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All’Immacolata un prete ha benedetto i Gilet Gialli e le forze dell’ordine

PRIEST YELLOW JACKETS

Eric FEFERBERG I AFP

A priest kneels near "yellow vests" (gilets jaunes) on the Champs Elysees avenue in Paris on December 8, 2018 during a protest of "yellow vests" (gilets jaunes) against rising costs of living they blame on high taxes. - Paris was on high alert on December 8 with major security measures in place ahead of fresh "yellow vest" protests which authorities fear could turn violent for a second weekend in a row. (Photo by Eric FEFERBERG / AFP)

Agnès Pinard Legry - pubblicato il 12/12/18

Padre Grégoire Corneloup, sacerdote nel dipartimento dell’Oise, e Cyrgue Dessauce, che è in formazione per diventare prete in seno alla comunità Ain Karem, hanno scelto di andare a benedire gli Champs-Elysées, le forze dell’ordine e i manifestanti nel corso della mobilitazione dei Gilet Gialli a Parigi, lo scorso sabato 8 dicembre.

In veste talare, con gli aspersoi in setole e i secchielli d’acqua benedetta in plastica: è così che padre Grégoire Corneloup, sacerdote ausiliare nel dipartimento dell’Oise, e Cyrgue Dessauce, si sono recati alla manifestazione dei Gilet Gialli sabato scorso, 8 dicembre, a Parigi. Cyrgue Dessauce racconta ad Aleteia:

Siamo arrivati alle 6 del mattino. Dopo le lodi e la messa per l’Immacolata Concezione, celebrata a Saint Honoré d’Eylau, siamo andati a place de l’Étoile per benedire la piazza e le strade all’intorno.

Per il giovane, che è pure un dottorando in filosofia alla Sorbona, la sua presenza fra i Gilet Gialli è anzitutto una risposta a una chiamata di Dio.

Ero presente il primo fine-settimana di dicembre per comprendere e per vedere coi miei occhi questo movimento. Dopo gli orrori e le violenze di questa prima mobilitazione, ho sentito che Dio mi chiamava a tornare, ad ascoltare e a benedire.

Dopo queste benedizioni mattutine, fino alle 10 del mattino, i due uomini sono tornati “in modalità apostolato” fino alle 17.

Abbiamo conversato con molte persone e le abbiamo benedette: manifestanti e poliziotti insieme,

spiega con cura Cyrgue Dessauce. La presenza dei due uomini, rilanciata sui social e tramite diversi media, ha sorpreso ma non ha scioccato.

Alcuni ci chiedono che cosa ci facciamo qui. Altri che cosa pensiamo del movimento. Abbiamo risposto che eravamo lì per la giustizia e per la pace.

Il futuro prete, che non nasconde il proprio sostegno al movimento dei Gilet Gialli, si ricorda particolarmente di un momento nella giornata in cui la tensione è stata palpabile:

Ci siamo ritrovati in una stradina con una pattuglia di poliziotti e un gruppo di manifestanti. Però abbiamo avvertito una grazia, e la tensione si è calmata.

Così ci assicura. Ma perché proporre benedizioni con la veste talare?

Quando l’emozione è forte, bisogna che la presenza fisica sia altrettanto forte – sostiene il giovane –: la gente va spesso verso i preti con la talare perché vi identifica degli uomini di Dio. La talare è un simbolo universale del sacro.

«Una pace senza giustizia è una falsa pace»

Bisogna ascoltare questa gente, non andarle incontro con una predichetta preconfezionata: accoglierli e ascoltare cosa pensano – dicono con forza Grégoire Corneloup e Cyrgue Dessauce –. Ascoltando tutte queste persone ho visto dilatarsi l’amore nei loro cuori, ho sentito che si operava una guarigione – così in particolare Cyrgue Dessauce –. Andarci col cuore aperto permette alla Chiesa di comprendere ciò che accade. Abbiamo portato un messaggio di giustizia e di pace. Queste persone si battono per una causa giusta. Però dev’essere un messaggio pacifico. Una pace senza giustizia è una falsa pace, è una pace in cui soffrono i poveri. Al contrario, una battaglia condotta nella violenza è ingiusta e sarà persa.

Sottolinea ancora Cyrgue Dessauce:

L’intuizione che riunisce queste persone è molto forte, penso che sia un’intuizione che la Chiesa ha interesse a sostenere e a coltivare, deve avere una parola di sostegno. Non c’è un discorso evangelico sulla lotta sociale, mentre è atteso. Il Signore non vuole che i poveri siano oppressi e che i forti difendano altri forti. Dobbiamo quindi pregare perché queste persone ricevano forza e luce.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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