Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Rod Dreher spiega l’“Opzione Benedetto” e perché ne abbiamo bisogno

WEB-ROD-DREHER-SCREENSHOT-GREY-BACKRGROUND-The-Dish-via-Vimeo-CC-BY-NC

The Dish via Vimeo CC-BY-NC

Greg Kandra - pubblicato il 05/02/19

I cristiani che affrontano la decadenza religiosa, rifiutano le soluzioni passeggere e tornano alle antiche tradizioni troveranno la forza non solo per sopravvivere, ma anche per prosperare con gioia nell'Occidente post-cristiano

Il giornalista Rod Dreher ha appena pubblicato un importante studio su ciò che affligge gli Stati Uniti, in cui afferma che la soluzione migliore sarebbe (come indica il titolo del suo nuovo libro) l’Opzione Benedetto. Il materiale promozionale del testo la descrive così:

“Viviamo in un’epoca di prove, in cui i credenti impareranno la differenza tra l’ottimismo superficiale e la speranza cristiana. Per quanto sia oscura l’ombra che si stende sull’Occidente, la luce del cristianesimo non ha motivo di spegnersi. Non sarà facile, ma i cristiani che hanno il coraggio di affrontare la decadenza religiosa, rifiutare le soluzioni passeggere e tornare alle antiche tradizioni troveranno la forza non solo per sopravvivere, ma anche per prosperare con gioia nell’Occidente post-cristiano”.

L’Opzione Benedetto è una lettura sobria e affascinante che prevede per i cristiani occidentali un futuro che alcuni descriverebbero come distopico. La situazione è davvero tanto negativa? Dopo aver letto il testo mi è venuta la curiosità di sapere cosa pensa Dreher di tutto questo, e gli ho quindi inviato alcune domande per posta elettronica.

Rod, cos’è esattamente “L’Opzione Benedetto”?

È la scelta che tutti i cristiani credenti affrontano al giorno d’oggi nell’America post-cristiana: continueremo a vivere come se questi fossero tempi normali o abbracceremo la nostra condizione di esiliati a Babilonia e inizieremo a costruire una vita che ci permetta di rimanere saldi nella fede in questa nuova Era Oscura che incombe su di noi?

Il nome deriva dal famoso paragrafo finale del libro del 1981 del filosofo Alasdair MacIntyre Dopo la virtù, in cui l’autore ha paragonato il caos morale della tarda modernità alla decadenza di Roma prima del suo crollo.

In quei giorni, ha detto, ci sono stati uomini e donne virtuosi che hanno smesso di cercare di “puntellare l’impero” – una specie di “Rendiamo di nuovo grande Roma” – e si sono invece messi a costruire nuove forme di comunità al cui interno potevano vivere le proprie convinzioni controculturali in un’epoca di grandi difficoltà. MacIntyre ha affermato che al giorno d’oggi ci aspetta “un San Benedetto nuovo e senz’altro molto diverso”.

Avendo letto MacIntyre ed essendo convinto delle sue tesi, ho iniziato a chiedermi cosa dovrebbe dire a noi cristiani del XXI secolo questo nuovo e diverso San Benedetto.

Benedetto da Norcia, come probabilmente sapete, è considerato il fondatore del monachesimo occidentale. La sua Regola è diventata la guida del movimento monastico fiorito all’inizio del Medioevo, che ha non solo preservato la fede e aiutato a diffonderla attraverso l’Europa dei barbari, ma anche gettato le basi per la rinascita della civiltà. Se ci stiamo dirigendo verso un’Età Oscura post-cristiana – e credo che sia così –, allora noi cristiani dobbiamo chiederci quali lezioni possiamo imparare dai Benedettini che possano applicarsi alla nostra vita al di fuori dei monasteri, ed è proprio questo che viene esplorato ne L’Opzione Benedetto.




Leggi anche:
“Opzione Benedetto”, la nuova formula (made in USA) di un dilemma antico quanto il cristianesimo

Si tratta di un tema innanzitutto religioso, ovvero cristiano, o ha un’applicazione più ampia?

È innanzitutto religioso, ma proprio per questo ha applicazioni più ampie. Mi spiego. Nell’era secolare ci siamo abituati a relegare la nostra fede a certi ambiti. Il cristianesimo è qualcosa che pratichiamo la domenica e i giorni festivi, e in genere è solo una parte della nostra vita. Questo, però, non è sufficiente. Gesù non vuole essere Signore solo di una parte della nostra vita. Una ragione importante per la quale tanti cristiani di oggi guardano, agiscono e pensano in modo non diverso rispetto al mondo che li circonda è che abbiamo modellato la nostra vita per “tenere a bada” una vera conversione.

La spiritualità benedettina si oppone a tutto questo. È uno stile di vita che ordina tutto al servizio di Cristo. Ovviamente le giornate e le attività di un monaco sono strettamente regolamentate dalla Regola, molto più di quello che i cristiani ordinari possono o dovrebbero accettare.

