Gli studi medici confermano l'effetto analgesico dell'abbraccio e a Torino la morte di una giovane mamma si è trasformata in un dono d'amore per i prematuri in terapia intensiva
Carezza ha la stessa origine di carità, nascono dentro l’alveo del fiume dell’amore. Ma anche caro, nel senso di costoso e dunque prezioso, appartiene alla stessa area di senso. Molto più semplicemente, sappiamo bene il valore dell’accudimento corporeo: un abbraccio è una medicina per l’anima.
Quando si parla di neonati, l’importanza del contatto skin to skin si amplifica: la percezione fisica dell’amore è un’esperienza di crescita, cura, entusiasmo, conoscenza. Ringrazio le mie gravidanze per avermi tuffato nel mondo della comunicazione non verbale, pelle a pelle: sono sempre stata poco incline ai “baci e abbracci”, e mi si è aperto un mondo di vulnerabilità e forza nell’imparare a costruire un rapporto vivo coi miei figli grazie alle mille forme espressive del tatto. Ho anche imparato a conoscere meglio me stessa, le chiacchere notturne fatte di carezze e cullamenti vari, hanno dischiuso parti del mio essere che erano in letargo.
Parti vulnerabili di me, innanzitutto, ma bellissime: ho fatto i conti con un amore fortissimo e viscerale, che si manifesta in una più intensa paura che l’altro sia ferito o perso. Parti forti di me, anche: ho fatto esperienza di una cura che passa dal corpo, stare abbracciata a un bambino sereno che dorme mi ha tolto dalla testa mille piccole paranoie, più di quanto potessero fare mille parole.