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Quando la tua fede si riempie di dubbi e ti costa credere in Dio, ricorda San Tommaso!

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Catholic Link - pubblicato il 29/05/19

di Myriam Ponce

San Tommaso Apostolo è stato uno di discepoli scelti da Gesù nei primi giorni della sua vita pubblica. San Giovanni riferisce vari interventi di Tommaso che ci rivelano il suo carattere, come quando Gesù si preparava a partire per Betania al momento della morte di Lazzaro, era in pericolo e i discepoli gli hanno detto: “Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?” (Gv 11, 8). Tommaso, però, ha detto agli altri apostoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!” (Gv 11, 16).

Nella scena dell’Ultima Cena, quando Gesù annuncia la sua partenza, è poi Tommaso che con un nodo alla gola chiede: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?” (Gv 14, 5). Gesù gli risponde: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6).

1. I dubbi di Tommaso

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Il famoso apostolo deve però la sua celebrità più ai dubbi che alla sua fede, al punto da essere noto come “Tommaso l’incredulo”, titolo che si è conquistato quando gli altri discepoli gli hanno detto “Abbiamo visto il Signore!” (Gv 20, 25) e ha risposto: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20, 25).

L’aspetto curioso si trova però qualche versetto prima: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»” (Gv 20, 19)

La Bibbia dice che i discepoli erano chiusi in casa per paura di essere perseguitati dagli ebrei. Di fronte al loro timore, Gesù dice loro “Pace a voi!”, come un invito a tranquillizzarsi perché Dio è con loro. Ma Tommaso non era lì. Era fuori, magari predicando quando Gesù aveva insegnato. Convinto del messaggio di salvezza, aveva vinto la paura della persecuzione, e nel suo coraggio era uscito mentre gli altri rimanevano dentro.

2. Ha creduto e ha confidato profondamente negli insegnamenti e nelle promesse di Cristo

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Ciò è a tal punto vero che uscendo ha rischiato e si è donato totalmente, consapevole del fatto che Dio era con lui. È stato il coraggioso che è uscito confidando pienamente nel suo Maestro. La Scrittura racconta che otto giorni dopo i discepoli erano ancora dentro, ma stavolta c’era anche Tommaso. Gesù arriva a porte chiuse e si mette in mezzo a loro dando loro la pace. Poi si rivolge a Tommaso e gli dice: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!” (Gv 20, 27)

In quel momento Tommaso diventa il primo a riconoscere Gesù con il suo vero titolo, dicendogli: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20, 28). È il primo ad arrivare con la sua fede a quell’estremo, un riconoscimento che non è nato da un istante, ma da tutta un’esperienza di donazione profonda.

Riflettendo, possiamo vedere Tommaso come un vero uomo moderno, un realista ed esistenzialista che non vuole vivere di illusioni e teme di essere ingannato, per questo dice: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi (…), non crederò”. Possiamo intendere queste parole anche come una risposta derivante dalla sofferenza che tutti avevano sperimentato, un non voler rischiare di nuovo una perdita. Alla fine, però, Gesù risponde in modo inaspettato e San Tommaso Apostolo viene inondato dal suo amore e dalla sua indulgenza.

Dall’apostolo che era sembrato scettico ed esigente Gesù ottiene uno degli atti di fede più belli di tutto il Vangelo. Chiediamo a Dio che ci dia il coraggio di Tommaso per uscire e parlare della Verità con piena convinzione, soprattutto di fronte alle crisi di fede della nostra epoca. Chiediamo anche un entusiasmo costante per rafforzare la nostra fede, perché nelle nostre crisi possiamo crescere e camminare verso la Casa di nostro Padre.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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