Aldo Gastaldi, nome di battaglia “Bisagno“, è stato il “primo partigiano d’Italia” e diventerà beato.
Il Cardinale Angelo Bagnasco ha avviato la canonizzazione; nell’editto arcivescovile si legge di «comunicare direttamente o a far pervenire al Tribunale Ecclesiastico Diocesano tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del Servo di Dio».
Il comandante più amato
Nel libro “Bisagno – La Resistenza di Aldo Gastaldi” (edizioni Itaca), Marco Gandolfo racconta la storia di questo eroe, fervente cattolico.
“Bisagno”, nasce a Granarolo (Genova) nel 1921. L’8 settembre del 1943 è Sottotenente del XV Reggimento Genio di pattuglia a Chiavari, quando arriva la notizia dell’armistizio. È tra i primi a salire in montagna dove forma un nucleo partigiano che sarà all’origine della valorosa Divisione Cichero. Nel giro di pochi mesi diventa il comandante più amato della resistenza ligure: interpreta infatti il suo ruolo non come potere, ma come servizio; è il primo ad esporsi ai pericoli e l’ultimo a mangiare, riserva a se stesso i turni di guardia più pesanti.
Si conquista così l’amore e la stima degli uomini e delle popolazioni contadine, il cui sostegno si rivela fondamentale per la lotta partigiana e che ancora oggi, non di rado, conservano la fotografia di Bisagno accanto a quella dei parenti più cari.
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“Io detesto….”
Cristiano autentico, diventa un eroe non solo per la sua capacità militare, ma anche per il senso supremo della libertà, dell’onestà e della gratuità nel rapporto con gli altri.
«Io detesto e dispregio nel modo più assoluto – gridava in una lettera a sua madre del 21 dicembre 1941, quindi ben prima del suo ingresso valoroso nella Resistenza ligure – tutto ciò che è mondano ed impuro. Credo e penso che tutti coloro che vedono ogni bellezza della vita nel solo piacere materia – le sono dei deboli, degli uomini senza volontà e costretti dalla loro debolezza a seguire la via errata che porta alla tristezza e alla disperazione di avere trascorso così male la loro gioventù, lontani da Dio ed immersi nel mondo del vizio, dell’immorale, del malanno e della rovina della salute del corpo umano».