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Flipped classroom, o come invertire il metodo di apprendimento

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Miriam Diez Bosch - Aleteia Spagnolo - pubblicato il 27/02/18

Cos'è l'“apprendimento invertito” in aula? Lapbook, gamificazione, visual thinking…

Da carta e penna passando per penne e taccuini fino agli schermi dei computer, l’apprendimento ha vissuto negli ultimi anni un’evoluzione segnata dall’inserimento della tecnologia nelle scuole.

I professori Raúl Santiago, Alicia Díez e Luis Alberto Andía ripercorrono nella loro recente pubblicazione Flipped Classroom diverse esperienze che, come spiegano già nel titolo del libro, “mandano a gambe all’aria l’apprendimento”. Utilizzo dello strumento Kahoot, realizzazione di lapbooks (libri staccabili su un tema), gamificazione, visual thinking, Google Classroom… Tutte esperienze concentrate sull’apprendere come non si sarebbe mai immaginato prima – al contrario.

Il concetto di Flipped Classroom, tradotto letteralmente, significa “apprendimento invertito”, apprendimento al contrario o lezione invertita. Uno dei suoi pionieri è stato Salman Khan, matematico e ingegnere elettrico del Massachusetts Institute of Technology (Stati Uniti).

Khan doveva aiutare le cugine a imparare la matematica, e non sempre poteva assisterle di persona. Per questo, ha deciso di registrare in un video la spiegazione e all’improvviso è avvenuto quello che non si aspettava.

Come spiega lo stesso Khan in questa TED Talk, si è reso conto che alle bambine piaceva di più che spiegasse loro la matematica in un video perché potevano rivederlo ogni volta che fosse necessario.

Quando ha pubblicato i video su YouTube, inoltre, ha iniziato a vedere che molte persone li visualizzavano e che erano utili. È questo il principio dell’iniziativa Khan Academy, una delle piattaforme pioniere a livello globale di apprendimento invertito.

Secondo gli autori Bergmann e Sans sulla citata pubblicazione dei professori Santiago, Díez e Andía, la Flipped Classroom “è un modello pedagogico che prende determinati aspetti dell’apprendimento e li trasferisce fuori dall’aula, utilizzando il tempo della lezione per potenziare la pratica delle conoscenze e lo sviluppo di altri processi di acquisizione, analisi…, oltre all’esperienza del professore, arricchendo l’interazione tra professore e allievo”.

Per questo, l’obiettivo principale della Flipped Classroom è quello di migliorare la qualità del tempo in aula, perché “c’è una grande varietà di strategie di apprendimento ma non sono del tutto efficaci”.

Santiago, Díez e Andía hanno realizzato un’indagine sull’utilizzo del tempo in aula, a cui hanno partecipato 700 docenti. I risultati mostrano che il 58% del tempo viene impiegato per lavorare a un contenuto nuovo, il 36% nella pratica di quanto appreso e il 6% nel lavoro cognitivo di ordine superiore, secondo gli autori “quello che viene definito apprendimento profondo”.

In questo modo, inserire elementi che permettano che il tempo in aula sia molto più produttivo sarà positivo e presupporrà un miglioramento dell’apprendimento.

Santiago, Díez e Andía hanno voluto dimostrarlo, e nella pubblicazione presentano anche i risultati di uno studio con più di 500 allievi sulla percezione di questo modello di apprendimento.

Le conclusioni principali indicano che:

• Favorisce un insegnamento personalizzato e adattato alle necessità e ai ritmi individuali di ogni studente
• Presuppone un’opportunità per l’innovazione a livello di insegnamento
• Si può affermare che migliori la dimensione affettiva di professori e allievi
• Migliora i processi di interazione e l’attività dello studente nella dinamica generale del processo di apprendimento.

Nella pubblicazione, i professori parlano anche della Flipped Learning Global Initiative una coalizione di docenti, ricercatori, tecnologi e sviluppatori impegnati in questa iniziativa. L’obiettivo, considerati gli effetti positivi della Flipped Clasroom, è sostenere la rapida espansione del modello in tutto il mondo.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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