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Burkina Faso: la Chiesa consiglia ai cristiani di adottare delle misure di sicurezza

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Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 07/06/19

Il 12 maggio nella città di Dablo un attacco armato a una chiesa ha provocato sei morti, tra cui un sacerdote

La Chiesa cattolica del Burkina Faso sta consigliando a sacerdoti, religiose e fedeli di adottare misure di sicurezza di fronte all’ondata di violenza e di attentati che hanno come bersaglio le comunità cristiane del Paese.

Il 12 maggio, nella città di Dablo, un attacco armato a una chiesa ha provocato sei morti, tra cui padre Simeon Yampa. Il 13 maggio, quattro persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco mentre partecipavano a una processione nella parrocchia di Notre-Dame du Lac a Singa, nella provincia di Bam.

Domenica 26 maggio, un’altra chiesa è stata bersaglio dei gruppi jihadisti. Questa volta l’obiettivo è stata la parrocchia di Notre de Toute Joie di Titao. L’attacco, perpetrato da “uomini fortemente armati” durante la Messa domenicale, ha provocato la morte di un catechista e di altri tre fedeli. Questi attacchi hanno rivelato una violenza insolita che sta allarmando la comunità cristiana.

Il responsabile della diocesi di Ouahigouya, nel nord-est del Burkina Faso, ha riferito alla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre alcuni dettagli dell’attacco alla processione nella parrocchia di Notre-Dame du Lac.

“Quando sono partiti in processione per omaggiare la Santissima Vergine, i fedeli sono stati attaccati e quattro persone sequestrate”, ha spiegato monsigngor Justin Kientega. “Le persone pensavano che sarebbero state tenute prigioniere, e invece sono state giustiziate senza pietà”.

La violenza perpetrata dai terroristi e la serie di attentati stanno allarmando la comunità cristiana e hanno portato la diocesi di Ouahigouya a chiedere ai fedeli di adottare misure elementari di sicurezza.

Tra queste, si chiede ai sacerdoti e alle suore di evitare l’uso di abiti che li identifichino chiaramente come religiosi e di cercare di viaggiare solo in orari molto trafficati – mai di notte – e di evitare percorsi simili negli spostamenti di routine.

Le misure di sicurezza si applicano anche a edifici parrocchiali, chiese e cappelle, e sono seguite un po’ in tutto il Burkina Faso, soprattutto nel nord del Paese, dove le comunità cattoliche sono molto disperse e la popolazione è a maggioranza musulmana o animista.

Monsignor Kientenga ha concluso il messaggio inviato alla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre con una preghiera per la pace, chiedendo a Dio l’eterno riposo delle vittime dell’attentato, che ha definito “i nostri martiri”. “Il sangue che hanno effuso sia fonte di pace e fecondità spirituale”, ha concluso.

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