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La vedova del Vangelo di domenica aveva almeno 3 motivi per tenersi il suo denaro. Ecco perché non lo ha fatto…

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melodi2 | CC BY 2.0

Tom Hoopes - pubblicato il 08/11/18

... e perché dovremmo seguire il suo esempio, pur se quelle stesse ragioni si potrebbero applicare anche a noi

Gesù vuole tutto, indipendentemente da chi siamo.

Nel Vangelo della 32ma Domenica del Tempo Ordinario, Anno B, Gesù osserva una vedova che offre una piccola quantità di denaro al tesoro del Tempio e la loda:

“In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

Considerando le circostanze, avremmo consigliato alla vedova di tenersi il suo denaro.

Pensate a tutte le ragioni che aveva per farlo:

  • Era una vedova, il che nella cultura del Nuovo Testamento non le dava uno status o mezzi di sussistenza.
  • Gesù ci aveva detto in precedenza nel Vangelo che i leader religiosi dell’epoca non erano buoni amministratori delle risorse delle vedove: “Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere”.
  • Gesù aveva chiesto al giovane ricco di donare tutti i suoi averi ai poveri. Quella vedova era una dei poveri, e avrebbe potuto pensare facilmente che doveva ricevere la carità, non farla.

L’interazione di Gesù con la vedova è l’opposto di quella con il giovane ricco. Ricordate il Vangelo di qualche settimana fa, in cui un giovane che aveva seguito per tutta la vita i comandamenti chiedeva a Gesù cos’altro dovesse fare per ottenere la vita eterna? Gesù gli aveva detto: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”.


POPE FRANCIS

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Il giovane non era riuscito a farlo. Era troppo attaccato ai suoi tanti beni. Ha scoperto di non essere il grand’uomo che pensava di essere.

La povera vedova avrebbe dovuto essere ancor più attaccata a ciò che aveva, essendo così poco. Ma non era così.

Ricorda la vedova generosa nei confronti di Elia quando questi le fa visita.

Per il giovane ricco, gli averi erano un ostacolo alla generosità. Per la vedova di Elia, invece, la generosità era la porta per la ricchezza. Come ricompensa per il suo dono, riceve una giara piena di farina e molto olio, e in seguito Elia risuscita perfino suo figlio.

Gesù ha fatto lo stesso con le vedove nel corso del suo ministero.

Ha iniziato la sua vita confortando la profetessa Anna per la sua fedeltà al Tempio. In seguito ha confortato la vedova di Nain, facendo risorgere il figlio. Ha perfino usato le irresistibili preghiere di una vedova nei confronti di un giudice ingiusto come modello di preghiera.

La Seconda Persona della Trinità ha mostrato che le parole del Salmodi questa domenica, il 146, sono vere: “Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati”; “Egli sostiene l’orfano e la vedova”.

La sfida della vedova è vedere la cura di Dio per lei nonostante la sua situazione difficile. Questa sfida è anche la nostra.

Siamo tutti posti da Dio nel mondo, un luogo in cui ci sono risorse abbondanti ma in cui a un certo punto dobbiamo badare a noi stessi. In un’udienza del 10 agosto 1994, Papa Giovanni Paolo II ha affermato che chi è separato o divorziato è simile alle vedove. Chiunque, però, divorziato o meno, condivide qualcosa della posizione della vedova.

Alla fin fine, l’illusione di fare affidamento sulla forza umana è solo questo: un’illusione. È la Provvidenza a offrirci sostegno. Il nostro compito è accettare la generosità di Dio e rispondere con la nostra.




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Le vedove vengono menzionate spesso nella Bibbia non perché siano eccezionali, ma perché si presuppone che siamo tutti come loro.

Applicate le beatitudini di Luca alla vita delle vedove:

“Beati voi poveri”, ha detto. Le vedove nell’epoca biblica non avevano nessuno che provvedesse a loro.

“Beati voi che ora avete fame”. La vedova che incontra Elia è pronta a mangiare la sua ultima razione di cibo per poi morire.

“Beati voi che ora piangete”. Le vedove erano in uno stato di lutto quasi perpetuo.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 678) dice parlando dell’ultimo giorno che “l’atteggiamento verso il prossimo rivelerà l’accoglienza o il rifiuto della grazia e dell’amore divino”.

Ciò vuol dire che agire o meno come la vedova del Vangelo determinerà come vivremo per l’eternità.

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