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Domande e risposte sulle indulgenze, Parte 1

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Fr Lawrence Lew OP CC

Jenna M. Cooper - pubblicato il 11/03/19

La Chiesa crede ancora nelle indulgenze? Anche dopo Martin Lutero?

1. Cos’è un’indulgenza?

Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce un’indulgenza come “la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa” (CCC 1471). Le indulgenze possono essere ottenute dai fedeli cattolici che svolgono alcune azioni pie o caritatevoli specificate dal Santo Padre.

2. Perché un Dio misericordioso permette una “punizione temporale” per i peccati perdonati?

Per comprendere cosa significhi la definizione “punizione temporale” in questo contesto, dobbiamo tenere a mente che c’è una distinzione tra ricevere il perdono dei nostri peccati da parte di Dio e la necessità di far fronte alle conseguenze dei nostri peccati. I peccati sono non solo l’infrazione dei comandamenti di Dio, ma anche una causa di discordia sia nell’ordine dell’universo voluto da Dio che nella Sua guida provvidenziale della nostra vita. Se i nostri peccati sono veramente e pienamente perdonati nel sacramento della Penitenza, la nostra anima può ancora soffrire il danno spirituale provocato dalle nostre offese.

Ci sono molti modi per riparare a questo danno, o “rimettere la punizione temporale” che meritano i nostri peccati. Ad esempio, possiamo fare buone azioni o sopportare pazientemente le prove della vita. Se non riusciamo a espiare in modo adeguato per i nostri peccati nel corso della nostra vita terrena, le nostre anime avranno bisogno di essere guarite e purificate attraverso le sofferenze del Purgatorio.

Ci sono tuttavia certi santi che, attraverso la loro vita di pazienza e carità in grado eroico, hanno già fatto più che abbastanza per rendere la propria anima pronta per il Paradiso. Per questo, la Chiesa ha un surplus di bontà, a cui ci si riferisce come al “tesoro della Chiesa” (cfr. CCC 1476). Vista la dottrina della Chiesa sulla comunione dei santi (l’insegnamento ecclesiale per cui tutti i cristiani condividono un profondo legame spirituale gli uni con gli altri), è possibile che il merito sovrabbondante di un cristiano si applichi alla guarigione spirituale di un’altra anima che ha ancora bisogno di purificazione. Come afferma il Catechismo, “in questo ammirabile scambio, la santità dell’uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell’uno ha potuto causare agli altri” (CCC 1475).

Cristo ha detto a San Pietro “tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo” (Matteo 18, 18). I cattolici credono quindi che il Santo Padre, come successore di San Pietro, abbia il potere di distribuire questa grazia “in eccesso” ai fedeli cristiani. Un’indulgenza è l’atto attraverso il quale si verifica questa condivisione della grazia.

3. Le indulgenze non hanno creato problemi in passato?

In un modo o nell’altro, le indulgenze sonoo sempre state una parte legittima e valorizzata della nostra tradizione cattolica, ma nell’immaginario popolare le indulgenze – o più specificamente la loro vendita – sono spesso associate alla corruzione ecclesiastica che portò alla Riforma protestante.

Le indulgenze non sono mai state tecnicamente “vendute”, ma ci sono stati dei momenti nella storia in cui sono state collegate alla tradizionale buona azione dell’elemosina (ovvero la donazione di denaro per sostenere i poveri o la missione della Chiesa nel mondo). Questa associazione delle indulgenze alla ricchezza materiale, purtroppo, ha portato spesso a scandali e abusi. Di conseguenza, come risultato del Concilio di Trento della metà del XVI secolo, la Chiesa ha proibito qualsiasi sistema di garanzia delle indulgenze che avesse l’apparenza di una transazione finanziaria.

Più di recente, prima del Concilio Vaticano II, le indulgenze parziali venivano spesso identificate con un certo numero di giorni. Ad esempio, una preghiera particolare poteva comportare un’indulgenza parziale di 100 giorni. L’intenzione originale dietro questa modalità di quantificare le indulgenze era quella di riflettere la grazia che si poteva meritare osservando un certo periodo di penitenza sulla terra. Purtroppo questa convenzione è stata spesso fraintesa come uno “sconto del Purgatorio”, il che era problematico perché come sappiamo il Purgatorio è uno stato che trascende il tempo. Collegare periodi di tempo specifici alle indulgenze parziali poteva anche promuovere una tendenza a “tenere il punteggio” in modo poco utile, che offuscava il significato spirituale più profondo delle indulgenze.

Con la costituzione apostolica del 1967 Indulgentiarum Doctrina, Papa Paolo VI ha deciso di eliminare il sistema di conteggio delle indulgenze in termini di giorni. Abbiamo ancora le indulgenze parziali, ma ora lasciamo le questioni relative alla misura precisa delle grazie ricevute alla discrezione di Dio.

4. Le indulgenze fanno parte della vita cattolica di oggi?

Sì, i cattolici contemporanei sono incoraggiati ad avvalersi delle opportunità per ottenere le indulgenze, per la propria anima o per chi è già defunto. Come ci dice Papa Francesco nella Misericordiae Vultus, “indulgenza è sperimentare la santità della Chiesa che partecipa a tutti i benefici della redenzione di Cristo, perché il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio. Viviamo intensamente il Giubileo chiedendo al Padre il perdono dei peccati e l’estensione della sua indulgenza misericordiosa”.

Jenna M. Cooperè una vergine consacrata dell’arcidiocesi di New York. Nel 2014 si è laureata in Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce.

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