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Il santo che rischiava la vita per salvare le prostitute

SAN REGIS PROSTITUTE

Bmclaughlin9 | CC

Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 16/06/17

La più grande passione di San Giovanni Francesco Régis era riconciliare i peccatori con Dio

Nel 1806, un seminarista in difficoltà fece un pellegrinaggio verso un remoto villaggio nelle Alpi francesi. Desiderava diventare sacerdote, ma sembrava che neanche la più grande determinazione al mondo potesse fargli migliorare il suo rendimento di studente. In ginocchio davanti alla tomba di San Giovanni Francesco Régis, il giovane affidò la sua vocazione nelle mani di questo grande sacerdote. Oltre mezzo secolo dopo, in punto di morte, San Giovanni Maria Vianney ammise la testimonianza e l’intercessione di San Giovanni Francesco Régis: “Tutte le cose buone che ho fatto, le devo a lui”.

Nato in Francia nel 1597, Régis era straordinariamente santo fin dall’infanzia. Non aveva alcun interesse nel gioco, preferendo contemplare le cose di Dio. Sensibile e devoto com’era, riuscì a non essere insopportabile con i suoi coetanei e piaceva a tutti. A 19 anni entrò nell’ordine dei Gesuiti e cominciò a prepararsi per un ministero sacerdotale che avrebbe salvato migliaia di anime.

Sebbene volesse andare nei campi missionari in America del Nord, per dare la sua vita come fece Isaac Jogues, Régis fu inviato alle missioni in Francia.

Negli anni successivi alla Riforma protestante, molti cattolici francesi si erano convertiti al protestantesimo. Altri erano così delusi dalle guerre di religione che avevano completamente abbandonato il cristianesimo. La povertà aveva costretto molte donne a prostituirsi, e in molti villaggi mancavano completamente sacerdoti (spesso perché la gente del posto li aveva uccisi, o espulsi, bruciando poi la chiesa…).

Molti dei sacerdoti che vi rimasero erano ignoranti, purtroppo, in quanto erano stati ordinati in fretta perché avrebbero dovuto sostituire le migliaia di martirizzati.

Sembrava una situazione senza speranza, ma Padre Régis sapeva che Dio avrebbe fatto grandi cose con i più umili degli strumenti, e restò dunque sulla sua decisione. Cominciò a dare cibo ai poveri e a prendersi cura dei malati, e in poco tempo si riunirono gruppi di persone per ascoltare i suoi sermoni. Con la sua predicazione semplice e potente le folle si moltiplicarono.

In seguito a una missione parrocchiale a Sommières, una città quasi interamente protestante, quasi tutti gli abitanti tornarono alla fede cattolica.

Ogni estate Padre Régis lavorava nella città, predicando, ascoltando confessioni e assistendo i poveri. Come San Vitale di Gaza, aveva un ministero particolare con le prostitute, parlava con forza alle porte dei bordelli chiedendo di farsi mettere sotto la propria custodia le nuove “reclute”.

A volte, quando vedeva una donna attaccata da qualcuno, si getteva sull’aggressore, liberando la donna dai suoi artigli e ricevendo lui stesso dei pugni dal malfattore.

Questo suo impegno nel salvare le vittime della tratta non gli portò molti amici. Anzi, Régis riceveva spesso minacce di morte, molte delle quali effettivamente sfociarono in attacchi alla sua persona. Se la scampava ogni volta, grazie alla Provvidenza o ad un vero e proprio miracolo.

Fondò un rifugio per le donne che aveva tratto in salvo, offrì loro formazione nel tessere pizzi in modo da poter essere indipendenti economicamente, finanziò un gruppo di donne caritatevoli e, miracolosamente, moltiplicò cereali per sfamare i poveri.

Ma soprattutto, predicava e confessava per ore, felice di poter riconciliare un peccatore con Dio.

La missione di Régis non era soltanto nei villaggi; il giovane, che avrebbe voluto evangelizzare nei campi ghiacciati del Canada, ebbe neve abbondante anche nelle Alpi francesi. Trascorreva le estati tra i villaggi, ma d’inverno faceva “escursionismo”.

Usciva alle prime ore del mattino, scalava montagne, avanzava con la neve fino all’altezza della cintura e raggiungeva i vari villaggi di montagna, senza pensare a mangiare né a riposare. Anzi, andava direttamente in chiesa per ascoltare le confessioni.




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In uno di questi viaggi, particolarmente pericoloso, padre Régis scivolò e si ruppe una gamba. Appoggiato sul suo compagno, riuscì a raggiungere il villaggio; lì rifiutò l’aiuto del medico per passare un paio d’ore nel confessionale. Quando se ne andò, varie ore dopo, la grave frattura alla gamba era guarita.

Sia nelle campagne che in città ebbe grande successo come predicatore. Dormiva poco e mangiava persino di meno, e amava sedersi nel confessionale per molte ore al giorno. Padre Régis sapeva che, nella confessione, il sacerdote è la mano di Cristo che sostiene i peccatori, per evitare che cadino nell’abisso della condanna. Per questo motivo nulla poteva distrarlo dal suo sacro dovere.

Fu questo impegno che lo uccise. Intrappolato in una tormenta di neve, padre Régis stava male per il freddo, ma si rifiutò di riposare perché c’erano ancora delle anime in attesa. Continuò anzi a predicare e a confessare, ora dopo ora, per poi svenire nel confessionale. Quando tornò in sé, insistette per ascoltare altre confessioni, fino a perdere nuovamente conoscenza due ore più tardi.

Infine, il 31 dicembre 1640, morì come aveva vissuto: totalmente votato a promuovere il bene delle anime delle persone.

Il 16 giugno, esta di San Giovanni Francesco Régis, chiediamo la sua intercessione per i sacerdoti. Possa Dio concedere ai nostri sacerdoti un profondo amore per i Sacramenti e per le anime, e il coraggio di aprire i propri cuori all’amore del prossimo. San Giovanni Francesco Régis, prega per noi!

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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