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Chi detiene il record per la canonizzazione più rapida della storia?

SAINT PETER MARTYR

Public Domain

Ray Cavanaugh - pubblicato il 23/04/18

Probabimente San Pietro Martire, meno di un anno!

In molti casi sono passati secoli tra la morte di un santo e la sua canonizzazione. Alcuni di loro, invece, come Teresa di Calcutta, hanno goduto di un iter abbreviato. Neanche la canonizzazione di Madre Teresa è stata però rapida come quella di Pietro da Verona, chiamato anche Pietro Martire, canonizzato nel marzo 1253, meno di un anno dopo la sua morte violenta.

Oggi molto regolamentato, all’epoca il processo di canonizzazione era meno elaborato, anche se la santità era sempre un’ardua conquista e molte delle persone proposte per diventare sante non sono riuscite a raggiungere l’obiettivo della canonizzazione.

Il primo caso di un Papa che ha canonizzato solo una persona ha avuto luogo nel 993, e “la canonizzazione papale era relativamente nuova” nell’era di Pietro, scrive Donald Prudlo nel suo libro The Martyred Inquisitor: The Life and Cult of Peter of Verona [L’inquisitore martirizzato: vita e culto di Pietro da Verona].

Pietro nacque verso il 1205 in una famiglia della classe media di Verona, in una zona in cui per molto tempo si sono vissuti conflitti violenti e forte agitazione politica. Una parte considerevole di quel tumulto derivava dall’ostilità tra la Chiesa cattolica e le sette religiose scisse da questa, come gli eretici catari.

Anche se Pietro aveva dei familiari che aderivano alla dottrina catara, la sua famiglia pagò perché ricevesse un’educazione cattolica. Si iscrisse all’Università di Bologna, e la famiglia sperava che seguisse la carriera del Diritto o di governo, ma Pietro iniziò ad abbracciare più strettamente la sua fede e si unì all’Ordine domenicano, fondato da poco. Venne ordinato sacerdote nel 1228 o nel 1229.

Tra i successi di Pietro c’è l’istituzione di un servizio volontario di ambulanze che continua a funzionare ancora oggi. Iniziò inoltre a guadagnarsi una reputazione come oratore pubblico. Il centro della sua predicazione appassionata erano le sette eretiche com i catari, che i Domenicani osteggiavano in modo particolare.

Per l’efficacia della sua oratoria, Pietro si conquistò uno status significativo nella Chiesa, e col tempo divenne inquisitore per la regione della Lombardia. Questo prodotto di un ambiente cataro era ora l’anti-cataro di maggior spicco della sua terra, e agli occhi di molti “non avrebbe potuto presentarsi uno spettacolo più odioso”, come scrive Prudlo. Per questo i nemici di Pietro iniziarono a ordire un piano per ridurlo al silenzio.

Il 6 aprile 1252, alla periferia di Milano, un assassino assoldato dai catari tese un’imboscata a Pietro e lo attaccò con un’arma simile a un machete chiamata falcastro. La leggenda dice che Pietro pronunciò il Credo apostolico nel poco tempo che ebbe tra la prima ferita e quando l’assassino gli sferrò il colpo finale.

Alcune fonti sostengono che l’agonizzante Pietro affondò le dita nelle sue ferite e usò il proprio sangue per scrivere le prime parole del Credo apostolico (“Credo in Deum”) a terra. Un racconto tanto drammatico è probabilmente apocrifo. Anche il compagno di viaggio di Pietro, un altro domenicano, venne ferito e morì alcuni giorni dopo.

L’assassino, Carino da Balsamo, riuscì a fuggire. In seguito si pentì delle sue azioni ed entrò in un monastero domenicano, in cui rimase come devoto penitente laico fino alla fine dei suoi giorni.

Anche se Pietro aveva molti nemici, aveva anche strenui difensori, e gli sono stati attribuiti vari miracoli anche in vita. Per la gerarchia ecclesiastica, la sua vita franca e la morte violenta offrivano un esempio accattivante di un lottatore caduto nella guerra contro gli eretici.

Il 9 marzo 1254, appena 337 giorni dopo la sua morte, Pietro da Verona è stato canonizzato da Papa Innocenzo IV. Il record precedente per la canonizzazione più rapida apparteneva ad Antonio da Padova, entrato ufficialmente nella santità 352 giorni dopo la sua morte nel giugno 1231.

Pietro venne sepolto nella basilica milanese di Sant’Eustorgio, in cui si conservano le sue reliquie, inclusa la testa, che mostra ancora i segni delle ferite al cranio che ricevette. Per via delle circostanze della sua morte, spesso viene rappresentato con un coltello conficcato nel capo, e tra le altre cose è patrono di chi soffre di mal di testa.

La data della morte di Pietro, il 6 aprile, non è stata scelta per celebrarlo perché potrebbe entrare in conflitto con la Pasqua. Viene quindi festeggiato il 29 aprile, e la Chiesa ha celebrato universalmente la sua festa fino al 1969, quando è stata soppressa dal calendario.

Il record di Pietro per il cammino più rapido verso la santità si è mantenuto per quasi 800 anni. Visto che la canonizzazione moderna è un processo molto sofisticato – che include un’estesa indagine sul passato del candidato, sulla sua santità e sulla legittimità dei presunti miracoli –, è probabile che il record di Pietro si manterrà per almeno altri otto secoli.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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