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Centrafrica: suora spagnola di 77 anni decapitata e mutilata

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Paola Belletti - pubblicato il 22/05/19

E' stata trovata lunedì mattina, il corpo orrendamente mutilato. Suor Inés Nieves Sancho, questo il nome della religiosa missionaria in Centrafrica da decenni impegnata nella comunità locale nell'educazione delle ragazze.
Suor Inés Nieves Sancho, 77 anni, della piccola comunità locale delle Figlie di Gesù , è stata trovata morta lunedì mattina nel villaggio di Nola con il corpo mutilato. Da decenni teneva lezioni di cucito alle ragazze del luogo. Nessuno ha rivendicato l’azione. L’omicidio forse legato a traffico di organi. (Vatican news)

La religiosa spagnola di Burgos aveva anche nazionalità francese, come la congregazione da cui proveniva: Les Filles de Jesus di Massac, così riportano i media spagnoli.

Omicidio, decapitazione e mutilazioni, ancora nessuna rivendicazione. Sospetti su traffico di organi e pratiche propiziatorie

Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dell’atto di un’efferatezza sconvolgente, che accresce considerando il fatto che rimanda a per niente isolate, anzi “tipiche” di certe culture.

Nella notte fra domenica e lunedì alcuni sconosciuti si sono introdotti nella sua stanza, l’hanno prelevata e l’hanno condotta proprio nei locali dove teneva le sue lezioni di cucito. Forse un luogo simbolico per i suoi aggressori. Qui l’hanno decapitata. I motivi dell’aggressione sono ancora sconosciuti. Nessuno ha rivendicato l’azione. Sebbene la scelta del luogo dell’omicidio possa essere indicativa, fra le ipotesi c’è anche quella della turpe pratica del commercio di organi umani. Spesso questo tipo di azione viene considerata propiziatoria di fortune, in primo luogo di una buona riuscita nella ricerca dei diamanti. (Avvenire)

La religiosa spendeva la vita per le ragazze: insegnava loro il cucito

Da 23 anni infatti Suor Inès si dedicava all’educazione delle giovani, alle quali era dedita con tutta se stessa. Insegnava loro un mestiere, il cucito in particolare, così femminile, tradizionale e tanto capace di vera emancipazione. E doveva essere per le giovani più che una sarta dalla quale apprendere l’arte e le tecniche. Chissà che non sentissero che era capace con loro di farle sentire più intere, più degne, come abiti regali e non semplici scampoli imbastiti in qualche modo da buttare là come stracci a piacimento del più forte.

Alla consorella che insisteva perché Suor Inès desistesse dal suo eroico servizio di carità in forza dell’età non più giovane e delle condizioni ardue e piene di pericoli aveva risposto che non era sola,”Ci sono le ragazze”!

Suor Ines Nieves Sancho da anni si era trasferita nella prefettura di Sangha-Mbaerè, nella zona sudoccidentale del Centrafrica, non lontano dal confine con il Camerun. «C’eravamo viste a Pasqua», dice oggi suor Elvira Tutolo, delle Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret, di origini molisane e da 18 anni in missione nel paese africano, a Berberati, «e lei non era voluta venire via. Diceva: “Non sono sola! Ci sono le ragazze”».

La Repubblica del Centrafrica, zona di guerra e di caccia ai diamanti: terra di soprusi locali e internazionali

Il Centrafrica è in guerra, da quando nel 2012 si è riacceso il conflitto civile; è un paese ricco di materie prime, fra tutte i diamanti, l’oro ma anche legnami pregiati, terre rare (quelle che finiscono nei nostri smartphone per intendersi) e petrolio. Le potenze interessate sono soprattutto la ex madre patria Francia, la Cina e la Russia. E le precauzioni per la popolazione locale e gli stessi lavoratori impegnati negli scavi sono inesistenti. Danni ambientali e umani altissimi. La Repubblica è anche vicina al Camerun che è anche il paese del traffico dei diamanti. E grandi quantitativi di diamanti inasnguinati provengono dalla Republica Centrafricana.

il Camerun  sembrerebbe favorire il traffico dei diamantiestratti in modo illegale nelle zone di conflitto nella Repubblica centrafricana (CAR), prima di essere riciclati sul mercato internazionale. (…) Dall’inizio della guerra civile nel 2013 i diamanti della ex colonia francese sono stati messi sotto embargo, che è stato leggermente allentato nell’ultimo anno nelle zone ritenute compatibili e non più coinvolte nei conflitti armati. Ma ora si è scoperto che il traffico illecito è fiorente nelle zone dove imperversano ancora le bande armate. (Africa express)

Diamanti destinati in buona misura al finanziamento del conflitto interno alla CAR e alla corruzione di istituzioni e milizie oltre che al traffico internazionale.

Cosa c’entra la povera religiosa? Non si sa, ancora. Ma riporta sempre Avvenire delitti così efferati sono messi in atto a scopo propiziatorio spesso (o per lo scopo altrettanto orribile del traffico d’organi. Anche se, da profana direi: la suora così anziana era lo stesso un soggetto appetibile?):

Accade anche che siano gli stessi genitori a uccidere qualche figlio o a indugiare in comportamenti contro natura per propiziarsi la fortuna anelata. Una pratica che viene dal vicino Camerun, non a caso meta preferenziale di questo tipo di commercio. (Avvenire, Ibidem)

E aggiunge:

Il deputato Jean Marc Ndoukou ha accusato le autorità locali di non voler fare la necessaria chiarezza su questi fatti. (Ib)

La preghiera del Vescovo ausiliario Mons. Luis Arguello

Il Vescovo ausiliare di Valladolid e Segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola ha commentato anche con un tweet la morte violenta di Suor Inès e di un altro religioso, anch’esso assassinato, il salesiano Fernando e il missionario Antonio. Sono martiri non solo perché uccisi in modo violento ma perché testimoni dell’amore di Gesù.

In Italia, la notizia del brutale assassinio dell’anziana religiosa, è invece associato a quello di un giovane sacerdote ucciso a colpi di machete in Mozambico:

padre Landry Ibil Ikwel aveva 34 anni, membro della Congregazione Sacri Cuori di Gesù e Maria, era direttore dell’Istituto per persone non vedenti di Beira, nella regione centrale del Paese (Avvenire)

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Migliaia di nostri fratelli nella fede in tante parti del mondo, non ultima proprio l’Africa sub sahariana, stanno pagando con il prezzo più alto la loro fedeltà al Signore. E non sapremo quale beneficio stanno guadagnando per tante anime con questa loro sofferenza. Eppure tutti abbiamo l’imperativo dovere di opporci a questo vero e proprio genocidio.

Secondo il rapporto di Portes Ouvertes ogni anno sono oltre 215 milioni i cristiani che subiscono persecuzioni, 3060 quelli uccisi, 1922 incarcerati e 793 chiese prese di mira.

Numeri davvero spaventosi e in continua crescita.

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