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“Sono un ateo cristiano”. La fede secondo Luciano De Crescenzo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/07/19

Morto a 91 anni il filosofo napoletano ha sempre avuto un rapporto particolare con Dio. Quelle volte in cui ha citato Gesù e Don Tonino Bello

«Non sono un credente, ma uno sperante» scriveva Luciano De Crescenzo nel suo libro “Fosse a Madonn'”, definendosi un «ateo cristiano» (www.luigiaccattoli.it, 2012).

Il filosofo napoletano, malato e acciaccato già da tempo, se ne è andato il 18 luglio, a 91 anni. Non è mai stato un cattolico o un religioso, più in generale, ma non ha mai denigrato chi lo fosse. Anzi. Più di una volta ha confessato di aver avuto quasi “bisogno” della fede.

Don Tonino Bello

DON TONINO BELLO
FAIR USE | Don Tonino, Vescovo | Facebook Page

POVERO"Se smaniate per diventare ricchi, se smaniate per le carriere rampanti, per scavalcare gli altri nel fare strada, se smaniate per avere il doppio, il triplo stipendio, usciamo da questa Chiesa! Se in casa vostra permettete che vadano avanti la logica dell’accumulo, del lusso, dello spreco, della mentalità borghese, del prendersi una, due, tre o quattro macchine, usciamo da questa chiesa!"

Un anno fa, in un’intervista al quotidiano Il Mattino per i 90 anni, parlando dell’amore e della condivisione tra gli uomini, aveva citato una preghiera di don Tonino Bello: «Siamo angeli con un’ala soltanto. Possiamo volare solo restando abbracciati». E aggiungeva: «Spesso fa più male la paura di morire che la morte». E della vita diceva: «Molti studiano per allungarla, mentre bisognerebbe allargarla».

Le 4 grandi domande

Alla domanda su quale fosse il suo libro preferito rispondeva: «Non so se mi rappresenta di più però, senza far torto agli altri libri che ho scritto, Il dubbio è il mio preferito. È un libricino nel quale mi pongo quattro grandi domande: Esiste Dio? Esiste il Destino? Che cos’è il tempo? Che cos’è lo spazio? Ecco, in nemmeno cento pagine provo a trovare una risposta ai più discussi interrogativi della vita».




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Gesù al terzo posto

Nel 1961 si sposa con Gilda ma «mia moglie non solo mi lasciò, ottenne anche l’annullamento dalla Sacra Rota». Aveva una figlia Paola e un nipote Michelangelo, che gli sono stati vicino fino all’ultimo.

Una delle sue frasi più celebri è questa: «Per me i tre esseri umani più importanti sono, nell’ordine: Fellini, Socrate e Gesù» (Famiglia Cristiana, 18 luglio).

Il siparietto con Margherita Hack

Sulla fede raccontava sempre questo aneddoto: «Una sera ero a Porta a Porta. L’argomento era la fede. Margherita Hack disse: “Sono atea”. Un pochino lo sono pure io, però non lo dissi. Avere fede fa vivere meglio. Se uno magari mi ascolta e si lascia convincere che Dio non esiste, finisce che gli faccio del male e, quindi, compio peccato». E sull’ultimo addio scherzava così: «Il mio funerale si terrà minimo alle ventidue… alle undici di mattina i miei amici dormono tutti» (Napoli Flash, 22 agosto 2018)




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autore montalbano

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