È importante scoprire l'altro in tutto quello che comunica, non solo in ciò che dice a parole
Spesso sperimentiamo delle difficoltà al momento di relazionarci agli altri, non solo per il fatto di non saper comunicare o esprimerci apertamente, ma per l’incapacità di comprendere gli altri, di captare quello che ci stanno dicendo realmente.
Dare priorità all’altro
Un frammento del filosofo Eraclito dice: “Incapaci di ascoltare e di parlare, così sono gli uomini”.
Quando ascoltiamo gli altri stiamo sempre pensando a qualcosa, e andiamo incontro all’altro con domande previe (Heidegger), perché quando ascoltiamo un altro ci chiediamo cos’abbia a che vedere con noi, con i nostri interessi. E senza volerlo non stiamo più ascoltando davvero l’altro, ma rimaniamo concentrati su noi stessi, cercando quello che ci interessa.
Ci sono volte in cui siamo così concentrati su noi stessi che quando l’altro vuole aprirsi per raccontarci qualcosa nell’arco di pochi istanti già stiamo pensando a qualche nostra situazione simile, e arriviamo a interromperlo per raccontare ciò che succede a noi. L’autoreferenzialità è molto diffusa, ed è difficile trovare qualcuno che ascolti spogliandosi di qualsiasi interesse o ansia di raccontare le proprie vicende.
L’abitudine di stare attenti all’altro solo nella misura in cui quello che ha da dire ha a che vedere con noi è il grande ostacolo per la comprensione degli altri.
Solo se amiamo davvero l’altro lo ascolteremo in modo attento e disinteressato, cercando di comprenderlo al di là del fatto che abbiamo qualcosa da dire o meno, se ha a che vedere con noi o no. Non sono poche le volte in cui le persone che non si sentono ascoltate devono avvertire l’interlocutore dicendo: “Questo non ha a che vedere con te! Voglio solo condividerlo”.