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Un tuo amico pensa di avere la vocazione? Silenzio!

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Thoom / Shutterstock

Padre David Cartwright - pubblicato il 04/11/17

Bastano poche parole per aumentare la pressione e far fare marcia indietro a qualcuno

Conoscete la situazione – un amico è andato a una giornata di discernimento in seminario o ha fatto visita a una casa religiosa. Ha compiuto un passo coraggioso, che però non vuole ancora condividere con tutti.

Una vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata è qualcosa che ogni giovane cattolico dovrebbe quantomeno prendere in considerazione. Ma cosa succede quando fa il passo successivo?

Forse avete sentito parlare del discernimento di qualcuno da un amico di un amico. Qualcuno lo ha visto parlare con un sacerdote o una religiosa. “Sam ha visitato il seminario”, “Melanie è andata in convento”. Le intenzioni degli amici sono buone, ma hanno sbagliato per una cosa.

Ne hanno parlato ad altri.

Il momento del discernimento e della preghiera è coinvolgente, ma richiede tatto. La maggior parte di coloro che opera discernimento ama pensare e pregare privatamente per un po’ fino a che non è pronta a parlarne con gli altri. La pressione benintenzionata che deriva dall’eccitazione altrui può fare molti danni al processo di discernimento e alla libertà che serve per prendere la decisione giusta.

E allora cosa bisogna fare? Permettetemi di dare qualche suggerimento.

Primo, se sentite dire che un amico o un conoscente sta discernendo una vocazione, tenetelo per voi. È affar suo, non vostro, né di nessun altro. La persona interessata ha bisogno dello spazio, del tempo e della libertà per discernere adeguatamente senza sentire che tutti la stanno guardando.

In secondo luogo, pregate per questa persona, regolarmente e intenzionalmente. È la cosa migliore che potete fare per un amico che sta discernendo la vocazione. Accompagnatelo con la preghiera mentre cerca di seguire il Signore e di ascoltare i sussurri dello Spirito Santo nel profondo del suo cuore.

Terzo, se la persona condivide il suo discernimento con voi, trattate questa informazione con reverenza. Ha condiviso i suggerimenti dello Spirito Santo nella sua vita, e la sua generosa risposta a quella chiamata. È un terreno santo, trattatelo come tale.

Quarto, tenete questa notizia per voi, anche se è difficile! Siete emozionati per la persona, ma ricordate, è la sua chiamata e la sua vocazione. È la sua vita. Lasciate che la condivida con chi vuole. Siete pieni di entusiasmo e di gioia per lei e per la Chiesa, ma lasciate che condivida la notizia con chi vuole, e quando vuole. Alla fine la cosa diventerà pubblica, e quello sarà il momento di festeggiare insieme e di sostenerla nella decisione di dire “Sì” al Signore.

Il mondo dei giovani cattolici può essere una comunità piccola e compatta. Vi sostenete a vicenda nel vostro perseguimento comune della santità di vita. È naturale che qualcuno di questa comunità senta a un certo punto la voce del Signore. Quando accade, pensate al modo migliore per sostenere questa persona e aiutare il suo discernimento. Dirlo a tutti non aiuta. Rispettate la privacy e il periodo di discernimento. Verrete ringraziati per questo, anche dalla Chiesa negli anni a venire.

Padre David Cartwright è direttore vocazionale dell’arcidiocesi di Melbourne (Australia).

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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