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Medici e pediatri contro Facebook: “No a Messenger kids!”

Dwaj chłopcy oglądający gry w iPadzie

Tara Romasanta / Stocksy

Aleteia Italia - pubblicato il 01/02/18

I bambini sono troppo piccoli per distinguere la realtà dalla fantasia, non hanno il concetto di privacy e la loro immaginazione è massima. I medici attaccano la decisione di Zuckerberg

Chiudete Messenger Kids”. E’ questa – in brutale sintesi – la richiesta di tanti medici, pediatri, gli esperti di salute mentale che stanno pressando il colosso di Facebook affinché sospenda l’app dedicata ai bambini sotto i 13 anni. A riferirlo è l’AGI che spiega come sia una lettera che mette in guardia sulla vulnerabilità di questi utenti e che descrive i rischi che i più piccoli corrono accedendo a servizi, pur formalmente protetti, di questo tipo:

“All’età di 6 anni – dice il testo – un bambino potrebbe non distinguere la realtà dalla fantasia. È il periodo in cui l’immaginazione è massima, si comincia a leggere e dove non si possono cogliere le sfumature della comunicazione scritta. Oltre a non capire il meccanismo della privacy”.

Ma come funziona Messenger Kids?

Non si distacca di molto dalla versione originale. I giovanissimi utenti possono scambiarsi messaggi, effettuare videochiamate, condividere selfie, scambiarsi GIF. La lista dei contatti, però, dovrà ricevere un via libera da parte di un utente terzo, ovvero i genitori, che in questo modo eviteranno intrusioni indesiderate e pericoli nelle chat dei loro figli. Un controllo diretto, e molto approfondito, che dovrebbe metterli al riparo dai pericoli della rete  All’interno di Messenger Kids, inoltre non è presente il feed della notizie e non c’è la possibilità di mettere “mi piace” ai contenuti. Una di quelle caratteristiche di Facebook che sarebbe collegata direttamente alla crescita dell’ansia tra gli adolescenti.

La risposta di Facebook

Secondo Facebook, Messenger Kids è un’app sicura. Soprattutto rispetto a molte altre esperienze online. È priva di pubblicità ed è il frutto di un lungo lavoro preparatorio fatto insieme a esperti e docenti universitari oltre che ad associazioni nazionali come la PTA (Parent-Teacher Association). Ma non per tutti è così. Secondo Micheal Brody, membro dell’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry“Facebook sta iniziando a costruire un mercato cercando di agganciare gli utenti del futuro”.

Un timore, quello dell’eccesso di esposizione alla rete da parte dei bambini, ben espresso dal dottor Federico Tonioni del Gemelli di Roma in una intervista a Presa Diretta (Rai3) e di cui vi offriamo una breve clip:

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Un crescente numero di ricerche dimostra infatti come l’uso eccessivo di dispositivi digitali sia dannoso per i bambini e gli adolescenti, specialmente per quanto riguarda il rischio di una scarsa capacità di attenzione, ma soprattutto la capacità di adulti – e ancor di più bambini – di imparare il valore dell’attesa e quello del saper stare da soli: “È molto probabile che questa nuova app possa compromettere una crescita sana”. C’è il rischio che diventino più infelici e molto più dipendenti dall’uso continuo degli smartphone. Ma naturalmente non è solo in questa app il problema, è la struttura stessa di internet e dei social network.

Il gioco d’azzardo e i minori

L’AgenSir, riprende una denuncia apparsa sul britannico The Daily Telegraph in cui viene evidenziata l’esistenza di centinaia di app per indurre i bambini a giocare d’azzardo gratis. Una segnalazione che coinvolge i colossi del web come come Facebook, Google e Apple i quali offrono ai più piccoli, anche di soli 4 anni, app con slot machine, roulette, poker, in cui appaiono i personaggi dei cartoni animati. Più la dipendenza aumenta, più i giochi diventano a pagamento con i bambini che chiedono ai genitori soldi per comprare monete virtuali. La dottoressa Daniela Capitanucci, psicologa e psicoterapeuta, presidente onorario di “And – Azzardo e nuove dipendenze”, è stata interrogata per un parere sul fenomeno, spiegando non solo i pericoli, ma soprattutto il fatto che questa strategia sia totalmente intenzionale e studiata a tavolino per indurre in dipendenza i bambini di oggi, consumatori di domani:

Si tratta di una tecnica di condizionamento e avvicinamento al consumo basata sui meccanismi di condizionamento classico di Pavlov e operante di Skinner che si poggiano su schemi di rinforzo con vincite intermittenti e imprevedibili erogate con più modalità: per gli adulti quelle economiche, per i bambini accumulo di punti o bonus e passaggi di livello nel gioco. I bambini sono portati maggiormente a giocare laddove ci sono personaggi noti e i genitori, che si allarmano quando percepiscono una differenza con l’attività ludica ordinaria, anche se sono attenti, non percepiscono la differenza con quanto già noto e vagliato come può essere un personaggio di un cartone animato. In più, molto spesso c’è un digital divide tra le diverse generazioni: i bambini hanno molta più dimestichezza con gli ambienti virtuali del web e dei telefonini rispetto ai genitori, per non parlare dei nonni, con cui trascorrono molto tempo. Questo è un ulteriore fattore di rischio e anche di limitazione di intervento preventivo.

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