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Perché la cura del bambino è “affare” di mamma? La risposta è nel cervello

mom and newborn

By Alena Ozerova/Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 14/08/19

Una recente ricerca condotta sui topi evidenzia il ruolo di un’area cerebrale maggiormente sensibile nelle femmine all’ossitocina, l’ormone dell’accudimento.

Il sistema di accudimento ci orienta a fornire protezione e supporto ad altri individui che si trovano in uno stato di bisogno, attivandosi automaticamente quando si è in presenza di qualcuno che evidenzia una qualche sofferenza o necessita di protezione e cure. Il suo prototipo è rappresentato dalle prime fasi della interazione madre-bambino, che riveste carattere di vitale importanza in quanto, fra l’altro, influenza lo sviluppo emotivo, cognitivo e quella che sarà la personalità adulta dell’infante. Questa relazione è essenziale dal punto di vista evolutivo perchè, oltre a salvaguardare la sopravvivenza del cucciolo e la conservazione della specie in generale per tutti i mammiferi, è indispensabile all’individuo umano per strutturare un modello di relazione sociale che farà da base nelle fasi successive dello sviluppo per l’interazione con gli altri membri della specie.

Perché l’accudimento è targato rosa

La predisposizione all’accudimento da parte degli adulti nei confronti dei bambini viene considerata legata a specifici pattern (modelli, disposizioni, Ndr) di attivazione cerebrale: recenti studi hanno evidenziato la presenza di meccanismi fisiologici innati, ancorati biologicamente e reciproci, che si attivano in maniera automatica nella madre, che risponde ai segnali del piccolo, ma anche del bambino che richiama la sua attenzione e vicinanza.




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La ricerca

Per approfondire la conoscenza delle differenze tra maschile e femminile nella erogazione delle cure parentali verso la prole, i ricercatori della Louisiana State University (LSU), con un articolo apparso su “PLOS ONE”, hanno riferito di una ricerca, da essi effettuata sui topi, che getta luce sui meccanismi cerebrali che nei mammiferi regolano le cure materne e i disturbi ad essi collegati (Le Scienze, 29 luglio 2019). Lo studio ha evidenziato come nell’area preottica (POA) del cervello femminile esista un gruppo di cellule sensibili all’ormone ossitocina numericamente ben superiore (oltre 40 volte) che nella corrispondente area del cervello maschile.

L’ossitocina, l’ormone dell’accudimento

L’ossitocina è implicata sia nel controllo dei comportamenti di attaccamento e cura della prole, e di interazione sociale in generale, sia – quando il suo metabolismo risulti alterato – in alcuni disturbi mentali come l’ansia, i disturbi dello spettro autistico e la depressione post-partum, fenomeno che si presenta mediamente nel 10-20% delle neomamme compromettendo l’accudimento del neonato e la qualità della relazione madre-bambino (Ibidem). L’azione dell’ossitocina viene mediata da specifici recettori presenti sulla superficie delle cellule del POA, la cui attivazione (“espressione”) viene controllata dal livello di estrogeni, gli ormoni per eccellenza prodotti dall’ovaio femminile. Infatti nelle femmine di topo che avevano subito l’asportazione delle ovaie, l’espressione dei recettori per l’ossitocina era assente, ma poteva essere ripristinata con una somministrazione ormonale sostitutiva.


MAMMA, NEONATO, ABBRACCIO

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Questi risultati potrebbero portare allo sviluppo di terapie per la depressione post-partum che prevedano come bersaglio i recettori per l’ossitocina. Più “banalmente” fanno luce sulla base neurobiologica che sottende il ruolo insostituibile della madre nell’accudimento e nella cura del bambino.

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