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L’emozione di alcune Camelitane al momento della fondazione del loro monastero

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Esteban Pittaro - pubblicato il 13/09/19

7 religiose compongono questa comunità, un'ottima notizia!

È stata una festa di tutta la Chiesa, non solo loro, perché vescovo, sacerdoti, consacrati ad altre famiglie della Chiesa, laici impegnati ad aiutare le religiose perché possano avviare la loro nuova fondazione e ovviamente le Carmelitane scalze sono stati tutti protagonisti, a Tandil, dell’emozionante fondazione del Monastero Carmelitano di Santa María al pie de la Cruz y San José (Santa Maria ai piedi della Croce e San Giuseppe), il più recente tra i monastri carmelitani fondati in Argentina.

Ad avere luogo sono stati l’insediamento della croce nell’edificio e la benedizione e poco altro, ma quella che finora era una casa di ritiri vicino al Monte Calvario, in cui c’è una delle più belle Via Crucis dell’Argentina, diventerà a breve un monastero carmelitano.

(Video per gentile concessione di Claudio Andiarena)

Tandil è famosa soprattutto per le celebrazioni della Settimana Santa, e in poco tempo ci sarà sicuramente la possibilità di condividere qualcosa della liturgia della settimana più speciale dell’anno per i cristiani in questa nuova casa dell’Ordine della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

Provvisoriamente, mentre viene eretto il monastero, alle religiose è stata data una casa che servirà loro per iniziare a radicarsi a Tandil. La climatizzazione dell’abitazione, hanno riferito ad Aleteia alcuni membri della comunità, è stata frutto dell’amore e della dedizione dei laici e dell’episcopato, per far sì che le religiose possano vivere nelle migliori condizioni possibili finché non sarà terminata la loro casa definitiva.

Inizialmente compongono questa nuova fondazione 7 religiose, accompagnate dalla priora del monastero Regina Martyrum y San José, di La Plata, che sarà la casa madre.

Il nome del monastero non potrebbe essere più appropriato per Tandil e la sua ubicazione, ai piedi del Calvario: “Quel luogo ci è sembrato quello indicato per erigere un vivaio teresiano, considerando che il Signore sarebbe stato felice di avere lì le sue Carmelitane, che vivendo con gioia potessero indicare ai loro fratelli e alle loro sorelle, soprattutto a chi soffre di più, la via della Croce per arrivare in cielo”, ha scritto la priora María Amada de Jesús.

Con Santa María al pie de la Cruz, ha spiegato, “vogliamo che la presenza della Madre accanto a suo Figlio Crocifisso sia un balsamo per chi ha bisogno di consolazione, una luce per chi cerca la Verità, un rifugio per chi è solo, una carezza per i disperati… Vogliamo che tutti si avvicinino a questo luogo, in genere visitato da gente di ogni tipo, e trovino nella preghiera e nella dedizione delle Carmelitane una speranza per continuare a lottare”.

Su suggerimento del vescovo di Azul, monsignor Hugo Salaberry, in seguito è stato aggiunto il nome di San Giuseppe, “per ricordare quanto ha aiutato la Nostra Santa Madre nelle sue fondazioni e tutto ciò che significa per ciascuno dei suoi figli”.

Nella sua recente visita in Africa, ad Antananarivo, Papa Francesco ha visitato un monastero carmelitano e ha incontrato religiose di clausura provenienti da tutto il Madagascar, con cui ha condiviso un “segreto” ispirato a Santa Teresa di Lisieux: “Salvare il mondo incomincia con questi piccoli atti di amore, di rinuncia a se stessi”.

Oltre alla preghiera e alla dedizione nella clausura, le religiose stanno già compiendo piccoli atti d’amore nella loro casa provvisoria, che in questo caso servono anche alla sua manutenzione: dolci deliziosi che con il sostegno della comunità si stanno vendendo in tutta Tandil.

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