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I laicisti in Parlamento tornano all’attacco: abolire l’ora di religione a scuola!

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 14/06/19

A 90 anni dal primo Concordato tra Stato italiano e Santa Sede, un gruppo eterogeneo di parlamentari vuole toglier l'IRC e depotenziare l'8x1000

Depositata oggi al Senato una mozione volta a rivedere quelli che – per gli estensori – sono veri e propri privilegi intollerabili, della Chiesa cattolica italiana. La mozione è il primo sviluppo parlamentare di un appello formulato a fine gennaio da Carlo Troilo, dirigente della Associazione Luca Coscioni, proprio in vista del 90° anniversario del Concordato (che si è svolto lo scorso 7 giugno). L’appello è stato accolto immediatamente associazioni laiche UAAR, Libero Pensiero Giordano Bruno e Democrazia Liberale e firmato da centinaia di intellettuali (fra cui due ex giudici della Corte Costituzionale).

Chi sono i firmatari?

Firmatari di queste le sollecitazioni rivolte al Governo Conte sono firmate da Riccardo Nencini (ex segretario del PSI) e da Emma Bonino, entrambi membri di +Europa; Maurizio Buccarella Ele,na Fattori, Matteo Mantero del Movimento 5 Stelle; Roberto Rampi e Tommaso Cerno del PD; Loredana De Petris, LEU; Carlo Martelli, Gruppo Misto.




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Cosa chiedono?

Nella mozione si elencano quattro punti destinati a far discutere il Parlamento perché al centro delle polemiche da diversi anni.

1)  Abolire l’ora di religione e sostituirla con un’ora obbligatoria di educazione civica

2)  Chiedere formalmente alla Conferenza episcopale italiana di avviare la procedura   per modificare i criteri con cui viene attualmente ripartito l’8×1000 (grazie a   questo meccanismo la quota non destinata viene risuddivisa percentualmente   a seconda delle destinazioni indicate dai contribuenti con il risultato che metà   dell’ammontare arriva sempre alla Chiesa cattolica)

3)  Rivedere le norme sull’Imu sui beni immobili della Chiesa cattolica

4)  Intraprendere un’azione determinata a dare attuazione alla recente sentenza   della Corte europea recuperando l’Ici non pagata dalla Chiesa negli anni passati.




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