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Quattro domande che vi siete sempre posti sul vostro angelo custode

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Thomas Hawk | CC BY-NC 2.0

Sébastien Morgan - pubblicato il 24/11/17

Anche se la vocazione degli angeli è cantare la gloria di Dio, svolgono un servizio quotidiano a ciascuno di noi

“Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede”, dice il Salmo 90, ma esistono davvero gli angeli custodi? Hanno realmente le ali? Cosa succede loro quando moriamo? Ecco le risposte a quattro domande che tutti ci siamo posti sugli angeli custodi.

Gli angeli custodi esistono davvero?

Gli angeli custodi sono vicini a noi. Nessuna Chiesa mette in discussione la loro esistenza, testimoniata fin dai primi giorni della Rivelazione. Papa Benedetto XVI lo ha ricordato in un discorso: “L’invisibile presenza di questi Spiriti beati ci è di grande aiuto e conforto: essi camminano al nostro fianco e ci proteggono in ogni circostanza, ci difendono dai pericoli e ad essi possiamo ricorrere in ogni momento” (parole di congedo dalla comunità ecclesiale e civile di Castel Gandolfo, 29 settembre 2008).




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Gli angeli custodi sono noti fin da quando l’uomo si è chiesto per la prima volta che luogo occupava nell’universo e si è rivolto all’invisibile in cerca di risposte. Gli sciamani hanno il loro alter ego animale, il loro compagno-guida. Prima del cristianesimo, Socrate e i greci avevano il proprio daimon, che Platone definì come “un essere intermedio tra il mortale e l’immortale”. Esiodo parlava degli “immortali di Zeus, guardiani degli uomini mortali, che custodiscono le parole e le opere malvagie, avvolti di etere, che vagano ovunque sulla terra”.

Chi è il misterioso angelo custode che veglia su di noi?

Sempre presente, sempre amororevole, il santo angelo custode è un legame vivente tra ogni essere umano e il Regno dei Cieli. Non eclissa il ruolo di Cristo, ma lo sublima. Perché, come ci dice il Catechismo, “Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono i suoi angeli: « Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli […] » (Mt 25,31)”.

“Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui: « Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni, dominazioni, principati e potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui » (Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: « Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza? » (Eb 1,14)”.

L’angelo custode ci protegge davvero?

L’essere umano non è mai davvero solo. L’angelo si prende cura di lui, e attraverso di lui Dio lo protegge. Il ruolo dell’angelo è in qualche modo quello di elevare la coscienza dell’individuo su cui veglia, di ispirarlo a tornare alla sua consapevolezza nei confronti del Creatore, l’unico capace di portarlo alla vera pienezza dell’anima. La missione dell’angelo è guidarlo verso Dio.

Come? Per le migliaia di sincronicità che riempiono la nostra vita, quelle piccole “coincidenze” che a volte ci sorprendono ma che per la maggior parte del tempo restano discrete, appena percepite. Pazientemente l’angelo, che ci legge come un libro aperto, ci ispira, provoca eventi, suscita sogni, perché siamo nello stato d’animo più propizio per aprirci a Dio. Ci aiuta ad avere successo in un affare? Ad avere un lavoro? Ad avere un incontro amoroso? Solo se questo favorisce la nostra salvezza.




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L’angelo custode è innanzitutto un istruttore personale, ci conosce come il palmo della sua mano e sa molto bene come reagiremo probabilmente davanti a questa o quella situazione. “Probabilmente”? Sì, perché con l’esssere umano nulla è certo. Non lo ripeteremo mai abbastanza: il nostro libero arbitrio è totale.

L’angelo, non più di Dio, non ci obbliga a fare nulla. Entrambi restano discreti e silenziosi fino a quando non c’è una forte volontà a lasciarsi guidare. E l’angelo non ci guiderà manipolandoci, ma attraverso suggerimenti indiretti che dovremo accogliere per nostra decisione: “Familiarizzate molto con gli angeli; contemplateli spesso, invisibilmente presenti nella vostra vita, e soprattutto stimate e venerate quello della diocesi a cui appartenete, quelli delle persone con cui convivete e principalmente il vostro; supplicateli spesso, lodateli sempre e servitevi del loro aiuto e del loro ausilio in tutte le questioni, spirituali e temporali, perché cooperino con le vostre intenzioni” (San Francesco di Sales, Introduzione alla vita devota).

Capiamo bene quello che è in gioco. Dio non è un dittatore che desidera avere il massimo dai fedeli per lasciar andare il suo ego a briglia sciolta, e non ci ha affibbiato un commissario politico perché vigili su di noi e ci rimetta in linea con il partito se deviamo dalla via. L’angelo custode non è un agente del KGB.


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L’essere umano è stato creato da Dio e per Dio, ovvero esiste una parte divina profondamente insita in ciascuno di noi, e questa parte, questo sottile spazio dell’anima, è vuoto, progettato per ricevere energia divina. Per via della Caduta, questa parte di noi si è chiusa alle energie che si supponeva avrebbe ricevuto. Finché non la apriamo di nuovo, finché non diventiamo calice per ricevere la Presenza divina, esiste in noi un vuoto enorme. Possiamo nasconderci, possiamo cercare di dimenticarlo con ogni tipo di distrazioni, ma il senso di vuoto persiste.

L’angelo custode non è un agente, ma un parente affettuoso, un fratello gemello che arde d’amore per l’altro e non desidera che una cosa: che si diriga consapevolemente alla sua Fonte trinitaria, spalancando le porte dell’anima, lasciando che Dio restauri in essa la sua piena dignità.

Cosa succede all’angelo dopo la nostra morte?

Come autentico riflesso della divinità di cui è messaggero, l’angelo custode è presente dal concepimento del bambino fino alla morte e oltre. Messaggero? Sì, lo è. La storia abbonda di angeli custodi che appaiono ai loro protetti per consegnare un messaggio divino.

Dall’altro lato, le nostre preghiere sono sempre portate dal nostro angelo nell’alto dei cieli, perché sono quelle che ci mettono in comunione con il mondo angelico in generale e con il nostro angelo custode in particolare. Origene ha detto al riguardo che “gli angeli si riuniscono accanto a chi prega Dio per unirsi alla sua preghiera”, e Clemente Alessandrino insisteva sul fatto che “[il cristiano], anche se prega solo, ha il coro dei santi sempre [a pregare] con lui”.




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Come protettore, continua a proteggerci dopo la morte, quando i demoni lanciano i loro attacchi finali. Come messaggero, viene con noi nel giudizio individuale che segue alla morte, quando l’anima si apre a Dio ma deve compiere una sosta purificatrice nel Purgatorio per liberarsi dalle scorie che impediscono alla nostra anima di entrare in Paradiso.

In questa tappa l’angelo, “essendo santo e puro, vivendo alla presenza di Dio, non ha bisogno né può partecipare alla purificazione dell’anima del suo protetto. Ciò che fa l’angelo custode è intercedere per il suo protetto davanti al trono di Dio e cercare aiuto tra gli uomini sulla Terra per portare le preghiere al suo protetto, perché possa uscire dal Purgatorio”.




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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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