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Papa Francesco: rispettate il desiderio dei genitori di Charlie di accompagnarlo fino alla fine

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Antoine Mekary | ALETEIA

Pope Francis General Audience May 10, 2017 © Antoine Mekary / ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 03/07/17

La Santa Sede pubblica una dichiarazione del Pontefice di affetto e vicinanza in questo triste caso

La Santa Sede ha pubblicato il 2 luglio una dichiarazione di Papa Francesco sul caso del piccolo Charlie Gard, minacciato di essere privato di alimentazione e idratazione. Il Pontefice ha espresso “affetto e commozione” e vuole che venga rispettato il desiderio dei genitori di accompagnare il figlio fino alla fine.

Affetto da una malattia genetica, il bimbo di 10 mesi è stato oggetto di una decisione della Corte Europea dei Diritti Umani del 27 giugno scorso.

In opposizione al desiderio dei genitori, la Corte ha deciso di sospendere i trattamenti a cui è sottoposto.

“Il Santo Padre segue con affetto e commozione la vicenda del piccolo Charlie Gard”, ha affermato Greg Burke, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, “ed esprime la propria vicinanza ai suoi genitori”.

“Per essi prega, auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo”, si legge in un comunicato.

I genitori del bambino volevano portarlo negli Stati Uniti per una cura sperimentale. L’ospedale di Londra che lo segue si era opposto, proponendo di sospendere il sostegno respiratorio del bambino. Dopo mesi di battaglia legale, il Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo si è espresso a favore dell’ospedale e della Giustizia britannica.

Decisione pendente

Per ora l’ospedale ha deciso di rimandare la decisione di sospendere l’alimentazione e l’idratazione di Charlie. La Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles si è opposta il 28 giugno a questa sospensione, in base alla dottrina della Chiesa sulla questione, che ritiene che non si tratti di cure ma di assistenza di base.

Dal canto suo, la Pontificia Accademia per la Vita ha pubblicato il 29 giugno un comunicato firmato dal suo presidente, monsignor Vincenzo Paglia, nel quale si afferma che la cosa più importante è l’interesse del paziente e che “dobbiamo compiere ogni gesto che concorra alla sua salute e insieme riconoscere i limiti della medicina”, evitando perciò “ogni accanimento terapeutico sproporzionato o troppo gravoso”.

Il cardinale Carlo Caffarra, presidente emerito dell’Istituto Giovanni Paolo II per la Famiglia, ha dichiarato il 28 giugno al quotidiano Il Giornale: “Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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