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Prigione costruita su una delle più antiche chiese della Terra Santa lascia spazio a un parco archeologico

MEGIDDO PRISO,ISRAEL

James Emery | CC BY 2.0

Zelda Caldwell - pubblicato il 07/03/18

Rinvenute anche le rovine di un insediamento dell'esercito romano, a dimostrazione del fatto che tra i primi cristiani c'erano alcuni centurioni

Quella che potrebbe essere la chiesa cristiana più antica del mondo giace sotto una prigione nel nord di Israele, costruita dagli inglesi negli anni Quaranta del Novecento. I funzionari israeliani hanno annunciato che il carcere di Megiddo verrà svuotato per diventare un parco archeologico, secondo Haaretz.com.

I reclusi verranno trasferiti in una nuova prigione che soddisfa gli standard adottati recentemente da Israele per permettere uno spazio per prigioniero pari agli standard europei.

Gli archeologi hanno scoperto le rovine dell’antica chiesa cristiana durante alcuni scavi iniziati nel 2003, ai quali hanno preso parte gli stessi prigionieri. Sembra che un recluso abbia scoperto un mosaico ben conservato risalente all’anno 230, che definiva Gesù una divinità.

Il mosaico riporta l’iscrizione, in greco antico, “Akeptous, che ama Dio, ha offerto la tavola a Dio Gesù Cristo come memoriale”.

Secondo l’articolo di Haaretz.com, si ritiene che Akeptous fosse una donna che aveva sovvenzionato la tavola, che funzionava da altare per l’Eucaristia.

Il pavimento di mosaico, ornato con il simbolo cristiano del pesce, faceva parte di una casa piuttosto che di una chiesa o di una basilica. Le chiese come le conosciamo vennero costruite solo dopo che l’imperatore romano Costantino abbracciò il cristianesimo quasi un secolo dopo.

Secondo il dottor Yotam Tepper, dell’Università di Haifa, i romani probabilmente vivevano nella casa, ma la stanza che ospitava il mosaico doveva essere una sala di preghiera.

Il sito storico include anche i resti di un antico villaggio ebraico e di un insediamento romano. È questa scoperta che ha fatto sì che gli studiosi riconsiderassero quello che sapevano sull’atteggiamento dei romani nei confronti dei primi cristiani.

L’accampamento, situato fuori Gerusalemme e che era stato la base della Legio VI Ferrata, ospitava circa 5.000 soldati.

“Pensiamo che alcuni dei soldati romani della legione fossero cristiani”, ha detto Tepper ad Haaretz.

Colui che donò il mosaico era un centurione romano di nome Gainus, chiamato anche “Porophrius, nostro fratello”. Il fatto che ci fossero dei soldati romani apertamente cristiani contraddice l’idea generale per la quale i cristiani delle origini venivano perseguitati.

“Qui i romani avevano ufficiali cristiani”, ha spiegato Tepper. “La persecuzione può essere stata esagerata in seguito nei racconti, ma i resoconti non riflettono sicuramente la complessità della realtà, ovvero che ci fossero dei cristiani nell’esercito romano”.

Quando il parco archeologico aprirà al pubblico, i visitatori potranno visitare la struttura di adorazione cristiana delle origini, le vicine rovine della città bizantina del IV secolo di Maximianopolis, i resti dell’insediamento militare romano e l’antico villaggio ebraico, attualmente tutti sotto un tetto recintato con filo spinato.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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archeologiachiesaesercitoisraeleprigione
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