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Troppo occupato per morire

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Juan José Omella - pubblicato il 06/11/18

Un monaco ritardava continuamente la chiamata di Dio, fino a quando si sentì stanco...

La fede cristiana proclama la vittoria della vita e dichiara che la morte non ha l’ultima parola nella storia umana.

Permettetemi di raccontarvi una storia che ha come protagonista un monaco che secondo tutti era un santo. Era sempre di buonumore e molto occupato.

Un giorno ricevette la visita di un angelo mentre era in cucina a sfregare le padelle. L’angelo gli disse: “Dio mi ha inviato per portarti alla vita eterna, è giunta la tua ora”.

Il monaco gli rispose sorridendo: “Ringrazio te e Dio per avermi invitato tanto presto alla sua gloria, ma alcuni penseranno che sia morto solo per non sfregare le padelle… Non potrei rimandare il viaggio?”

“Vediamo cosa si può fare”, gli disse l’angelo. E il monaco continuò a sfregare le padelle, perché in convento c’erano pochi volontari.


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Un altro giorno il monaco era nell’orto a zappare e gli apparve di nuovo l’angelo, ma lo vide così indaffarato che se ne andò senza dirgli nulla.

I giorni passavano, e il nostro monaco, quando non aveva padelle da sfregare o terra da zappare, andava in ospedale a far visita ai malati, e quando l’angelo lo vide tra tanti sofferenti lo lasciò tranquillo e non gli disse nulla.

Quella sera, però, tornando al convento, il monaco si sentì vecchio e stanco, senza voglia di sfregare padelle, zappare la terra o far visita ai malati. Allora entrò in cappella e disse al Signore: “Se vuoi mandarmi ora il tuo messaggero sono disposto ad accompagnarlo, non servo più a nulla”.

Il Signore gli disse: “Fammi un po’ di compagnia, aspettavo da tanto tempo che avesi un attimo libero per stare con me…”

Che storia splendida! Con questo breve racconto vi invito a pregare per i nostri defunti perché il Signore perdoni le loro mancanze, possano ricevere il suo abbraccio e godere della sua presenza, in compagnia di tutte le persone care che li hanno preceduti sulla via del cielo. Vi chiedo un’intenzione speciale per tutti quei defunti per cui non prega nessuno.

Chiediamo al Signore di non permettere che perdiamo la fiducia nel suo amore di Padre e che, come il monaco del nostro racconto, possiamo scoprire come poter collaborare in ogni momento della nostra vita all’opera redentrice del Signore.

Estratto dalla lettera settimanale del cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona (Spagna).

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