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Ragazzi e gioco d’azzardo: un fenomeno in crescente diffusione

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 13/02/18

Si tratta di un disturbo del comportamento che rientra nella categoria diagnostica delle dipendenze senza sostanze.

La dipendenza dal gioco d’azzardo, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non riguarda esclusivamente il mondo degli adulti. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza il 20% dei ragazzi italiani fra i 10 e i 17 anni frequenta agenzie di scommesse, mentre il 25% dei più piccoli, in età compresa fra i 7 e i 9 anni, usa la paghetta per gratta e vinci e lotterie. Il rischio non viene solo dal mondo esterno ma si concretizza anche tra le mura domestiche grazie all’utilizzo, anche trai i più piccoli, di App o siti internet che consentono un facile accesso al gioco. La spiegazione di tale fenomeno, in età giovanile, risulta essere associato a un’ampia gamma di fattori che si riferiscono sia alla sfera personale degli adolescenti sia a quella ambientale, sociale e culturale.


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Ma cosa si intende per dipendenza da gioco?

La dipendenza da gioco è un disturbo del comportamento che rientra nella categoria diagnostica delle dipendenze senza sostanze. Anche nel giocatore d’azzardo si manifestano le caratteristiche tipiche dei disturbi da uso di sostanze, quali l’assuefazione (bisogno sempre maggiore di quantità di gioco per ottenere lo stesso livello di eccitamento), crisi d’astinenza – prevalentemente psicologica – (es.nervosismo, ansia) e la perdita di controllo. La diffusione del gioco tra gli adolescenti è in costante crescita e sono proprio le caratteristiche specifiche di questa fase evolutiva, come l’impulsività, la ricerca di novità e di emozioni nuove, che aumentano la vulnerabilità dei giovani ad un uso, a volte problematico, del gioco d’azzardo.




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Quando il gioco diventa un pericolo?

Il gioco può diventare un pericolo quando il giovane perde progressivamente la capacità di stabilire o rispettare un limite rispetto al tempo e al denaro speso per giocare, trascurando anche le attività scolastiche e le relazioni sociali.




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Cosa possono fare gli adulti?

I genitori e gli insegnanti dovrebbero cogliere i segnali che possono ricondurre a eventuali condizioni di rischio che assumono diverse forme: interesse continuo per il gioco d’azzardo, perdita di interesse nei confronti delle attività scolastiche e ricreative, frequenti assenze ingiustificate, irritabilità e talvolta aggressività non motivata, bugie ripetute, furti in casa e disturbi del sonno. In tale ottica risulta indispensabile un’attenta osservazione dei comportamenti dei ragazzi al fine di prevenire possibili derive patologiche del gioco. Fondamentale è pertanto il ruolo della famiglia che dovrebbe aiutare gli adolescenti a comprendere i gravi rischi insiti in questa dipendenza, che nasce come forma di divertimento apparentemente innocua e può trasformarsi in patologia.

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