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10 curiosità sulla basilica di Sant’Antonio da Padova

PADOVA

Shutterstock-Vereshchagin Dmitry

Maria Paola Daud - pubblicato il 25/03/19

È considerata una delle più grandi opere d'arte al mondo

La basilica di Sant’Antonio da Padova è considerata dalla Santa Sede un santuario internazionale, e ogni anno milioni di pellegrini vi si recano a salutare l’amatissimo santo compagno di San Francesco d’Assisi.

Se non avete l’opportunità di visitare questa grandiosa basilica, vi invitiamo a scoprirla insieme a noi con questo piccolo percorso storico-artistico in dieci curiosità.

1. Non si conosce l’architetto che ha progettato la basilica. Probabilmente è stato un francescano dotato di grande genio e una vasta cultura figurativa. La costruzione è iniziata nel 1232, un anno dopo la morte del santo.

2. L’edificio mostra una forte influenza della basilica di San Marco di Venezia, con strutture massicce e imponenti in stile romanico, mentre la parte dell’abside e delle nove cappelle dell’interno è di stile gotico, e le otto cupole e il campanile di stile orientale.

3. I padovani chiamano con affetto la basilica semplicemente “il santo”. I Frati Minori Conventuali si occupano della chiesa fin dall’inizio, offrendo ospitalità a tutti quei pellegrini che vi si recano spinti dalla devozione, circa 6,5 milioni all’anno.

4. La tomba di Sant’Antonio si trova nella cappella dell’Arca, splendida opera rinascimentale del XVI secolo. Sulle pareti ci sono nove rilievi di marmo con scene della vita e dei miracoli del santo. Da sinistra a destra sono la vestizione di Sant’Antonio, il marito geloso che pugnala la moglie, Sant’Antonio che risuscita un giovane, la risurrezione di una giovane affogata, Sant’Antonio che risuscita un bambino affogato, il miracolo del cuore dell’usuraio, il miracolo del piede amputato riagganciato, il vaso caduto al suolo e rimasto intatto, un neonato testimone dell’onestà della madre.

5. Una delle cappelle più visitate all’interno della basilica è senz’altro quella delle reliquie, dove si trovano la lingua, il mento e l’apparato vocale del santo, trovati incorrotti dopo tanti anni di sepoltura.

6. Un’altra cappella molto significativa è quella della “Madonna Mora”, parte sopravvissuta dell’antica chiesa di Santa Maria Mater Domini, dove il santo celebrava la Messa, predicava, confessava e si raccoglieva in preghiera. È lì che venne sepolto nel 1231, rimanendovi fino al 1263, anno in cui il suo corpo venne traslato. La cappella porta il nome della Vergine che si trova sull’altare, maestosa statua del maestro francese Puydarrieux.

7. L’altare maggiore della struttura monumentale è dominato dal grande crocifisso e dalle statue bronzee di Donatello.

8. All’esterno della basilica si possono ammirare il convento in cui visse il santo, riedificato per la costruzione della basilica, e quattro splendidi chiostri: del noviziato, del paradiso, il chiostro generale e quello del capitolo o della magnolia.

9. Il 15 febbraio di ogni anno si commemora la Traslazione di Sant’Antonio, chiamata popolarmente “La festa della lingua”, ricordando l’evento straordinario della prima traslazione del corpo dopo la sepoltura, nel 1263, quando San Bonaventura da Bagnoregio scoprì che la lingua del santo era incorrotta.

10. Se non avete l’opportunità di conoscere la basilica e di visitare la tomba dell’amato Sant’Antonio da Padova, potete farlo dal vivo via Internet grazie alla webcam posizionata sul posto e in funzione 24 ore al giorno tutto l’anno.

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