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Mio figlio è vittima di bullismo, cosa posso fare?

BULLYING

Lightfield studios - Shutterstock

Dolors Massot - pubblicato il 15/05/18

Un bel giorno forse ci troveremo ad avere a che fare con il bullismo. Cosa possono o devono fare i genitori quando verificano che il proprio figlio è vittima di bullismo a scuola?

Per affrontare la questione, gli esperti María Zabay e José Antonio Casado consigliano i passi da compiere. Sono coautori del libro Todos contra el bullying. Claves para detectar, evitar y solucionar el acoso escolar” (ed. Alienta), che offre alcuni strumenti per una lotta al bullismo più coordinata tra genitori, professori e vittime.

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Syda productions - Shutterstock

María Zabay, laureata in Giurisprudenza e giornalista, segnala quattro passi da compiere una volta che i genitori hanno verificato che il figlio o la figlia è vittima di bullismo.

È importante segnalare una cosa: bisogna fare i quattro passi (non se ne può trascurare nessuno) e farli in modo coordinato, senza aspettare di farne uno per passare al successivo.

1. Parlare con il bambino con comprensione

Ciò vuol dire che si parla del problema con il bambino ma non trattandolo come una situazione che dovrà affrontare da solo.

Bisogna chiarire che il bambino verrà guidato in questa situazione e che c’è una soluzione.




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2. Aumentare l’autostima del bambino

In generale, i bambini che subiscono bullismo hanno una bassa autostima: viene detto loro che fanno sempre le cose male, che sono stupidi, che non servono a niente, che sono grassi o bassi…

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Pixelheadphoto digitalskillet - Shutterstock

Di fronte a questa situazione, bisogna invertire il concetto che hanno di sé. Dobbiamo fare e dire cose perché sentano che siamo orgogliosi di loro. Ad esempio, può essere molto positivo iscriverli a un’attività in cui riescono bene: scacchi, danza, disegno… Incontrando altri bambini a cui piace quell’attività si sentiranno come pesci nell’acqua.

3. Parlare con i responsabili della scuola

Bisogna parlare con l’insegnante o il preside. Bisogna dare circa tre settimane di tempo perché la scuola possa prendere provvedimenti nei confronti di chi mette in atto il bullismo.

Una scuola non rimarrà mai ai margini di una situazione di bullismo. Non si può dimenticare che nei casi di bullismo scolastico arrivati in tribunale le scuole hanno una responsabilità civile sussidiaria.




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4. Parlare con i genitori degli altri bambini

Non si tratta di creare allarmismi, ma di chiedere aiuto. Potrà anche succedere che i genitori del bambino che mette in atto il bullismo si dispiacciano sapendo quello che succede. In questo caso, è probabile che sia sufficiente che prendano misure in famiglia per porre fine al comportamento errato del figlio.

Evitare frasi come…

Nel periodo successivo a quando i genitori iniziano a parlare con il bambino sul problema del bullismo a scuola, la Zabay e Casado segnalano che vanno evitate frasi tipo “Chiedigli scusa”; “Abbraccialo” o “Picchialo anche tu”.

“Quello che bisogna fare”, ha spiegato la Zabay, “è dire: ‘C’è una soluzione, non preoccuparti perché la troveremo. Raccontami cosa succede’”.




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Gli insegnanti sono pronti a lottare contro il bullismo scolastico?

Alcuni genitori sono molto critici nei confronti dell’azione della scuola, e credono che i loro figli non siano ben protetti dagli insegnanti nel caso in cui si verifichino episodi di bullismo.

La Zabay e Casado considerano che la maggior parte degli insegnanti vuole aiutare l’alunno vittima di bullismo. “Questo, tuttavia, ci deve far riflettere sul ruolo degli insegnanti. Non sono psicologi, e quindi è ingiusto che tutta la pressione ricada su di loro. Nelle scuole servono gli psicologi come professionisti dell’educazione”, osservano.

“I bambini devono essere educati in famiglia, e i genitori sono i responsabili. È un compito che non si può lasciare nelle mani della scuola, come se i genitori potessero restare ai margini di ciò che fanno i loro figli o di quello che accade in classe”.

In questo senso, la Zabay crede che “i genitori debbano esercitare l’autorità ed essere decisi nell’educazione, e allo stesso tempo dare autorità all’insegnante, altrimenti come fa questi a esercitarla?”

“Non è bene che i genitori promuovano la cultura basata sul successo. I bambini devono essere educati ad essere brave persone, ad avere valori, ad essere rispettati, amati, leali, onesti”.


MONICA HARRASSING

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