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Santa Florentina di Cartagena, la religiosa che ispirò una delle prime regole monastiche femminili

SAINT FLORENTINA

Nanosanchez - Public domain

Sandra Ferrer - pubblicato il 05/07/19

San Leandro la creò per sua sorella

Nel Medioevo in Europa sono stati fondati molti monasteri femminili. La maggior parte di loro adottava le regole monastiche maschili, tranne alcuni in cui si applicarono regole scritte appositamente per loro, come nel caso della regola creata da San Leandro di Siviglia per sua sorella, Santa Florentina di Cartagena.

Non si sa molto della biografia di Santa Florentina, ma la sua storia è importante per l’eredità monacale che lasciò nella Spagna visigota del VI secolo. Figlia di una delle tante famiglie cattoliche di origine ispano-romano, era la terza di cinque fratelli. Tranne Teodosia, San Leandro, Sant’Isidoro e San Fulgenzio sono noti, insieme a Santa Florentina, come i Quattro Santi di Cartagena. In questa città nacquero e crebbero nella fede cattolica, maggioritaria nella Spagna visigota governata da una monarchia ariana.

In un momento indeterminato la famiglia si trasferì a Siviglia, dove Leandro e Isidoro avrebbero seguito la carriera ecclesiastica fino ad arrivare alla carica di arcivescovo, mentre Fulgenzio fu vescovo di varie città. Florentina decise di abbracciare la vita monastica, molto probabilmente in un convento di Écija. Suo fratello Leandro volle redigere per lei e per la religiose della sua comunità una regola nota come la Regola di San Leandro o Sull’istituzione delle vergini e il disprezzo del mondo. Il testo venne scritto verso il 580, quasi un decennio prima che nel III Concilio di Toledo il re visigoto Recaredo abiurasse l’arianesimo adottando il cattolicesimo.

Nel testo, San Leandro esortava la sorella e tutte le donne pie del suo convento a cercare la virtù nella verginità e a prendersi cura le une delle altre cercando di “alleviare la condizione della sorella malata con sollecitudine e delicata attenzione”. Nella regola, il fratello indicava anche alcuni passi da compiere nella vita quotidiana, come allontanarsi dal mondo secolare e quindi dalle persone non religiose e rifuggire comportamenti poco adeguati, essere pie, non calunniare, astenersi dalla superbia, essere pazienti e umili: “Vera follia sono l’insolenza e l’orgoglio in una vergine, che fanno sì che l’ira e la superbia vengano a corrompere il suo spirito”.

San Leandro alludeva anche a questioni più mondane come gli abiti, le abluzioni o l’austerità nel mangiare e nel bere. Le ore delle religiose dovevano essere dedicate alla lettura e alla preghiera: “La lettura dev’essere assidua e l’orazione continua. Le vostre ore e i vostri compiti devono essere distribuiti in modo tale che alla lettura segua la preghiera e alla preghiera segua la lettura”.

Sull’istituzione delle vergini e il disprezzo del mondo rappresenta una testimonianza unica della vita monastica femminile nel Medioevo, che ci permette di capire com’era la vita di quelle religiose che come Florentina si erano allontanate dal mondo per dedicare la propria vita a Dio.

Secondo molti storici, Santa Florentina è stata una donna colta, devota e dedita alla vita religiosa, che venne nominata badessa e fondò vari monasteri. Elevata agli altari, la sua festa si celebra il 20 giugno. Le sue reliquie sono distribuite in varie chiese spagnole.

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