolare o altre malattie mentali.

Personalmente propongo San Giovanni di Dio.

Non ho niente contro Santa Dimpna, patrona di chi soffre di disordini mentali e nervosi. La sua storia è tanto potente quanto triste.

Giovane irlandese devota del VII secolo, Dimpna perse la madre a 14 anni. Suo padre soffriva di una grave malattia mentale e decise di sposare sua figlia. Dimpna allora fuggì in un altro Paese con due servitori e un sacerdote santo. Il padre li trovò, uccise il sacerdote e chiese di nuovo Dimpna in matrimonio. Quando lei rifiutò nuovamente la assassinò.

Una storia profonda sulla malattia mentale, a dir poco. Da persona che ha sofferto in modo meno violento e diciamo più normale di depressione e ansia gravi, tuttavia, non riesco a trovare un punto in comune con Santa Dimpna. Lo stesso vale per San Benedetto Giuseppe Labre e Santa Cristina Mirabilis, entrambi colpiti da malattie mentali.

Cerco un santo la cui esperienza sia più vicina alla mia e a quella dei 430 milioni di persone in tutto il mondo che soffrono in qualche modo di una malattia mentale. Cerco un santo che non solo abbia mantenuto la fede nelle traversie, ma abbia anche sperimentato un certo recupero. Cerco un compagno spirituale che abbia vissuto l’oscurità ma possa anche offrire speranza.

San Giovanni di Dio soddisfa tutti questi requisiti, pur se rapportati alle realtà della società del XV secolo, tanto diversa da quelli di oggi.

Nato in Portogallo nel 1495, scomparve da casa a 8 anni, probabilmente vittima di un rapimento. Alla fine si ritrovò senza un luogo da poter chiamare casa e a vivere in Spagna da orfano. In seguito divenne pastore per un agricoltore che lo prese con sé, e poi soldato. Incerto su quello che Dio avesse in serbo per lui, lavorò anche come distributore di libri e fu un vagabondo, cavandosela come meglio poteva.

Quando aveva poco più di 40 anni, ancora noto con il nome di Cidade, si ritiene che abbia subito un grave crollo – non è certo se abbia avuto davvero una malattia mentale o se un nuovo risveglio spirituale lo abbia portato a una sorta di fervore malinteso, o ancora se si sia trattato di una combinazione di entrambi i fattori. Ad ogni modo, venne affidato all’Ospedale Reale di Granada in Spagna, dove ricevette la cura che si riservava all’epoca alle persone affette da malattie mentali: segregazione dagli altri pazienti, catene, frustate e fame.

Qualunque fossero le sue condizioni mentali, venne trattato in modo molto severo in base agli errori dell’epoca, e testimoniò in prima persona che molti altri pazienti affetti da gravi malattie mentali ricevevano lo stesso trattamento.

Giovanni d’Avila, il suo direttore spirituale, gli fece visita e gli consigliò di servire gli altri, soprattutto i poveri, per esprimere la sua devozione. Questo portò Giovanni di Dio a trovare un po’ di pace e speranza, e presto lasciò l’ospedale per iniziare una vita di servizio. Alla fine fondò un ordine religioso poi chiamato Fratelli Ospedalieri di San Giovanni di Dio(Fatebenefratelli), che ancora prospera e si dedica alla cura dei poveri, degli ammalati e di chi è affetto da malattie mentali.

Ecco sette pensieri forti di San Giovanni di Dio, i cui seguaci continuano a prendersi cura di chi soffre di depressione, ansia, disordini bipolari, schizofrenia e una serie di altre malattie mentali in 53 Paesi:

  • “Quando ti senti depresso, ricorri alla Passione di Gesù Cristo, nostro Signore, e alle sue preziose ferite, e sentirai grande consolazione. Esamina tutta la sua vita… Di giorno predicava, di notte pregava… È felice solo colui che, nonostante tutto, ama solo Gesù Cristo e dà tutto per Lui”
  • “Qualsiasi tua sventura influisce anche su di me, e mi rallegro di tutte le tue benedizioni”
  • “Veder soffrire tanti poveri e vedere i miei fratelli e le mie sorelle con tante necessità sia corporali che spirituali mi rende molto triste perché non posso aiutarli”
  • “La fortezza ci dice di essere saldi e costanti al servizio di Dio, mostrando un volto lieto nelle prove e nelle tribolazioni, nella stanchezza e nella malattia, e di essere grati a Gesù Cristo per tutto”
  • “Ringraziate nostro Signore Gesù Cristo per tutto ciò che fa per noi e che ci dona. Se a volte ci manda difficoltà e tribolazioni, è per il nostro profitto e perché abbiamo ulteriore merito”
  • “Sperate solo in Gesù Cristo, che per le prove e le difficoltà che sopportiamo per amor Suo in questa povera vita ci darà la gloria eterna attraverso i meriti della Sua sacra Passione e la sua grande misericordia”
  • “Rifletti, figlio mio, su quanto sei costato a nostro Signore e su quanto ha sofferto per te, perché non desidera la morte del peccatore. Pensa che ricompensa sempre”

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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