Noi cristiani laici, però, non abbiamo un dovere minore di orientare la nostra vita a Cristo di quello che hanno i monaci. Come il monaco sa bene, non basta avere pensieri positivi e intenzioni corrette. Le pratiche della vita quotidiana ci avvicinano a Dio o ce ne allontanano. La spiritualità benedettina è una spiritualità pratica, uno stile di vita cristiano che consacra le routines quotidiane.

L’Opzione Benedetto ha quindi implicazioni relative a come lavoriamo, preghiamo, veneriamo, pratichiamo la politica, educhiamo i figli, utilizziamo la tecnologia – riguarda fondamentalmente tutta la nostra vita. Non è un programma in 20 punti su come mettere in ordine la propria esistenza. La Ben Op, com’è conosciuta, sarà diversa per comunità diverse, in base alla tradizione di fede e alle circostanze locali. Ciò che le comunità Ben Op hanno in comune è però l’impegno a vivere ogni giorno in modo tradizionalmente cristiano e consapevolmente controculturale.

Suona come una nuova forma radicale di vita. Perché pensa che sia necessaria ora?

Flannery O’Connor ha detto che dobbiamo spingere il mondo forte quanto questo spinge noi. I cristiani di oggi – cattolici, protestanti e ortodossi – non stanno spingendo forte. Di conseguenza, siamo schiacciati e catechizzati da una cultura anti-cristiana.

La ricerca nelle scienze sociali non offre risultati positivi. Insieme ai suoi colleghi, il sociologo di Notre Dame Christian Smith ha scoperto che i cristiani statunitensi contemporanei sanno molto poco della fede cristiana com’è intesa storicamente. Al contrario, hanno abbracciato una falsa sensazione di benessere che chiama “Deismo Terapeutico Morale”. A livello aneddotico, le mie frequenti conversazioni con professori di istituti cristiani confermano le conclusioni di Smith.

web-the-benedict-option-ron-dreher-small-sentinel-press
Sentinel Press

Genitori, chiese e scuole cristiane stanno producendo credenti che possiedono una comprensione scarsa se non inesistente di cosa significa pensare e agire da cristiani. Tutto si concentra sulla sensazione di sentirsi bene con se stessi, preludio a una perdita totale del cristianesimo.

Credo che molti di noi vedranno un collasso di stile europeo del cristianesimo statunitense. Gli scienziati sociali pensavano agli Stati Uniti come a un controesempio alla tesi della secolarizzazione, perché rispetto alle deprimenti cifre europee constatavano alti livelli di identificazione religiosa negli Stati Uniti, come prova del fatto che la modernizzazione non comporta sempre una secolarizzazione. Ora la situazione è cambiata. Il declino senza precedenti della fede religiosa tra i millennials mostra che anche negli Stati Uniti c’è un crollo.

L’unico modo di opporsi a questo è radicarsi profondamente nella propria fede, non solo in termini di ciò che abbiamo imparato da questa – dottrina, Scritture, storia della Chiesa –, ma anche a livello di pratiche, sia individuali che collettive. Non c’è alternativa.

Padre Cassiano, antico priore del monastero benedettino di Norcia, città natale del santo, mi ha detto che le famiglie e le comunità cristiane che non abbracciano qualche forma di Opzione Benedetto non supereranno questi tempi difficili. E ha perfettamente ragione.

Se dovesse riassumere brevemente il messaggio del libro quale sarebbe?

I cristiani d’Occidente stanno entrando in un’epoca di apostasia di massa, l’equivalente spirituale della grande inondazione che ha ingoiato il mondo ai tempi di Noè. Noi credenti dobbiamo costruire arche per guidare la nostra fede attraverso questo mare oscuro e tempestoso, per non perdere la nostra anima e perché la fede sia presente durante la ricostruzione, quando le acque si calmeranno. Anche quando noi cristiani ordinari siamo chiamati a vivere nel mondo, lo stile di vita benedettino, con più di 1.500 anni di storia, è un modello utilissimo.

L’Opzione Benedetto non è altro che la Chiesa che dovremmo essere. È una chiamata al pentimento. Alcuni critici mi accusano di essere allarmista e dico di sì, lo sono, perché ci sono sicuramente molte ragioni per allarmarsi. Se non ci allarmiamo non stiamo leggendo in modo preciso i segni dei tempi, ma se reagiamo solo per paura e non siamo determinati a vivere con gioia in mezzo al nostro dolore non stiamo leggendo il Vangelo.

Nell’Occidente post-cristiano, dobbiamo imparare come essere quello che Papa Benedetto ci ha chiamati ad essere: minoranze creative che modellano l’amore di Cristo e la gioia della sua compagnia in un mondo freddo e oscuro. Come cristiani dobbiamo evangelizzare, e la forma più efficace di evangelizzazione oggi è la vita che conduciamo in opposizione al modo di essere del mondo.

Tags:
vita cristiana
Top 10
See More