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Perché non posso evitare di parlare male degli altri?

Two women gossiping

© igor.stevanovic / SHUTTERSTOCK

Catholic Link - pubblicato il 16/03/19

Consigli per smettere di spettegolare

di Silvana Ramos

Presentiamo nuovamente una risorsa dello spazio psicologico El Electroshock. Questa volta abbiamo trovato un ottimo strumento per capire perché parliamo male delle altre persone, e partendo da questo per frenare questa abitudine. È un’occasione perfetta per smettere di essere pettegoli!

In primo luogo bisogna capire che parlare male delle altre persone è umano. Brian Shannon ci spiega che parlare male di qualcuno è molto più facile che affrontare quella persona direttamente e risolvere il conflitto. È sempre più facile evadere che affrontare le situazioni che ci rendono tesi. Capendo questo possiamo capire da dove nasce in noi la necessità di parlar male degli altri anziché affrontare il problema.

Come sapere se siamo dei pettegoli?

Spesso (per non dire nella maggior parte dei casi) il problema riguarda noi stessi. Ci costa affrontare la realtà. È molto più semplice parlare degli altri che affrontare i conflitti e le insoddisfazioni. È meglio non prendersi sul serio, buttare tutto sullo scherzo e parlare senza fondamento.

Uno dei sintomi più notori è la scarsa capacità di rimanere in silenzio quando ci viene raccontato qualcosa o ci accorgiamo di una cosa, come se volessimo sempre essere i primi a dare le notizie, ovviamente senza meditarle e senza verificare se ciò che si dice è fedele alla verità e soprattutto prudente. L’altro sintomo è il piacere che si prova, la curiosità quasi incontrollabile di sapere di cosa stanno parlando gli altri e che noi non sappiamo, la soddisfazione di avere la “primizia”.

La cattiva abitudine del pettegolezzo

I pettegolezzi possono nascere, come ci ricorda il video, per via della voglia di evasione da una situazione di conflitto, con un’altra persona o con se stessi (bassa autostima, insicurezza…) Come però può esserci una causa fondata, col passare del tempo questa pratica diventa un’abitudine. Una cattiva abitudine. Una brutta abitudine.

Iniziamo a utilizzare il linguaggio e a relazionarci con gli altri usando il pettegolezzo come connessione. Non si può parlare se non degli altri. Diceva bene Papa Francesco che le guerre iniziano con il linguaggio, con cose che si dicono male o si fraintendono e poi si ripetono talmente tante volte che finiscono per deformarsi e distruggere la persona di cui si parla male e anche il pettegolo, rendendolo piccolo, superficiale e poco profondo e lasciandolo solo.

La ricerca della verità

Porta sempre dei vantaggi. In questo senso, il confronto di cui ci parla Brian Shannon nel video è una delle armi principali per combattere il pettegolezzo, proprio e altrui. Bisogna confrontarsi in primo luogo con se stessi: vale la pena di parlare in questo modo? Ciò che dirò contribuisce a qualcosa? Faccio bene a parlare in questo modo? E si deve affrontare un’altra persona quando sentiamo un pettegolezzo: “Hai verificato quello che dici?”, “Qual è la tua intenzione nel raccontarmi questo?”, “Se hai un conflitto con quella persona, parlane con lei”.

Tutti abbiamo dei difetti, e per tutti è più facile guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro che vedere la trave che è nel proprio. È sempre più facile evadere che affrontare. Ma forza! Il cammino della virtù, anche se è il più difficile, è di gran lunga anche il più gratificante.

Qui l’articolo originale apparso su “Catholi Link”

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